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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2011 alle ore 06:41.
Più potere a John Elkann in Exor. La profonda riorganizzazione che la finanziaria a capo del gruppo Fiat si appresta a varare sancirà questo principio di massima.
L'operazione, secondo quanto si apprende, sarà esaminata nei prossimi giorni dal consiglio di amministrazione della holding che fa capo alla famiglia Agnelli. E prevede, nella sostanza, una redistribuzione delle deleghe tra l'attuale amministratore delegato Carlo Sant'Albano e il presidente Elkann, con un coinvolgimento maggiore di quest'ultimo. Inoltre, il nuovo organigramma porterà a nuovi innesti esterni, ancora in via di definizione, in vista di una strategia che – secondo quando trapela negli ambienti torinesi – proietterà sempre di più la holding su due mercati di riferimento: l'Asia e l'America.
Il giro di poltrone che sarà ufficializzato nei prossimi giorni completa il rafforzamento ai vertici della lunga filiera del gruppo Fiat da parte del giovane Elkann. A 34 anni, l'erede di Giovanni Agnelli ricopre la presidenza in Fiat Spa e guida l'accomandita di famiglia, la Giovanni Agnelli & C Sapaz, di cui ne è anche il maggiore azionista con il 35% circa del capitale attraverso la Dicembre, la cassaforte che fa capo agli eredi dell'Avvocato. A lui, dunque, toccherà decidere, in modo più operativo, la futura strategia degli investimenti della finanziaria. Scelta, quest'ultima, che arriva in un momento cruciale per le valutazioni di Exor.
E' opinione diffusa che la divisione in due delle attività del Lingotto con la nascita di Fiat Industrial e Fiat Spa dovrebbe far emergere il valore nascosto di un conglomerato, Exor appunto, che a volte è stato penalizzato dalla Borsa a causa della forte concentrazione del portafoglio (Fiat e Fiat Industrial). Pertanto per la holding la vera scommessa sarà ora quella di accelerare gli investimenti in nuove attività per arginare la dipendenza dal Lingotto.
Nelle casse della finanziaria del resto, le risorse non mancano. Dagli ultimi dati disponibili Exor può contare su qualcosa come 1,1 miliardi di euro di liquidità in attesa di essere investita. E l'orientamento sarebbe quello di spostare sempre più il focus degli investimenti sul mercato americano, India e Cina. Una strategia che segue gli accordi recenti siglati da Exor attraverso la partnership con il gruppo Jardine Matheson, che sta dando un'esposizione diretta al potenziale di sviluppo di India e Cina, e l'investimento in Btg Pactual, la più grande banca d'affari in Brasile. Le due operazioni hanno arricchito ulteriormente il portafoglio partecipazioni della finanziaria: tra le operazioni effettuate dal gruppo negli ultimi anni figurano l'acquisto della maggioranza di Cushman & Wakefield (servizi immobiliari) e della partecipazione in Perella Weinberg Partners, che ha cementato l'alleanza con la boutique Usa di investimenti e gestione di fondi. Sempre nel campo finanziario, Exor si appresta inoltre a salire dal 14,5 al 20% del capitale di Banca Leonardo.