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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2012 alle ore 06:44.

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Premafin, convertendo da 150 milioniPremafin, convertendo da 150 milioni

Premafin fissa per giovedì la riunione del consiglio di amministrazione chiamato a esaminare l'offerta Palladio-Sator, mentre il piano di ristrutturazione dei debiti, incluso il convertendo, passa al vaglio degli istituti finanziatori. La holding che fa capo alla famiglia Ligresti riunirà il board per valutare in modo approfondito il piano di Sator e Palladio, che hanno proposto la scorsa settimana di ripatrimonializzare la holding con 450 milioni di euro, 50 milioni in più di quanto offerto da Unipol nell'ambito del progetto di aggregazione con il gruppo Fondiaria Sai.

Le convocazioni potrebbero partire già oggi anche se non si possono escludere slittamenti dell'ultima ora e il board potrebbe tenersi anche venerdì. Premafin ha firmato una esclusiva con Unipol che scade il 30 giugno.

In attesa di conoscere il verdetto della famiglia, ieri si è tenuto l'incontro tra Premafin e le banche finanziatrici, prime fra tutte UniCredit e Mediobanca, in merito all'accordo di ristrutturazione dell'indebitamento. Nel corso della riunione la holding ha presentato una proposta articolata per rivedere le scadenze attualmente fissate per il rimborso del debito. In sostanza il piano è diviso tra una parte di ristrutturazione (220 milioni) e una parte di prestito convertendo (150 milioni di euro). In quest'ultimo caso, il prestito avrebbe durata di tre anni e la conversione avverrebbe in azioni della nuova società che nascerà dalla fusione tra Premafin, FondiariaSai, Milano Assicurazioni e Unipol, per cui al momento tale opzione resta una «clausola», da approvare preventivamente dagli istituti e da concretizzare solo dopo che ci saranno le autorizzazioni a procedere con il piano di aggregazione. Tale strumento è stato infatti scelto perché permette di fissare una scadenza più lunga, dunque 3 anni, e tener conto così dei tempi tecnici della fusione. Lo stesso sarà accompagnato dalla ristrutturazione dei restanti 220 milioni di euro che resteranno dunque a debito della holding, ma saranno rimborsati non più al 2014 come attualmente è previsto, ma al 2018. Attualmente la finanziaria a cui fa capo il controllo di Fondiaria Sai ha un indebitamento di 322 milioni suddiviso tra UniCredit (110), Mediobanca (70), Cariparma (40), Ge (40) e Intesa Sanpaolo (26). Tuttavia l'accordo riguarda 370 milioni perché ci sarebbe la parte legata ad un equity swap di UniCredit di 50 milioni.

Il nuovo piano, che stando ad alcune fonti avrebbe già raccolto il consenso dei principali creditori, sostituisce così l'accordo siglato alla fine del 2010 che spostava al 2014 le scadenze per la holding. Ma soprattutto è il risultato di una trattativa serrata da parte di Unipol e Leonardo & C con le banche finanziatrici di Premafin. In prima battuta il progetto prevedeva la semplice conversione in equity dei debiti, la restituzione di metà dei 170 milioni restanti e la rimodulazione del resto. Poi la scelta è caduta sullo strumento del convertendo e si è deciso di procedere con la ristrutturazione di una parte del debito. L'incontro di oggi, ad ogni modo, è destinato a essere il primo di diversi e probabilmente lo schema dell'accordo potrebbe essere suscettibile di altre modifiche. Le parti si rivedranno la prossima settimana, probabilmente lunedì o martedì, per riprendere il negoziato, ma secondo alcune fonti una risposta potrebbe già esserci martedì. Non a caso oggi UniCredit, che riunirà il board, porterà al consiglio una informativa sul dossier FonSai. L'obiettivo è cercare di raccogliere l'unanimità da parte degli istituti per poi procedere con la tabella di marcia che porterà alla incorporazione di Premafin in Fondiaria Sai, Milano e Unipol. Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol, che ieri ha incontrato la famiglia Ligresti e poi, in rapida successione, l'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, si è detto comunque fiducioso sull'operazione.