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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 07:38.
«Un'area monetaria come quella dell'euro non può essere solo un'area di circolazione di una moneta; può sopravvivere solo se l'Unione monetaria garantisce stabilità e prosperità. E per questo, tutti devono dare il loro contributo». Il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, fa il punto sulla propria vision dell'Europa in un'intervista concessa alla Frankefurter Allgemeine Zeitung (Faz) in edicola oggi. E spiega che «dobbiamo seguire tutti l'esempio della Germania, l'ho ribadito pubblicamente varie volte. La Germania ha migliorato la sua competitività attuando delle riforme strutturali. Questo deve essere il modello» dice Draghi, secondo il quale, oltre la disciplina di bilancio, c'è un'altra condizione necessaria affinché l'Europa sopravviva e questa condizione si chiama crescita. «La seconda importante condizione è che tutti i paesi realizzino delle riforme strutturali per accelerare la crescita economica. La crescita è il secondo pilastro sul quale si costruisce la stabilità finanziaria. Avremmo bisogno di un secondo sistema di regole, analogo ai criteri di Maastricht e al patto di stabilità, che crei le premesse per la crescita. Si potrebbe, così come per il bilancio, stabilire, ad esempio, delle norme per le riforme delle pensioni e sottoporli a controlli reciproci. In quel caso, naturalmente, un paese chiederebbe all'altro: perché avete ancora un età pensionabile di 57 anni invece che di 67 anni o di più come altri?».
Il quotidiano conservatore tedesco presenta il governatore italiano come «uno dei favoriti per la guida della Bce, dopo l'uscita a sorpresa di Axel Weber»; del resto, la stampa estera registra oggi che un altro banchiere centrale dotato di grande carisma l'attuale presidente della Bce, Jean Claude Trichet, esclude categoricamente l'ipotesi di una eventuale proroga del proprio mandato; sembra quindi avvalorato come ha scritto Wolfgang Munchau sul Financial Times il fatto che «la Bce ha bisogno di Draghi». Un consenso internazionale in crescita, quindi, per il candidato italiano, e del resto come ha ricordato il portavoce del governo federale tedesco, Seibert, «fondamentale non è tanto la cittadinanza, ma che il successore condivida l'impostazione tedesca nella lotta contro l'inflazione nella zona euro». Un consenso crescente anche in Italia: dopo il sostegno offerto dal ministro dell'Economia Tremonti e quello del ministro degli Esteri Frattini, è arrivato ieri anche il plauso dei banchieri, per bocca dell'ad di Intesa San Paolo, Corrado Passera: «Siamo tutti con Draghi». Nell'intervista, Draghi torna a sottolineare che «il compito della banca centrale è salvaguardare la stabilità dei prezzi e una crescita sostenibile è possibile solo se basata sulla stabilità».