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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2011 alle ore 07:50.

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LUGANO
Ubs è rimasta in area utili nel secondo trimestre 2011, anche se con un profitto inferiore a quello della fase precedente. La maggior banca elvetica, uscita l'anno scorso dalle secche della crisi del 2008-09, dovrà procedere a nuovi risparmi e a tagli degli organici. Tra aprile e giugno Ubs ha realizzato un utile netto di 1,015 miliardi di franchi, un dato di rilievo ma inferiore agli 1,8 miliardi dei tre mesi precedenti e ai 2 miliardi di un anno prima.
Il direttore finanziario Tom Naratil non ha precisato l'entità del taglio occupazionale. «Siamo ancora all'inizio della fase di pianificazione, perciò non possiamo fornire indicazioni concrete», ha detto Naratil, precisando però che saranno toccate tutte le unità. In primo piano vi sarà soprattutto l'investment banking, ha affermato il Ceo Oswald Grübel. Ubs ha reso noto che nei prossimi due-tre anni i costi dovranno scendere di 1,5-2 miliardi di franchi. A fine giugno il gruppo aveva in organico 65.707 addetti a tempo pieno (erano 83mila nel 2007). Recentemente si sono diffuse voci, non confermate, di 5mila esuberi.
Nel secondo trimestre l'afflusso netto di nuovi fondi è ammontato a 8,7 miliardi di franchi, contro i 22,3 del primo trimestre. L'utile netto del periodo è al di sotto delle attese del mercato. Lo stesso vale per l'afflusso netto di fondi. A Zurigo il titolo Ubs ieri è sceso del 2,9%, a 13,50 franchi. Secondo la banca, le nuove esigenze in materia di capitale e sul piano regolamentare, combinate con un deterioramento delle prospettive economiche internazionali, peseranno sui futuri introiti. Per Ubs è «improbabile» riuscire a centrare l'obiettivo futuro di utile ante imposte stabilito nel 2009, ossia 15 miliardi di franchi. «Le incertezze che gravano sulla congiuntura economica non sembrano dissolversi. Pertanto non prevediamo sensibili miglioramenti nella situazione dei mercati per il terzo trimestre 2011, soprattutto alla luce del ridimensionamento stagionale dell'attività che accompagna le vacanze estive, e ci attendiamo che tali condizioni continueranno a limitare i nostri risultati», ha affermato Ubs. «Quale conseguenza della nostra intenzione di iniziare a intraprendere misure di contenimento dei costi, è probabile che iscriveremo a bilancio oneri significativi di ristrutturazione nell'ultima parte dell'anno», ha aggiunto l'istituto.
Mentre l'investment banking ha dovuto subire alcune battute d'arresto e contrazioni dei risultati, la gestione di patrimoni, che resta per molti aspetti il core business della banca, in sostanza è andata avanti. A fine giugno Ubs aveva in gestione patrimoni per 2069 miliardi di franchi, rispetto ai 2198 di tre mesi prima, ma la diminuzione è dovuta principalmente all'apprezzamento del franco. La banca, infine, ha annunciato un miglioramento del coefficiente patrimoniale BRI Tier 1, pari al 18,1% a fine giugno rispetto al 17,9% di fine marzo. Il coefficiente patrimoniale BRI Core Tier 1 è salito dal 15,6% al 16,1 per cento.
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