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Da Terra dei Fuochi a Terra del Buono, nasce "Eccellenze Campane", l'Eataly napoletano

Qualche anno in più di Oscar Farinetti, un passato da presidente Expert Italia –quindi anche lui nel ramo dell’elettronica – poi l’avventura del cibo con l’ex fondatore di Unieuro. Pasquale Buonocore, 71 anni, potrebbe essere la risposta sudista al piemontese Farinetti. In realtà non c’è alcuna rivalità, ma solo strade che a un certo punto si sono separate. Quella scelta da Buonocore si chiama “Eccellenze Campane”, un punto di ristoro e di vendita che utilizza i migliori prodotti della filiera agroalimentare campana. Sarà inaugurato a Napoli il prossimo 16 gennaio. La zona è quella del porto, via Brin 49, un misto di strutture avveniristiche e facciate di palazzi ancora fatiscenti a causa dei bombardamenti della II guerra mondiale. A due passi da qui c’è il ristorante stellato Romeo.

Corsa per ultimare i lavori in vista dell’apertura il 16 gennaio

Il complesso è esteso su un solo piano ed è diviso in varie aree: vendita, consumo, didattica e produzione. Pasquale e Cristian Buonocore sono padre e figlio e sono i manager di Eccellenze Campane. Il proprietario è invece Paolo Scudieri, fondatore della Adler Group, leader mondiale nella progettazione di componenti e sistemi per l’industria del trasporto. Un napoletano premiato dal presidente americano Obama come esempio di imprenditore che investe nella ricerca scientifica. L’approdo al cibo è arrivato per volontà di diversificazione, ma anche per un certo orgoglio campanilista. L’operazione è costata sei milioni di euro.

E l’orgoglio di appartenenza ha smosso anche Pasquale che ha scelto personalmente, dietro consiglio di giornalisti e amici del settore, le aziende presenti nello spazio di via Brin. Non è un gourmand sfegatato. È stato Farinetti a “trascinarlo” nel mondo del food: “Circa 20 anni fa visitammo assieme gli ultimi piani del Ka De We di Berlino (megastore del lusso, anche enogastronomico ndr) – ricorda Buonocore – credo che lì sia nata l’idea di Eataly”. Nel 2003 l’imprenditore di Alba chiama il collega partenopeo, dice di voler fare qualcosa con il cibo e di aver bisogno di una mano. Buonocore si occupa soprattutto di acquisizioni per il gruppo. Gravita intorno a Eataly fino a maggio scorso, poi la scelta di fare da sé, puntando sui prodotti campani.

Eccellenze Campane è come un girone dei golosi. Si parte dal banco che si preferisce e si prosegue, senza separazioni di spazi. Si guarda, si mangia, si compra e non per forza in questo ordine. La mozzarella è di Roberto Battaglia, che i frequentatori di Eataly già conoscono. Azienda a Capua e latte che arriva dal Casertano e dal Salernitano. È  il “casaro” con la scorta, per aver denunciato vari tentativi di estorsione. ” Abbiamo scelto lui anche per questo – spiega l’imprenditore – e abbiamo aderito da subito al protocollo per la legalità”. La Taverna degli antichi piatti della tradizione è affidata alla Masseria dei Trianelli di Ruviano e alla pazienza di Luciano Di Meo che ha promesso la “minestra ammaritata” di un tempo: tre giorni di lavorazione per un piatto. Ci sarà la “chianca”, il banco macelleria con sole tre razze, mucca marchigiana, ma allevata in Campania, maiali bianchi e neri del Casertano. I polli arriveranno in seguito, se ne stanno occupando tre ragazzi laureati in veterinaria e che hanno scelto di fare i macellai. La “Cassaduoglio” è l’antica salumeria napoletana, dove si vendeva prevalentemente formaggio e olio, qui reinterpretata; ci saranno i “panuzzari di Gragnano” con il “panuozzo”, una specie di pane pizza da riempire con gli ingredienti presenti nello store; non mancherà la pizza, quella di Domenico Vuolo e i dolci affidati a Pasquale Marigliano – famoso per i suoi panettoni – e alla Gay Odin per cioccolato e gelati. Si produrrà anche pasta a marchio Eccellenze Campane. La formula è quella del pastificio di Gragnano Afeltra (la cui acquisizione da parte di Farinetti fu seguita proprio da Pasquale Buonocore). L’ingegnere del pastificio ha creato un macchinario ad hoc che, grazie a un sistema di atmosfera modificata, rende possibile la cottura in sette minuti, anziché in 20/25. Costo del solo marchingegno, 70mila euro. Non c’è il banco del pesce, mentre c’è la cucina di mare affidata a La Torre di Massalubrense a alla chef Maria Aprea. Ai fritti, Antonio Tubelli, un’istituzione a Napoli con il suo negozio Timpani e Tempura, famoso per il fritto che non unge le mani. Si potrà bere una “purtuallata” (spremuta di arance alla napoletana”) o rinfrescarsi al banco della “mummara” (le antiche anfore di argilla che raccoglievano le acque ferrate della fontana del Chiatamone). Frutta e verdura dei monti picentini saranno in vendita solo il sabato e la domenica. Infine vendita di vino sfuso, possibilità di acquistare alcune delle etichette più interessanti del panorama enologico campano ( Vinosia, Marisa Cuomo, Joaquin, Alepa, tra le altre)” e produzione di birra in loco, con la Maneba.

Il nuovo spazio per gourmet sarà aperto dalla domenica al lunedì, dalle 7 a mezzanotte, con orari prolungati nel fine settimana. Al momento la ristorazione occupa il 70% del business. Il restante 30 vede protagoniste anche piccole realtà produttive del mondo del vino e del cibo che potranno esporre i loro prodotti sugli scaffali. Per ora sono 65. ” E non abbiamo intenzione di farla ruotare – sottolinea il manager – piuttosto sono vincolate a un contratto che le costringe a penali altissime e alla fuoriuscita in caso di tre richiami”.

Mangiare, bere e imparare, grazie all’Aula Magna (o Aula Magnà!) dove si terranno corsi di degustazioni ed eventi. Tutto lo spazio è inoltre cablato per consentire lo streaming tv in ogni area. Il format è campano ma il suo ideatore pensa di moltiplicarlo, per creare altri luoghi di eccellenze territoriali. “Ma è importante che sia nato qua – conclude Buonocore – in quella che ora malauguratamente chiamano la Terra dei Fuochi. Il nostro pay off invece va in tutt’altra direzione: noi siamo la Terra del Buono”.

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