Alessandro Marzo Magno, autore di libri tra la storia e il costume (tra gli altri, “La carrozza di Venezia. Storia della gondola”, “L’alba dei libri” e “L’invenzione dei soldi”), esce con un nuovo e spassosissimo volume sulla cucina italiana: “Il genio del gusto”.
Con la curiosità, la passione e lo studio che lo hanno contraddistinto nei suoi precedenti titoli, affrontata ora la spinosa questione della cucina nazionale: spinosa in quanto colma di leggende spesso inventate all’uopo, aneddoti dell’ultima ora e liti di predominanza. Ma principalmente spinosa per quella parte di mondo che considera la cucina italiana in modo un po’ troppo nazionalistico e che interpreta il talento italiano abbinato alla cucina come genio della creazione tout court. Al contrario Marzo Magno racconta questo meraviglioso viaggio delle ricette e delle invenzioni italiane nei secoli mettendo in evidenza come il genio sia stato non solo nelle ideazioni ma per lo più nel saper sempre contaminare lavorazione e ingredienti con quelle degli altri.
Sapere attraverso puntigliose indagini che la pasta ha origini arabe e la pizza era preparata già dai greci, che la mozzarella prodotta in Campania e Lazio era fatta con bufali provenienti dall’Asia, sottolinea quanto nei secoli i cuochi siano stati sempre culturalmente aperti a incroci e sperimentazioni. Ma anche i capitoli dedicati alle invenzioni sembrano confermare questa predisposizione alla contaminazione tra culture e usanze: come la Nutella che nacque cinquant’anni fa dalla Ferrero anche se la storia della cioccolata e del rapporto tra questa e Torino ha radici molto più in là nel tempo. E poi il carpaccio e il prosecco e lo spritz e molte altre sono storie di genio e contaminazione: l’arguzia di guardare alle invenzioni degli altri per reinventare a modo proprio.
Alessandro Marzo Magno
Il genio del gusto
Garzanti, 2014
Pagine 344
Euro 19,50
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