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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2011 alle ore 06:42.

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Dopo l'aumento di capitale, la revisione della governance e il riassetto manageriale, arriva il tempo delle dismissioni per Fondiaria-Sai. L'amministratore delegato, Emanuele Erbetta, aveva congelato le cessioni appena dopo la sua nomina a inizio anno. C'erano altre priorità. Ora, invece, è arrivato il momento di riprendere in mano il dossier.
A inizio agosto il gruppo ha annunciato la vendita del 27,2% del capitale di Citylife a Generali Properties attraverso la controllata Milano Assicurazioni. L'operazione del valore di 109,3 milioni consente di realizzare una plusvalenza di 31 milioni a livello di bilancio consolidato, sia per Milano Assicurazioni che per la capogruppo. Dopo la cessione diventa poco strategico anche il consorzio di costruzione Tre Torri, per il quale però non sono ancora in corso trattative. La prossima operazione all'ordine del giorno potrebbe, quindi, essere la valorizzazione di AtaHotels. Nel marzo scorso, proprio l'ad Erbetta aveva dichiarato: «La nostra strategia è quella di concentrarsi sul core business assicurativo. Esistono delle attività diversificate non coerenti con questa strategia», aggiungendo inoltre che questo «fa sì che Atahotels sia un asset su cui fare delle riflessioni». La riflessione sarebbe ora in uno stadio avanzato, tanto che le nuove nomine ai vertici di AtaHotels nel luglio scorso vengono lette come una mossa per valorizzare la società. A metà luglio, infatti, Giulio Carlo Dell'Amico, già presidente del gruppo, aveva assunto anche la carica di amministratore delegato, sostituendo Ernesto Albanese. Dell'Amico, per altro, da marzo 2011 ha la responsabilità delle società diversificate non assicurative. Il rinnovo dei vertici di AtaHotels ha visto anche la nomina di un nuovo direttore generale, Roberto Franchi. La nuova squadra manageriale ha il compito ora di attuare il piano di rilancio di AtaHotels, catena alberghiera italiana con circa 5.900 camere gestite, che ha chiuso il 2010 con una perdita di 59 milioni. Per quest'anno, comunque, è stimato un miglioramento del risultato.
La valorizzazione di Marina di Loano è l'altro dossier, cui il management, rafforzato in giugno dall'arrivo del nuovo dg Piergiorgio Peluso, sta lavorando. Il porto è terminato, ma oggi avrebbe un valore inferiore al prezzo di carico perché ancora vuoto. La strategia è quella di trovare chi possa gestirlo e iniziare a vendere i posti barca, in modo da poter cedere poi l'attività a un valore maggiore. Il management è già stato individuato, ma i tempi poi per arrivare alla dismissione non sono brevi.
Terzo capitolo è quello della partecipazione in Igli, società che controlla Impregilo con una quota del 29 per cento. La società vede nell'azionariato la famiglia Ligresti affiancata da Gavio (attraverso Argo Finanziaria) e Benetton (attraverso Atlantia). Proprio questi ultimi, secondo le indiscrezioni dei mesi scorsi, potrebbero rilevare la partecipazione del 33% dei Ligresti e una soluzione sarebbe possibile entro l'anno.
Tornando al settore delle attività diversificate del gruppo Fonsai – che comprende le società attive nel comparto finanziario, del risparmio gestito, agricolo e alberghiero – il 2010 si è chiuso con una perdita prima delle imposte di 67,9 milioni di euro nel 2010. Lunedì prossimo, 29 agosto, quando il consiglio di amministrazione esaminerà la semestrale, si potrà valutare, numeri alla mano, quanto ancora il settore pesa sui conti del gruppo.
Nel complesso il primo trimestre aveva visto una riduzione della perdita a livello consolidato a 24,9 milioni (-104,4 milioni del 2010) e l'ad aveva commentato che nel caso fosse stato confermato il trend dalla semestrale, la società avrebbe potuto rivedere al rialzo i target e chiudere l'esercizio in nero. Ora l'attesa è per i conti di lunedì.
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