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Cosa mangiano a Natale i grandi chef? Ecco sei menù casalinghi di cuochi stellati

Cosa mangia un grande chef a Natale? Anche i più sperimentatori si scoprono legati alle tradizioni. Pranzi e cenoni all’insegna della cucina di famiglia e del territorio. Ecco cosa hanno risposto interpellati da Food24.

Alberto Santini del ristorante Dal Pescatore, 3 stelle Michelin in quel di Canneto Sull’Oglio dichiara fieramente: «Da molti anni il 24 e 25 dicembre Dal Pescatore è chiuso perché crediamo sia la festa della famiglia dove finalmente si mangia tutti insieme. Viviamo questi rari momenti con estrema gioia, prestando molta attenzione anche all’aspetto nutrizionale. La cena ed il pranzo devono essere equilibrati e a livello calorico non mangiamo più di altre giornate. I tortelli di zucca ad esempio vengono prodotti su misura, ovvero prima della cena ognuno di noidichiara quanti ne vuole mangiare e Giovanni con la mamma (Nadia Santini, ndr) e la nonna li preparano per tutti noi».

Eleganti e impeccabili come al solito, hanno progettato anche un menu per le loro festività. La vigilia la famiglia riunita assaggerà anguilla in carpione con cipolle rosse di Tropea al profumo d’arancia, terrina di astice e salmone marinato, tortelli di zucca con burro e Parmigiano Reggiano. Pandoro come dessert con crema alla vaniglia. Per Natale gli agnoli in brodo di gallina, e cappone ripieno. Come dessert il panettone con la salsa al cioccolato ed il torrone. Ma non si tratta di piatti in carta? «Assolutamente, rimaniamo fedeli alla tradizione». Nadia Santini forse non si riposerà neanche durante le feste.

Claudio Sadler, 2 stelle Michelin del ristorante Sadler a Milano, per il Natale chiude i battenti da anni: «Non ci sono storie, il giorno di Natale ci si dedica alla famiglia». E lui cucinerà, ancora e per tutti, i piatti della tradizione, come i ravioli o il cappone, per un bistellato pranzo familiare.

Nicola Portinari del ristorante La Peca, 2 stelle Michelin di Lonigo, nel vicentino, non aprirebbe mai il ristorante il 25 dicembre: «Per me Natale è la tradizione, è casa, e quindi mangeremo i piatti che hanno segnato la nostra infanzia». Via quindi con baccalà mantecato, polenta, bolliti con salse tradizionali e semifreddo al mandorlato.

Giuseppe D’Aquino, 1 stella Michelin del ristorante L’Oseleta, all’interno del Wine Relais di Villa Cordevigo a Cavaion Veronese, quest’anno lavorerà, con rammarico, stando lontano dalla famiglia. Ma ricorda con nostalgia quando, qualche anno fa, preparava per la vigilia il capitone fritto con l’insalata di rinforzo e a Natale la minestra “maritata”, i tortellini in brodo, il capretto al forno con patate, per finire con pastiera, roccocò e struffoli, nella migliore tradizione napoletana.

Antonello Colonna, 1 stella Michelin per due, il ristorante e il resort a Labico, da 59 anni festeggia la vigilia di Natale con la madre 90enne. «Il Natale a pranzo si lavora, noi chef non lo festeggiamo mai! – sentenzia -. Non mangiamo carne, ma trionfano i fritti, poi gli spaghetti al tonno, baccalà in umido alla romana, insalata di puntarelle e per finire carrellata di panfili, penpepati, biscotti al miele, fichi secchi, torrone e cesti di mandarini davanti al caminetto». Chi cucina? La madre, che lo fa «come una regina» secondo Colonna.

Andrea Berton, 1 stella Michelin del ristorante Berton a Milano, festeggia con la famiglia alla vigilia: «Non rinuncerò mai alla cena del 24 dicembre, è un momento di condivisione familiare troppo importante per me. Cucina mia moglie i piatti della tradizione emiliana».

Molto tradizionali, legati alla famiglia per quell’unico momento in cui possono permettersi di scordarsi totalmente i fornelli, gli chef, anche i più stellati, festeggiano il Natale a casa. Cucinano con i parenti, magari con un tocco in più di pratica ed esperienza, ma non in modo così diverso dalla maggior parte degli italiani…

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