Finanza e Mercati Finanza PersonaleIl gruppo Anima in pole position nel «risiko» del risparmio
Il gruppo Anima in pole position nel «risiko» del risparmio
di Vittorio Carlini | 26 gennaio 2015
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Il 2014 è stato uno dei migliori anni per l'industria del risparmio gestito. La raccolta netta è prevista oltre 120 miliardi. In un simile contesto, non c'è da stupirsi, le società del comparto hanno realizzato performance positive. Così è per Anima Holding che, nell'anno appena concluso, ha concretizzato una raccolta netta di 7,6 miliardi. Vale a dire più del doppio rispetto al 2013. Ciò detto, tuttavia, alcuni sottolineano che la recessione in Italia può indurre un rallentamento della crescita dei flussi nell'intero settore.
Diversi esperti rigettano l'obiezione. I bassi rendimenti del BTp, uniti alla crisi del mattone con i prezzi in calo e le maggiori tassazioni, spingono verso il risparmio gestito. Al di là di queste considerazioni, quali però le strategie di crescita del gruppo indipendente? In primis resta, ovviamente, il focus sulla crescita organica. Cui può aggiungersi, tra le altre cose, anche la volontà di essere polo aggregatore. Allo stato attuale, è l'indicazione di Anima, non c'è nulla di concreto. E però quali le possibili modalità con cui può concretizzarsi questa strategia di eventuale crescita per linee esterne? Il gruppo, ricordando che il suo è un business a lungo termine, sottolinea di pensare sempre a partnership anche nel caso di acquisizioni. Del resto, nelle operazioni realizzate in passato, i partner coinvolti hanno sempre sottoscritto una quota di partecipazione al capitale del gruppo.
I numeri ufficiali saranno pubblicati a breve. Tuttavia il 2014 verrà ricordato come uno degli anni migliori per l'industria del risparmio gestito in Italia. La raccolta netta è prevista sull'intero esercizio oltre 120 miliardi. Il patrimonio in gestione invece a fine novembre, secondo quanto indicato da Assogestioni, era a quota 1.564 miliardi. In un simile contesto, non c'è da stupirsi, le società di settore hanno realizzato performance positive. Così è per Anima Holding, operatore indipendente quotato a Piazza Affari dal 16 aprile 2014.
La società, alla fine del dicembre scorso, ha concretizzato nell'anno una raccolta netta di 7,6 miliardi: più del doppio di quanto realizzato nel 2013 con una prevalenza della componente retail. Il totale dell'Asset under Management (AuM), dal canto suo, ha raggiunto 57,11 miliardi in rialzo del 23% rispetto al dato di fine 2013. Una dinamica, quest'ultima, conseguenza anche della positiva performance delle masse gestite corrispondente, a livello di fondi comuni, alla media ponderata del 4,9%.
A fronte di simili numeri si è giocoforza indotti a pensare che siano tutte rose fiori. In realtà, sull'intero settore (e quindi sulla stessa Anima), può sorgere il dubbio. Certo, le dinamiche del comparto paiono inequivocabili. Tuttavia, l'Italia è stretta da una continua recessione. Il che può indurre al rallentamento della crescita dei flussi verso il risparmio gestito e, di conseguenza, al calo della raccolta. Diversi esperti rigettano il timore. Esiste infatti, a loro dire, una duplice dinamica a favore del comparto. Da una parte, i bassi rendimenti del BTp (e degli asset in generale) inducono il signor Rossi a guardare verso prodotti finanziari quali, ad esempio, i fondi d'investimento. Dall'altra la crisi del mattone, con il calo dei prezzi e le maggiori tassazioni, costituisce un'ulteriore spinta a sostegno del mondo del risparmio gestito. Quindi, ipotizzare nel breve periodo il venire meno dei flussi ha poco senso.