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As Roma al match finale Esclusiva agli americani

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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2011 alle ore 07:44.

L'As Roma si avvicina alla cordata italoamericana guidata da Thomas DiBenedetto e appoggiata da UniCredit, la banca venditrice che probabilmente manterrà una quota di minoranza nella nuova compagine.
La direzione di marcia è stata decisa ieri nella riunione in cui UniCredit, Rosella Sensi, l'advisor Rothschild e il cda di Roma 2000 Srl hanno esaminato le cinque offerte vincolanti per l'acquisto del 67% della società di calcio detenuto da Compagnia Italpetroli (51% famiglia Sensi, 49% Unicredit, la banca che conduce la trattativa perché grande creditore del gruppo).

«Si va verso la concessione di un'esclusiva agli americani», ha riferito poco dopo le 18 l'Ansa. La conferma ufficiale è arrivata poco dopo le 21, in un comunicato congiunto di Italpetroli e UniCredit. La nota dice che «dopo un'approfondita comparazione della documentazione ricevuta» Italpetroli ha concentrato l'esame «sulla proposta formulata dalla società statunitense DiBenedetto As Roma Llc che (...) si presenta come la più competitiva».
La proposta americana è stata giudicata migliore di quella di Giampaolo Angelucci, l'imprenditore romano vicino al centrodestra, bocciato dai tifosi che temono un "nuovo Ciarrapico".

Italpetroli ha chiesto «al predetto offerente di fornire alcune ulteriori informazioni e integrazioni alla propria offerta. Si prevede che tali attività si possano svolgere in pochi giorni, in modo – conclude la nota di Italpetroli – da poter decidere a breve con quali modalità definire un periodo di esclusiva finalizzato alla negoziazione delle condizioni definitive dell'operazione».

L'offerta sarebbe sensibilmente inferiore all'attuale valore di borsa (circa 156 milioni) e prevede una ricapitalizzazione, sugli 80-100 milioni.

Ma la vendita non è conclusa. E le sorprese potrebbero non essere finite, in una procedura caratterizzata fin dall'inizio da scarsa trasparenza, ritmata da voci che hanno alimentato la speculazione in borsa.

Il caso più clamoroso è stato il balletto di voci intorno ad Aabar, il fondo di Abu Dhabi primo azionista di UniCredit con il 4,99%, il cui nome è apparso nella fase delle manifestazioni d'interesse ed è stato indicato, il 31 gennaio dall'Ansa, come presentatore di un'offerta vincolante attraverso una società anonima lussemburghese, la Claraz Sa, con l'assistenza dell'avvocato Nino Lombardo dello studio Dla Piper.

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Tags Correlati: Aabar | ANSA | As Roma | Borsa Valori | Consob | Emirati Arabi | Federico Ghizzoni | Giampaolo Angelucci | Gruppo Compagnia Italpetroli | Nino Lombardo | Partecipazioni societarie | Rosella Sensi | Thomas Di Benedetto | Unicredit | Vinicio Fioranelli | Volker Flick

 

Aabar ha smentito di essere in corsa solo due giorni dopo, il 2 febbraio, mentre alcuni legali ed esperti finanziari, scavando in Lussemburgo, stavano per denunciare che Claraz Sa non è collegata al fondo degli Emirati arabi ma ad altri soggetti, tra cui un esponente della famiglia Rothschild (lo stesso blasone dell'advisor della vendita).

Strano che per settimane Aabar non avesse mai smentito le voci di partecipazione, né lo avesse fatto UniCredit. La Consob si era accontentata di dichiarazioni generiche di Italpetroli, in cui il venditore diceva di aver ricevuto «alcune» proposte e infine «alcune offerte», senza indicare il numero né i nomi. Il terreno ideale per favorire speculazioni o altre manovre. Solo ieri mattina un comunicato chiarificatore sulle «cinque offerte».

Se andrà a buon fine la trattativa con DiBenedetto & C., assistiti dallo studio Tonucci e da PwC, UniCredit dovrebbe rimanere nella compagine come azionista della "nuova" Roma, con il 40% si dice. Il venditore è anche compratore allo stesso tempo. È anomalo. E forse la banca finanzierà anche l'acquisto.

L'amministratore delegato di UniCredit, Federico Ghizzoni, ha confermato: «L'importante è avere un investitore serio. Poi se dobbiamo rimanere per un periodo azionisti di minoranza, possiamo anche farlo».

Si è costituito ieri in Svizzera Volker Flick, l'imprenditore tedesco indagato per aggiotaggio nell'inchiesta della Procura di Roma sul tentativo di acquisto del club nel 2009 insieme a Vinicio Fioranelli. Quest'ultimo arrestato una settimana fa. Chissà se sono solo coincidenze. (G.D.)

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