Finanza e Mercati Finanza PersonaleIl gruppo Anima in pole position nel «risiko» del risparmio
Il gruppo Anima in pole position nel «risiko» del risparmio
di Vittorio Carlini | 26 gennaio 2015
Queste alcune considerazioni generali, quale però il concreto andamento di Anima? Ebbene, dapprima deve sottolinearsi che il gruppo suddivide la sua attività in due: il business retail e quello istituzionale. Quest'ultimo, circa il 4o% dell'AuM, è costituito da suoi prodotti (a esempio fondi d'investimento) inseriti in altre soluzioni di clienti, per l'appunto, istituzionali (dalle assicurazioni fino ai fondi pensione).
Il primo invece, intorno al 60% dello stock di patrimonio in gestione, riguarda soluzioni «made in Anima» vendute al signore e alla signora Rossi.
Detto dei due segmenti, la caratteristica essenziale della società è che non possiede, ne vuole avere in futuro, una propria rete di promotori finanziari. Cioè, la distribuzione dei suoi prodotti è di fatto realizzata attraverso network di soggetti terzi. In particolare, nel segmento retail, di proprietà delle banche.
A fine settembre scorso, ultimo dato disponibile, per circa il 92% l'AuM è legato al canale bancario. Di questo, l'82,9% è rappresentato dai cosiddetti accordi strategici. Cioè, le partnership con Mps (dal 2009 al 2030); con Bpm (2011-2030) e, infine, Creval (2013-2027). Gli istituti in questione peraltro, anche in conseguenza delle diverse aggregazioni che hanno portato alla nascita di Anima, sono essi stessi soci del gruppo: il Monte dei Paschi detiene il 10,3% di Anima holding; il Credito Valtellinese il 2,8% e la Banca popolare di Milano il 16,8%.
Al di là di quest'ultima indicazione, ciò che alcuni risparmiatori rilevano è la concentrazione della distribuzione del business retail su pochi partner. Una situazione che, anche a fronte dell'evoluzione e dei rischi del sistema finanziario, fa storcere il naso. Vale a dire: sarebbe necessaria un maggiore diversificazione su un maggiore numero di banche.
L'obiezione, ricordando peraltro la recente nuova partnership strategica con Banca Popolare di Puglia e Basilicata, viene contrastata con diverse considerazioni. In primis, come si evince dalle slide di presentazione dei dati al 30/9/2014, le tre partnership strategiche permettono di raggiungere circa 8 milioni di potenziali cliente. Una rete di circa 3.600 sportelli la cui presenza si articola in regioni economicamente ricche: dalla Lombardia alla Toscana fino al Veneto. Inoltre, gli accordi consentono diverse attività a supporto dei prodotti di Anima: da fondi costruiti ad hoc sulla clientela ad attività di marketing fino ad incontri per la formazione del personale bancario. Al di là di ciò, il risparmiatore sottolinea però che Mps deve affrontare un altro aumento di capitale. La necessità di chiudere il turnaround potrebbe essere di ostacolo allo sviluppo del business di Anima. Gli analisti invitano ad una lettura meno superficiale del tema. Questi sottolineano, come peraltro si evince dagli stessi bilanci dell'istituto senese, che il risparmio gestito è una delle leve per il miglioramento del margine commissionale. Quindi, il timore è mal posto.