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Questo articolo è stato pubblicato il 16 marzo 2012 alle ore 06:43.

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«Solo Unipol salva FonSai». Nella foto Carlo Cimbri Ceo di Unipol. (Imagoeconimica)«Solo Unipol salva FonSai». Nella foto Carlo Cimbri Ceo di Unipol. (Imagoeconimica)

In caso di opzione stand alone secondo lei servono dunque più denari?
A mio avviso sì.
Perché avete deciso di inserire Premafin nel vostro progetto di riassetto? La holding potrebbe uscire dal piano?
Non ci sono elementi che mi portino a pensare di dover cambiare il progetto che stiamo portando avanti. Quanto alla scelta di includere Premafin, è la conseguenza di un unico obiettivo, ossia impiegare tutte le risorse che abbiamo a disposizione per risanare FonSai. Cosa che non avremmo potuto fare nel caso in cui avessimo deciso di rilevare direttamente azioni Fondiaria.

Non temete però che i debiti Premafin possano indebolire il profilo finanziario dell'agglomerato?
Se la negoziazione con le banche andrà in porto, la holding avrà un'esposizione meno onerosa e con scadenze più lunghe. Inoltre, a fusione ultimata, la posizione migliorerà grazie al convertendo, convertibile fin da subito, da 150 milioni. Senza contare che la sola eliminazione di Premafin vale, esclusi gli oneri finanziari, 25 milioni di risparmi di costo all'anno.

Il vostro piano rischia di scontrarsi con le Authority, Antitrust in primis.
Le quote di mercato dell'agglomerato saranno importanti ed è nostra intenzione ridurre il portafoglio nelle zone dove l'Autorità lo riterrà opportuno. Non a caso il piano industriale prevede un decremento del portafoglio danni del 10% a 10,5 miliardi nel 2015.
Si potrebbe porre un tema Antitrust anche vista la forte esposizione, 1,5 miliardi, che avete verso il primo socio Generali, ossia Mediobanca.
Il piano prevede una riduzione di 200 milioni dei subordinati Mediobanca. Lo finanzieremo tramite cessioni o con il ricorso ad altro tipo di debito. È nostro interesse ridurre il livello di concentrazione del credito verso il singolo istituto.

A che punto siete con i concambi?
Ci vuole ancora qualche settimana. Noi siamo pervenuti a una valutazione delle singole aziende, ora però bisogna che si formi un punto di vista condiviso.

Avete stimato più di 300 milioni di sinergie, come le otterrete? Sono previsti anche tagli al personale?
Sarei ipocrita se dicessi che la fusione non creerà sovrapposizione, ma è una cosa che gestiremo con i sindacati. Sarà un importante progetto di ristrutturazione che avrà come focus la redditività, il rigido controllo della qualità assuntiva, la razionalizzazione delle operations e l'innovazione.

Può fare qualche esempio in termini di razionalizzazione?
Linear e Dialogo, per esempio: non ha senso tenere due compagnie on line. E poi nella bancassicurazione si pone l'opportunità di perseguire un progetto importante che vale 5 miliardi di premi: noi abbiamo Arca e Fondiaria ha Popolare Vita.

E il portafoglio immobiliare FonSai?
Ritengo che ci sia ancora da lavorare. In ogni caso, l'immobiliare avrà un'incidenza sull'entità unica del 10%, è un ammontare elevato e puntiamo a ridurlo ma in una logica opportunistica.

A livello dirigenziale c'è chi pensa che Unipol azzererà la managerialità di Fondiaria.
Non si può generalizzare, in una grande azienda ci sono sempre figure di alto profilo e quelle le valorizzeremo contribuendo anche con l'innesto di nostre risorse.