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A pranzo tra le fusa, da Romeow al Café des chat, i "cat…

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Ristoranti

A pranzo tra le fusa, da Romeow al Café des chat, i "cat café" alla giapponese spopolano anche in Europa

Tutti i toni dell’azzurro, il candore del bianco, il calore del legno (venato e graffiato), parquet e vecchie ceramiche. Libri e cassetti sospesi nel vuoto, un po’ di riciclo e molto design. Baffi e code di gatto sollevate in segno di saluto. Siamo da Romeow, da tre mesi primo catbistrot di Roma: cucina vegana, tanto raw food e  una piccola colonia felina per coccole discrete in poltrona o sotto il tavolo.

Gatti e cucina, una passione nipponica

Proprio come nei Neko café giapponesi (Neko vuol dire gatto), locali consacrati ai mici, simboli della cultura nipponica contemporanea: il primo, il  Neko no Jikan, ha aperto a Osaka nel 2004. Ma il vero pioniere fu a Taiwan il Paradise Cat Café: 40 gatti da accarezzare  e fotografare, con consumazione. Su questa scia d’Oriente i cat café  (bar à chats Francia) si sono moltiplicati ovunque nel mondo. In Giappone, dove  i gatti sono venerati e considerati un antidoto allo stress, sono i locali più alla moda.  Haruki Murakami, lo scrittore che ha raccontato Tokyo in tutti i suoi particolari (la periferia, la stazione, l’università, il cibo e tante vite complicate), afferma:  “Mi piace leggere. Mi piace ascoltare musica. E mi piacciono i gatti. Al momento non ne ho. Ma se mentre passeggio vedo un gatto sono felice”.

Romeow, il tocco poetico del designer  Tommaso Guerra

Da qui è partito Romeow: costruire un’oasi di felicità nel quartiere Ostiense. Così Nino, Maos, Frida, Lamù, Irì e, naturalmente, Romeo, accolgono gli ospiti ciondolando sui rami di un tronco di noce, li osservano dall’alto camminando sornioni da una mensola all’altra, si avvicinano per dispensare fusa o restano completamente indifferenti acciambellati in vecchie valigie o in ex cassette della frutta. L’atmosfera è rilassata, dalla colazione mattutina alla cena, grazie al tocco poetico e avvolgente del designer Tommaso Guerra, appassionato di lettering, street art e materiali di recupero.

A tavola, fusion dal mondo vegano

Valentina de Matteis e Maurizio Di Leta, naturalisti, animalisti e vegani (ex impiegati, innamorati da sempre: “Invece di sposarci abbiamo costituito una srl”), propongono un viaggio fra diverse esperienze culinarie: fusion dal mondo con formosa di sedano rapa e le sue chips di verdure, curry di verdura e frutta, ceci in guazzetto piccante. I primi? Sembrano classici ma non lo sono: spaghettone di Gragnano con asparagi selvatici, zenzero e lemongrass, pacchero con cavolo cappuccio e olive infornate, crespella di farro al pomodoro ripiena di verza con pesto al basilico, pasta, patate e curry indiano con croccante di pane all’aglio. Si continua scegliendo tra tegamino di Tempeh (derivato della soia) e verdure, Urad daal (un tipo di fagiolo molto usato nella cucina indiana) con verdure speziate al latte di mandorla, zucchina rotonda ripiena di quinoa e lenticchie rosse con fonduta alle erbe, crostone di polenta con cicoria ripassata. Immancabili le zuppe. In ogni piatto uno spruzzo creativo: ai fornelli Gonzalo e Riccardo. Ai dolci la blogger Romina: ineguagliabili i suoi rawcake alla frutta. E la torta di mele e lavanda, i muffin al cioccolato fondente.

Neko Cafè, Bar à chats o Cat Café, il boom è in tutta Europa

Ma il Romeow  non è il solo locale in Italia a ispirarsi alle tendenze del Sol Levante. A Torino c’è il Neko Café: bar e sala da tè con  bistrot. I gatti sono 7, tutti sterilizzati e prelevati con adozione da un gattile della zona. Un occhio di riguardo per vegetariani e vegani con verdure a km 0. Tra le curiosità il caffè al ganoderma (un fungo consigliato dalla medicina cinese), tè e tisane selezionatissime. Anche MiaGola è torinese:  specialità vegetariane per un progetto di innovazione sociale, particolarmente attento ai problemi di gattili e canili. A Parigi  Le café des Chats sono due, uno nel quartiere della Bastille, l’altro nel 3° Arrondissement: in menù tè, caffè, cioccolato, muffin,  oeufs brouillés  e Quiche Lorraine. E guai a importunare i mici. A Vienna, nella vecchia Europa, il caffè dei gatti è frequentatissimo: lo gestisce una giapponese. A Londa Lady Dinah è un cat emporium con sala da tè: Lauren Pere lo  ha aperto finanziandosi con crowdfunding animalista. A Madrid poco più di un anno fa è stata inaugurata La Gototeca, café con gatos: 6 euro l’ora per una consumazione (analcolica) con i baffi.

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