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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2012 alle ore 21:01.

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Tra i principali obiettivi di Snam? Dopo l'avvio della separazione da Eni, ormai verso la completa realizzazione, essenzialmente due. Da un lato, quello finanziario: ripagare il debito infragruppo di 11,7 miliardi con il Cane a sei zampe e, al contempo, dotarsi della struttura finanziaria per sostenere anche lo sviluppo. Dall'altro, definire e concretizzare la crescita, senza però l'ombrello "protettivo" dell'Eni.

La struttura finanziaria
Due target importanti, a fronte dei quali il risparmiatore domanda: quale lo stato dell'arte? La risposta è articolata. Rispetto al rifinanziamento del debito, tenendo in conto la crisi dell'euro, il mercato ha espresso preoccupazioni. L'azienda guidata dal ceo Carlo Malacarne, però, ricorda che già a luglio gli obiettivi per l'indipendenza finanziaria sono stati raggiunti. Il deconsolidamento da Eni, quindi, avverrà senza problemi. A inizio giugno, Snam ha firmato con un pool di banche un mandato per la strutturazione e sottoscrizione di un prestito del valore, appunto, di 11 miliardi. Il 24 luglio i contratti sono stati perfezionati per 9 miliardi. La riduzione di 2 miliardi? Conseguenza dell'utilizzo del programma di emissione di Euro Medium Term Notes (Emtn), deliberato dal cda inizio giugno.

Le emissioni corporate
Snam in luglio ha infatti emesso 2 bond, da 1 miliardo ciascuno. Il primo (scadenza a luglio 2016) ha una cedola fissa del 4,375%; il secondo (durata di 6,5 anni) paga invece un coupon del 5%. A queste obbligazioni, proprio la scorsa settimana, si è aggiunta un'altra emissione in due tranches: a 5 anni e mezzo (cedola fissa del 3,875%) e 10 anni (al 5,25%). L'ammontare totale è stato di 2,5 miliardi. Una cifra che, sommata ai titoli già quotati, porta il controvalore delle obbligazioni targate Snam a 4,5 miliardi. Il risultato, a detta degli esperti, da un lato è l'indizio della capacità della società di fare funding sul mercato. E, dall'altro, permette di ridurre l'ammontare di nuovi bond "legati" al prestito ponte (Bridge to Bond) con le banche. Quest'ultimo infatti, dopo le recenti emissioni, dev'essere rimborsato per altri 1,5 miliardi. Titoli che verranno offerti nel 2012? Difficile. L'azienda, a questo punto, si prende il tempo necessario. Non escludendo, seppure l'Emtn parli solo di istituzionali, anche l'ipotesi di un prestito al retail. Al di là dei bond corporate, e del rifinanziamento del debito, il gruppo ha comunque allargato lo spettro delle risorse finanziarie. L'obiettivo? Sostenere anche gli investimenti per la crescita. Così, a fronte di una posizione finanziaria negativa per 11,7 miliardi al 30 giugno scorso (il target a fine 2012 è tra 12,4-12,5 miliardi), il fabbisogno finanziario netto fino al 2015 è stimato tra 16-17 miliardi. Risorse, ricorda l'azienda, in gran parte già trovate. E che, come accaduto venerdì scorso con i 300 milioni (su complessivi 400) deliberati dalla Cdp, vengono via via finalizzate.

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