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Arriva la app che "legge" sale, grassi e zucchero dei cibi

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Arriva la app che "legge" sale, grassi e zucchero dei cibi

Quanto sale, grassi e zucchero contengono i cibi confezionati? Non è sempre facile stabilirlo, nemmeno leggendo attentamente le etichette. Così in Australia si sono inventati un’app, FoodSwitch, per smartphone e tablet che permette di scoprirlo subito, mentre si fa la spesa. L’invenzione è stata sviluppata dal George Institute for Global Health, uno dei principali istituti di ricerca australiani, e da Bupa Care Services, società neozelandese di assistenza sanitaria.

Il funzionamento è semplice: basta fotografare il codice a barre presente sulle confezioni degli alimenti mediante la fotocamera del telefono per ricevere immediatamente consigli nutrizionali e un elenco di cibi simili, ma dai valori nutrizionali più sani. Poi, come tutto nell’era dello sharing, si può condividere le proprie liste della spesa con gli amici tramite i social.

Un codice-colore guida all’acquisto consapevole

«In tre semplici passaggi – spiegano dall’istituto – è possibile ridurre livelli di grassi, sale e zucchero eccessivamente alti nella dieta della vostra famiglia, scegliendo di acquistare cibi che ne contengono meno. In tre anni abbiamo catalogato e immagazzinato i codici a barre di oltre 10mila prodotti alimentari. Un facile codice-colore, poi, guida l’utente nelle scelte per i quattro componenti fondamentali: contenuto di grassi totali, grassi saturi, zuccheri e sale». I colori (rosso, giallo e verde) indicano se un alimento è poco sano, buono o l’opzione migliore in base al suo contenuto complessivo: il punteggio tiene conto infatti anche di componenti nutrizionali supplementari come la fibra, il contenuto di frutta e verdura, il calcio e le proteine. Se un’etichetta non viene riconosciuta dalla app, gli utenti possono inviare tre fotografie del prodotto agli sviluppatori, in modo da ampliare e tenere aggiornato il database. In Australia, dove l’app del George Institute for Global Health di Sydney è stata scaricata da circa 400mila utenti in 18 mesi, il database originario è stato arricchito con ben 30mila nuove segnalazioni attraverso una funzione di crowdsourcing integrato all’interno della app.

In Europa già presente a Londra

FoodSwitch è già una realtà in diversi Paesi, come Nuova Zelanda, Cina e Regno Unito (dove è supportato da 13 organizzazioni sanitarie statali e università e ha un database di oltre 80mila prodotti), ma l’obiettivo dei ricercatori è distribuirlo in 50 Paesi entro cinque anni. L’app è gratuita e sta già sviluppando un upgrade che contenga le informazioni anche su eventuali additivi, coloranti, conservanti e allergeni. Mentre è già possibile selezionare le informazioni che interessano attraverso una serie di filtri, come per esempio cercare solo i valori del sale o degli zuccheri o dei grassi, ma anche la presenza o meno del glutine. «La cattiva alimentazione – spiega Bruce Neal, professore del George Institute e dell’Università di Sydney – è la principale causa di malattia in Australia, un precursore dei grandi killer come le malattie cardiache, ictus e diabete. FoodSwitch, aiuta le persone a riprendersi il controllo della propria salute».

Il George Institute è uno dei principali istituti di ricerca australiani che conducono progetti su scala globale. Sviluppa soluzioni accessibili per la sanità. Bupa Care Services Nuova Zelanda è parte del Gruppo Bupa, leader internazionale nell’assistenza sanitaria. Fondato nel 1947, il Gruppo Bupa ha più di 10 milioni di clienti in più di 190 Paesi e impiega oltre 62mila persone in tutto il mondo. Il core business sono le case di cura per i giovani disabili e per gli anziani, l’assicurazione sanitaria, i servizi sanitari sul luogo di lavoro, la valutazione della salute e dei servizi di gestione delle malattie croniche, tra cui Health Coaching e servizi sanitari a domicilio.

Una app simile anche in Italia

Anche in Italia, lo scorso anno è stata lanciata un’applicazione simile: si chiama Edo, ed è stata realizzata da un team di giovani informatici e tecnologi alimentari nell’incubatore d’impresa Cesenalab. Sempre attraverso la fotografia del codice a barre Edo valuta la salubrità di un prodotto con una scala da 0 a 10 e fornisce indicazioni sulla presenza o meno di glutine e lattosio, sui pro e contro degli ingredienti e dei valori nutrizionali. L’algoritmo è stato sviluppato sotto la supervisione della Facoltà di Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università di Bologna, elabora un punteggio ‘su misura’ tenendo conto dei parametri della persona, tra cui età e sesso e analizzando gli ingredienti e i valori nutrizionali riportati in etichetta dal produttore. Un indice Edo pari a 0 indica un prodotto per nulla compatibile con le condizioni dell’utente che sta usando l’applicazione, meglio limitarne le quantità e il consumo al meno possibile. Più si sale verso il 10, più la compatibilità aumenta. L’indice di compatibilità riassume tutte le informazioni presenti sulle etichette rendendole più facilmente comprensibili. Questo permette di scegliere con maggiore attenzione e consapevolezza gli alimenti che compongono l’alimentazione quotidiana.

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