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Agnesi "adotta" le piccole eccellenze liguri

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Agnesi "adotta" le piccole eccellenze liguri

Le grandi aziende possono fare qualcosa per salvare la ‘biodiversità’ produttiva del territorio in cui operano? Piccole e grandi produzioni che rischiano di scomparire, sapori artigianali affidati a micro imprese locali a rischio chiusura possono essere salvati e con essi il tessuto sociale e industriale del territorio.
Agnesi e l’Università di Scienze Gastronomiche si sono unite proprio per salvare le piccole eccellenze della Liguria. Dare valore al territorio e al contempo salvaguardare dalla scomparsa prodotti la cui sopravvivenza era affidata solo ad artigiani locali, come il pesto di fave o il sugo alla Sardenaira, è il nuovo progetto della scuola di Pollenzo, cui ha aderito la storica azienda di Imperia appartenente a Gruppo Colussi.

Eccellenze artigianali sugli scaffali della Gdo

Agnesi, infatti, venderà nella grande distribuzione sotto il proprio brand specialità prodotte da artigiani locali, sfruttando il proprio know how a favore del tessuto produttivo locale. «Non vogliamo fare concorrenza a Eataly – chiarisce Alberto Guazzini, direttore business unit primi piatti del Gruppo Colussi – ma vogliamo che certe eccellenze possano uscire dalla nicchia ed essere disponibili presso un pubblico più ampio, soprattutto estero. E al contempo dare la possibilità a produttori locali di avere uno sbocco nazionale e internazionale. La nostra responsabilità sociale è in primo luogo verso le comunità e i territori in cui operiamo in un’ottica comune di sostenibilità duratura nel tempo».
La linea, chiamata “Eccellenze Liguri”, al momento comprende sette referenze, ma è destinata ad ampliarsi: Pesto alla Genovese dop e Sugo Sardenaira alla ligure, Carciofi, Zucchine Trombetta, Pesto di Fave ‘Marò’, Sugo di Palamita del Mar Ligure e Tranci di Palamita del Mar Ligure. «Considerata fino a poco tempo fa una parente povera di altri pesci – spiega Pasquale Peluso, marketing manager business unit primi piatti – in realtà la Palamita contiene meno metalli pesanti dei ‘cugini’ più grandi come il tonno e, conservata in olio extravergine di oliva mono-cultivar taggiasca, non ha nulla da invidiare».

Produzioni liguri sotto il cappello di Slow Food

Tutti i produttori che fanno del progetto risiedono in Liguria e produrranno quasi in esclusiva per il Gruppo, viste le quantità richieste da una grande azienda.
«Crediamo che l’Università di Scienze Gastronomiche – dichiara Guazzini – sia uno di quei motori in grado di fare cultura in Italia. Da una parte noi avevamo il desiderio di recuperare e valorizzare le tradizioni liguri, dall’altra l’istituto di Pollenzo, grazie a 10 anni di esperienza interdisciplinare e alla conoscenza diretta dei processi produttivi, ha fornito un supporto fondamentale con le proprie competenze nel campo della ricerca e nella selezione dei prodotti del territorio».
I prodotti saranno in commercio da fine settembre e vanno a completare il percorso di rilancio del marchio Agnesi, mentre Unisg non è nuova a queste operazioni, venendo dall’esperienza con Autogrill. «Il limite chiaramente – conclude Guazzini – sta nella disponibilità della materia prima, provenendo tutta esclusivamente dalla Liguria, ma è anche un elemento che conferisce maggiore valore». Quando il mass market si accorge della nicchia e insieme provano a fare marketing territoriale.

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