Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2011 alle ore 18:31.
L'Islanda dice per la seconda volta no. Un no secco alla restituzione di quattro miliardi ai risparmiatori inglesi e olandesi colpiti dal fallimento della banca on line Icesave. Il presidente islandese, Olafur Ragnar Grimsson, si è infatti rifiutato di firmare l'accordo con Gran Bretagna e Olanda per rimborsare 4 miliardi ai circa 300 mila risparmiatori della banca on line Icesave, controllata da Landsbanki fallita nel 2008. E, per la seconda volta, propone di sottoporre l'accordo a referendum nonostante nei giorni scorsi il Parlamento abbia approvato l'ultimo accordo con netta maggioranza. Grimsson ha spiegato che è necessario ricorrere ad un referendum per soddisfare una petizione sul blocco dell'accordo, fatta da 42 mila dei 318 mila abitanti dell'Islanda.
La decisione di Grimsson non può che inasprire i rapporti con Gran Bretagna e Olanda dopo che il governo aveva convinto i due Paesi a negoziare un nuovo accordo dopo che il primo era stato già bocciato proprio con un referendum nel marzo del 2010.
«Abbiamo preso nota della decisione, le negoziazioni sono chiuse e un accordo iniziale è sul tavolo» ha detto il portavoce del ministero delle Finanze olandese, interpellato da Bloomberg.
Da parte sua, anche il Tesoro britannico ha affermato – con un comunicato - di aver preso «nota» della decisione del presidente islandese di bloccare l'ultimo accordo e che occorrerà «un chiarimento della posizione» di Reykjavik «nei prossimi giorni».
Anche nel gennaio 2010, il presidente decise di indire un referendum sul cosiddetto accordo «Icesave» raggiunto con Gran Bretagna e Olanda e che era meno favorevole all'Islanda, per la restituzione del debito, e il parlamento diede l'ok all'unanimità alla proposta. E l'esito fu la vittoria dei 'no'.
Così, la società di rating Fitch tagliò il proprio giudizio sul credito dell'Islanda a 'spazzatura'. Da parte loro, anche le agenzie Moody's e Standard & Poor's riservarono al debito islandese il più basso grado di investimento.
L'ultimo accordo 'Icesave' sarebbe costato allo Stato circa 404 milioni di dollari, mentre il debito rimanente sarebbe stato ripagato con la cessione di asset di Landsbanki.
Il presidente dell'Islanda ha soprattutto degli incarichi onorifici ma ha il potere di indire un referendum, un'opzione rara utilizzata solo due volte dall'indipendenza del Paese che
risale al 1944.