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Brindisi natalizi: oltre ai "soliti noti" tutte le chicche da non…

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Vino

Brindisi natalizi: oltre ai "soliti noti" tutte le chicche da non perdere

Arriva Natale, s’impone il brindisi. Meglio se con qualche scelta inconsueta. Penso alle  selezioni meno note delle grandi aziende di Champagne come Moet&Chandon con i suoi millesimati storici bianchi e rosé, la Grande Dame della casa Veuve Cliquot insieme alla sua riserva privata, Dom Perignon con le sue confezioni-opere d’arte, quest’anno disegnate dall’eclettico Jeff Koons. Lo stesso vale per i nostri Franciacorta che per l’occasione propongono bottiglie più ricercate, riserve legate alle famiglie di proprietà, millesimi altrimenti riservati a enoteche o ristoranti: Cà del Bosco con la cuvée Annamaria Clementi, Bellavista con la riserva Vittorio Moretti, Monte Rossa con i suoi Cabochon, Berlucchi con la Riserva Palazzo Lana. Anche la trentina Ferrari schiera il suo ultimo gioiello, il Giulio Ferrari, riserva del fondatore 2002. Inoltre, complice la facile bevibilità unita a fresca acidità e buona armonia,  anche il Prosecco, preferito da molti, propone autentici fuoriclasse con i vini di punta di Adami,  di Astoria,  di Ruggeri e di Follador.

Fuori dalle strade battute

Rimanendo in Italia, si può pensare a diversi metodo classico dalla Sicilia, con i piacevoli vitigni nerello mascalese, carricante e grillo di Firriato, Benanti, Murgo, Duca di Salaparuta, Marco de Bartoli. In Val d’Aosta i ricchi ed intensi Prié Blanc della Cave du Vin Blanc de Morgex et de la Salle. In Puglia l’insolito ma gradevole bombino bianco unito a pinot nero e montepulciano di D’Araprì. Oltre ai pinot e chardonnay ricchi ed intensi dell’Alto Adige di Arunda e di Lorenz Martini, rotondi e freschi quelli dell’Alta Langa di Giulio Cocchi, vivaci e briosi quelli dell’Oltrepò Pavese di Anteo, di Picchioni, di Monsupello.

Le “chicche” in Champagne

Così come negli Champagne: può essere il momento di andare a cercare una bottiglia diversa che sia più vicina al nostro gusto e che possa rappresentare una piacevole sorpresa. Per gli amanti di grandi bottiglie che vogliono andare tanto sulla marca quanto sul prodotto di nicchia ci si può indirizzare verso Agrapart et Fils vero e puro RM (récoltant manipulant colui che raccoglie e vinifica le proprie uve) votato alla biodinamica, i suoi prodotti sono puro piacere del palato ed espressione calzante e viva della maestria artigiana champenoise.

Così come Benoit Lahaye che rifiuta trattori tra i suoi filari per fare posto ai cavalli. Nessuna iperbole produttiva, nessuna naturalità a tutti i costi ma solo il rispetto della natura. Non si può ascrivere tra i récoltant ma merita un giusto plauso Bruno Paillard. I suoi prodotti sono riconoscibili in un panorama di eccellenze, uno stile unico che divide ma che appaga anche i palati più difficili.

De Venoge ha deciso di aprire la sua cantina privata per tirare fuori ed immettere sul mercato vecchi millesimi a partire dal 1961: i curiosi e gli appassionati apprezzeranno. De Sousa è un altro grande récoltant dalla piccola produzione tutta di eccellente fattura e tutta sotto regimi di agricoltura biologica. Per chi ama vini più minerali dove la freschezza e la forza del pinot la fa da padrona  Egly-Ouriet è il prodotto da preferire, non a caso negli ultimi anni ha ricevuto particolare consenso dagli appassionati e dal mercato. Così come Jacquesson e Jacques Selosse qualità e stili di prim’ordine che hanno saputo imprimere a scaffali di enoteche, sempre troppo uguali a loro stessi negli anni, colore e spessore.

Lanson, altro nome nel firmamento delle grandi maison, sta ritornando da protagonista nel nostro mercato con prodotti dall’eccellente rapporto qualità prezzo. Larmandier-Bernier, Laurent-Perrier, Perrier-Jouet, Roederer, Philipponnat, Ruinart, Krug, se la vostra scelta vorrà essere uno champagne rosé vero, autentico, vibrante come un ottimo champagne rosé deve essere. Ci sono poi i miti, per i tecnici le grandi cuvée o cuvée di prestigio, che coniugano, in una sintesi splendida, un prodotto superlativo ed un marchio che da solo ha la forza di divenire sinonimo di grande champagne: Dom Perignon come brand, Cristal come prodotto di punta in casa Roederer.

Non solo Italia e Francia

Oltre all’Italia, tutta, e alla Champagne, intesa come regione geografica, abbiamo altre bottiglie spumeggianti degne di nota? Sì, la risposta è semplice. Però semplice non è la reperibilità nei canali “hard:” negozi, enoteche o grande distribuzione che sia. Il nostro è un paese che produce vino, grandi vini, e tecnicamente con una produzione che in quantità non è seconda a nessuno in tutto il mondo; ciò limita l’ingresso di prodotti stranieri se non i francesi, sia per qualità e richiesta, sia per vicinanza geografica.

Non è difatti semplice reperire un Riesling Sekt di provenienza tedesca per non parlare poi di quella austriaca. Cava spagnoli? Rari. Crémant? Mai sentito dire. E i nuovi mondi? Non pervenuti. Un vero peccato, perché potremmo  ampliare il panorama delle nostre conoscenze gustative ed arricchire la varietà a nostra disposizione. Internet può essere una valida risposta per andare a scovare inconsueti vini spumante di nuove realtà. Molti paesi, grandi produttori di vino, hanno parimenti una produzione di ottime bollicine che nella maggioranza dei casi rimangono nel paese di origine o riescono a penetrare solo i mercati in cui il vino spumante è assente. A noi dunque la scelta, le possibilità di impreziosire la festa non mancano, sia che si preferisca rimanere in Italia che spaziare per il mondo intero.

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