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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2011 alle ore 06:40.

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Qualcuno ancora non l'avrà aperta; altri si staranno domandando che cosa farne; ci sarà anche chi pensa di disfarsene, chi teme che, rivelando dati personali, possa un giorno subire qualche batosta fiscale; chi si domanda «Ma come, lo Stato non sa già tutto di me?». Non mancherà comunque lo scrupoloso che si è già precipitato a barrare tutte le caselle.
Invece, la busta che sta arrivando nelle case degli italiani con il questionario per il censimento dell'Istat va trattata con i dovuti riguardi. A partire dal momento della compilazione: la foto al Paese si presume scattata il 9 ottobre, quindi le notizie da fornire sono quelle valide a partire da ieri (tanto che la compilazione online non era possibile prima). Altrettanto importante è non cestinare il plico: rispondere è obbligatorio e chi non lo farà sarà sollecitato a farlo.

Le fasi
La busta viene recapitata per posta (l'invio terminerà il 22 ottobre) alle famiglie, italiane e straniere, residenti al 31 dicembre 2010 (chi si è iscritto all'anagrafe dopo la riceverà da un rilevatore comunale). Il plico contiene il questionario, una lettera di accompagnamento e le istruzioni per l'uso; il primo foglio riporta anche una password da utilizzare per la compilazione via internet (all'indirizzo http://censimentopopolazione.istat.it). Due le versioni in cui potrà arrivare il questionario: in forma completa di colore rosso (84 domande) oppure in forma ridotta (verde con 35 domande). A un terzo (scelto casualmente) degli abitanti in 488 comuni di oltre 20mila abitanti è inviata la versione completa, mentre gli altri due terzi ricevono quella ridotta; le famiglie residenti nei restanti comuni ricevono quella completa.

Chi dovesse avere dei dubbi potrà avvalersi delle istruzioni allegate al questionario oppure rivolgersi al numero verde gratuito 800.069.701 (dalle ore 9 alle 19) o consultare il sito dell'Istat. Altri supporti informativi sono garantiti dall'Istituto nazionale di statistica nei cento comuni più grandi (Census point), tramite minibus (Census tour) in oltre 700 centri di piccole e grandi dimensioni, in stand e corner allestiti in occasione di importanti convegni, fiere e assemblee.
Nessun timore sotto l'aspetto della privacy, i dati forniti sono coperti dalla normativa, in particolare dal Dlgs 196/03 (protezione dei dati personali) e dal Dlgs 322/89 (Norme sul Sistema statistico nazionale e sulla riorganizzazione dell'Istat che, tra l'altro, vincola l'Istituto al segreto statistico e al segreto di ufficio, senza contare che l'Istat non è mai venuto meno al rispetto della riservatezza): le informazioni raccolte potranno essere elaborate e pubblicate sotto forma di tabelle, senza possibilità di indentificazione delle persone.

Riconsegna
Una volta barrate le caselle, il questionario va restituito a partire da oggi ed entro il 20 novembre.
Attenzione a non imbucare la busta nella cassetta delle lettere: se si sceglie il cartaceo – anziché l'opzione online – si riconsegnerà a mano il plico in un ufficio postale o a uno dei Centri di raccolta allestiti dai Comuni. Agli stessi uffici si potrà chiedere un'altra copia del questionario qualora lo si smarrisse o si rovinasse (indirizzi sul sito Istat o al numero verde).
Dal 21 novembre al 29 febbraio 2012 partirà l'azione di "sollecito": le famiglie che non hanno restituito il questionario riceveranno la visita degli incaricati comunali (riconoscibili da un tesserino, la "Carta di autorizzazione del rilevatore"), i quali dovranno anche colmare altri buchi, per esempio rilevare le famiglie non presenti nelle liste anagrafiche. E potranno offrire assistenza nella compilazione.
Non pensare di cestinare busta e fogli: l'obbligo è sancito dall'articolo 7 del Dlgs 322/89. È facoltativo rispondere solo alla parte riguardante i problemi di salute (Sezione II, «Difficoltà nelle attività della vita quotidiana»). La sanzione per gli inadempienti va da 206 a 2.065 euro. Vi si arriverà però solo dopo che l'Ufficio comunale avrà messo in atto le iniziative opportune per convincere la famiglia a collaborare e una volta accertato il rifiuto o la precisa volontà di dare informazioni errate o incomplete.

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