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Pelizzo e Cartia, banchieri da 40 anni

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2011 alle ore 09:51.

Lorenzo Pelizzo diventò presidente della Banca popolare di Cividale del Friuli il 17 maggio del 1971, quasi 40 anni fa. La banca ha 125 anni, l'ha guidata per un terzo della sua storia. Ed è stato presidente della banca per più della metà della sua vita, ha settantatre anni. Farmacista di origine, già democristiano, notabilato locale – padre sindaco, senatore e sottosegretario negli anni Settanta – ha attraversato la transizione secondorepubblicana e guarda al futuro. Stando alle classifiche – rigorosamente informali, spiegano gli appassionati – dovrebbe trattarsi di un record. Anche se proprio da Cividale fanno sapere che forse c'è un caso paragonabile. Si tratta della Banca agricola popolare di Ragusa, presidente Giovanni Cartia. Entrò in banca a ventisei anni nel 1954, dopo uno stage alla Bnl. Diventò direttore generale della Bapr nel 1970. L'anno dopo suo padre Giovanbattista diventò presidente. Giovanni lascia la direzione nel 2001 e contestualmente diventa presidente della banca. Cumulando direzione e presidenza, batterebbe Pelizzo. Di famiglia liberale, il padre una volta si candidò alle elezioni. Lui, invece, dice di non professare fede politica: «Amico di tutti», spiega.
Con il loro fascino di provincia italiana e profondi nord e sud, quelle di Pelizzo e di Cartia sono due delle molte storie di longevità dei dirigenti bancari italiani. Una longevità che si articola in tre filoni molto diversi tra loro e non omologabili. Ci sono appunto i dirigenti delle Popolari, delle vecchie Casse di Risparmio e delle Bcc; c'è poi un residuo di banche famigliari con i loro leader (per esempio i Sella); e infine il fenomeno dei dirigenti che hanno guidato il processo di consolidamento del sistema bancario dalla metà degli anni 80 in avanti, e cioè un pezzo importante della storia economica del paese. Giovanni Bazoli, artefice di quella che oggi è Intesa Sanpaolo, partendo nel 1982 dalla presidenza del Buovo Banco ambrosiano; Corrado Faissola, oggi presidente del consiglio di sorveglianza di Ubi banca è stato uno dei protagonisti del consolidamento tra Bergamo e Brescia, partendo nel 1987 dalla guida del Cab, il Credito Agrario Bresciano. Fra i leader bancari longevi anche Cesare Geronzi (oggi presidente delle assicurazioni Generali), autore del consolidamento di Capitalia e dell'integrazione della banca in UniCredit. Una coda del consolidamento bancario negli organigrammi è anche quella delle presidenze di alcuni istituti confluite in gruppi più grandi. Un esempio Orazio Rossi, settantanove anni, presidente della Cassa di Risparmio del Veneto – oggi gruppo Intesa Sanpaolo – e già presidente della banca dal 1993, quando si chiamava Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

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Negli anni del consolidamento del sistema bancario si è progressivamente ridotto il numero delle banche famigliari, che erano state una specie di tappeto del capitalismo provinciale, specificatamente italiano. Restano una decina di piccole banche famigliari indipendenti. La banca Passadore, base Genova, è guidata da un ticket formato da Agostino, padre, e Francesco Passadore, figlio. Agostino ha 84 anni ed è presidente dal 1985.
Altro caso interessante è quello della famiglia Azzoaglio, piccola banca piemontese con sedici sportelli in tre province. Francesco Azzoaglio, nato nel 1931, è l'ad. Spiega Simone Azzoaglio, suo figlio e consigliere della banca: «Ovviamente nel caso di aziende come la nostra la longevità riguarda la famiglia non la durata di un singolo in carica. Per noi proprietà e gestione coincidono, non c'è una quota della banca fuori della famiglia».
Anche banca Sella, che è sì una banca famigliare, ma con caratteristiche strutturali molto managerializzate (4.500 dipendenti) ha un leader longevo, Maurizio, amministratore delegato dal 1974 al 2002, e presidente dal 2000; mentre l'ad è suo figlio Pietro dal 2002.
Nella schematizzazione a volte un po' astratta che lega longevità e potere, le storie più significative e quasi letterarie sono quelle municipali delle piccole popolari e delle Bcc. C'è il caso Spoleto, con la presidenza ventennale di Giovannino Antonini. Alla Popolare del Cassinate c'è un presidente da 25 anni, Donato Formisano, 77 anni, e un vicepresidente Vincenzo Formisano, suo figlio, 48enne. Le famiglie hanno un peso. A Bari, per esempio, la famiglia Jacobini regge la Popolare di Bari, 250 sportelli, da due generazioni (Luigi fondatore nel 1960, Marco attuale ad). A Ragusa i Cartia, di cui sopra, sono al vertice della Bapr addirittura da un secolo: Luigi Cartia, prozio dell'attuale presidente, diventa direttore della banca nel 1902.
Ma la rete dei potentati locali è fatta soprattutto di storie personali. Due anni fa ha lasciato la guida della Popolare dell'Etruria Elio Faralli, novantenne, repubblicano, che gli aretini considerano uno dei padri cittadini. Ha accettato la presidenza onoraria. Alessandro Azzi, sessantun'anni, è presidente della Banca di Credito Cooperativo del Garda dal 1985. Nelle Bcc il presidente in carica dal maggior numero di anni è Gaetano Saporito, 81 anni a maggio. Presiede dal 1975 la Banca di Credito cooperativo "G.Toniolo" di San Cataldo in provincia di caltanissetta, dove era entrato vent'anni prima come revisore. Saporito è un prototipo di esponente della classe dirigente locale del dopoguerra meridionale. Famiglia di piccolissimi proprietari, suo padre nel commercio di bovini, dopo la guerra partecipano alla divisione dei feudi e comprano un po' di terra dai baroni La Lomia di Canicattì, racconta il fratello del presidente, Totò Saporito, il quale – anche qui coincidenze della consanguineità – è direttore della Bcc. Il padre manda Gaetano a Perugia. Diventa prima veterinario condotto, poi provinciale, un'autorità nella società agraria della Sicilia interna. Ovviamente democristiano, per un periodo anche segretario cittadino del partito a San Cataldo, all'inizio degli anni '70 diventa punto di riferimento e banchiere locale. La Bcc di San Cataldo ha 18 sportelli, sta al centro esatto della Sicilia, e le aree di competenza – come recita una pagina del sito internet – evocano memorie feudali, Serradifalco, Pietraperzia, Misilmeri, Petralia Sottana. «Il segreto della longevità – dice Gaetano Saporito – è la fiducia degli altri. Il mio motto di banchiere rurale è stato: poco a molti».
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UNA VITA PER IL CREDITO
Giovanni Cartia Direttore generale dal 1970 e presidente dal 2001 Popolare di Ragusa
Lorenzo Pelizzo Ininterrottamente alla presidenza dal 1971 Popolare di Cividale del Friuli
Alessandro Azzi Presidente in carica dal 1985 Credito cooperativo del Garda

Agostino Passadore Presidente della banca di famiglia dal 1985 Banca Passadore
Orazio Rossi Presidente dell'istituto dal 1993 Cassa di Risparmio del Veneto

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