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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 06:43.
La battaglia da 750 milioni di euro tra Fininvest e Cir sul Lodo Mondadori va verso la Cassazione. Ieri, al Tribunale di Milano, sono state depositate le ultime repliche del processo di Appello. Il primo grado del processo civile sulla Guerra di Segrate, che da venti anni si trascina tra Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti, è stata una vittoria schiacciante a favore di quest'ultimo. Il giudice Raimondo Mesiano ha infatti condannato in primo grado la Fininvest a un risarcimento da 750 milioni di euro. Quale che sia l'esito della sentenza, sia essa favorevole al gruppo di Silvio Berlusconi o a quello di Carlo De Benedetti, è molto probabile che uno dei due ricorrerà in Cassazione.
Per ora gli avvocati (il professor Enzo Roppo ed Elisabetta per Cir; Romano Vaccarellla e Giuseppe Lombardi, più i consulenti Ernesto Poli e Paolo Andrea Colombo per Fininvest) hanno presentato le rispettive controdeduzioni. È l'atto finale dell'appello, ma non è esclusa un'ultima udienza pubblica a inizio marzo: a quel punto il dibattimento si chiuderà del tutto e i giudici avranno 60 giorni di tempo per decidere chi ha ragione e riunirsi in camera di consiglio. La sentenza potrebbe arrivare a metà aprile o a maggio, ma i due mesi a disposizione non sono tassativi: la camera di consiglio potrebbe anche essere più lunga. Massimo entro l'estate, comunque, arriverà l'attesa sentenza di secondo grado che tutti guardano come l'esito dello scontro. Fininvest si vedrà confermata la maxi-sanzione? Oppure, in base alla nuova perizia, il risarcimento verrà ridotto, se non addirittura dimezzato?
Tutto il processo di appello ruota sostanzialmente attorno al documento stilato dai super-consulenti guidati dall'ex rettore dell'Università Bocconi Luigi Guatri: e la perizia, pubblicata lo scorso autunno, ha stabilito uno sconto alla mega-sanzione di primo di primo grado. Sul quantum dello sconto, tuttavia, i pareri sono discordanti: potrebbe essere addirittura del 50%, nello scenario più favorevole a Fininvest, oppure contenuto a circa un 20% secondo i calcoli più prudenti.
Arrivati alle battute finali, però, la sensazione è che nemmeno l'appello scriverà la parola fine sulla spinosa e controversa vicenda che nel 1991 portò alla spartizione della casa editrice Mondadori e all'inizio di una feroce guerra legale (prima in sede penale, ora civile). Da indiscrezioni raccolte in ambienti giudiziari pare sempre più evidente che si andrà al terzo grado di giudizio. Sono troppi e tanti gli interessi in gioco che nessuna delle due parti si fermerà all'appello. Dal canto suo la Fininvest ha sempre contestato tutto l'impianto giuridico della condanna in sede civile, in quanto la sentenza di primo grado sarebbe viziata dal fatto che, come base per il calcolo dell'ipotetico risarcimento è stata presa la cosiddetta «Proposta Fininvest», che invece la società in questione ha sempre misconosciuto. In bilancio la holding della famiglia Berlusconi non ha mai accantonato un euro, a riprova del fatto che ritiene di aver ragione su tutta la linea. Per questo è logico ipotizzare che userà tutte le sedi giuridiche possibili pur di far valere le sue posizioni.