Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2012 alle ore 15:17.

My24

Per ridurre il debito pubblico, «la strada praticabile è quella di garantire, con un programma pluriennale, vendite di beni pubblici per 15-20 miliardi di euro l'anno pari all'1% del Pil». Lo propone il neoministro dell'Economia, Vittorio Grilli in un'intervista al Correre della Sera. Secondo Grilli in tal modo sarebbe possibile ridurre il debito di venti punti in cinque anni.

Grilli critica Moody's (che in settimana ha declassato il rating dell'Italia nel giorno di un'importante asta di titoli di Stato), si mostra ottimista sul collocamento dei titoli pubblici italiani, confida di evitare anche nel 2013 l'aumento dell'Iva e pensa che sia possibile ridurre il carico fiscale sul lavoro con la lotta all'evasione, che per quest'anno stima possa dare un gettito superiore ai 10 miliardi.

Esiste un possibile percorso di rientro del debito? «Io - risponde Grilli - non credo alle virtù di prestiti forzosi, la mia cultura liberale fa sì che certe soluzioni non mi convincano». E allora? «Non potremo vivere all'infinito con un fardello così pesante sulla testa degli italiani? Per il ministro «la strada praticabile è quella di garantire, con un programma pluriennale, vendite di beni pubblici per 15-20 miliardi l'anno, pari all'1 per cento del Pil». Un po' poco, ministro. «No, tutt'altro, se lei pensa che già abbiamo un avanzo primario, cioè prima del pagamento degli interessi sul debito, del 5 per cento e calcoli una crescita nominale del 3 per cento, cioè tolta l'inflazione all'1, vorrebbe dire ridurlo del 20 per cento in 5 anni».

All'indomani dell'ennesima bocciatura di Moody's, che ha ridotto di due gradini la valutazione del debito italiano (da A3 a Baa2), la delusione per il voto ritenuto ingiusto non scalfisce in Grilli la soddisfazione per l'andamento delle aste dei titoli pubblici con rendimenti in calo. «Una grande differenza rispetto a poco meno di un anno fa». Io non mi farei, ministro, grandi illusioni, lo spread è sceso di poco dai massimi di novembre (575). «Sì, ma la curva dei rendimenti dei nostri titoli - risponde il ministro dell'Economia - è completamente diversa. Prima, quelli a breve erano superiori a quelli a lungo termine, segno che per l'Italia l'accesso ai mercati si stava chiudendo. Oggi accade il contrario. I tassi a breve sono più bassi di quelli a lunga. Ancora troppo elevati, però».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi