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Dalla Franciacorta bollicine storiche ma anche produttori emergenti

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Andar per vini

Dalla Franciacorta bollicine storiche ma anche produttori emergenti

La scorsa settimana ho parlato di Oltrepò Pavese: in questo mio viaggio alla scoperta delle bollicine italiane basta spostarsi di poche decine di chilometri e si arriva in Franciacorta, territorio in provincia di Brescia, delimitato ad ovest dal fiume Oglio, dal lago d’Iseo a Nord, dal fiume Mella ad Est e dal monte Orfano a Sud.

Fra i primi territori ad ottenere la DOC, 1967, il Franciacorta conquista la DOCG già nel 1995, unendo il nome del territorio al vino, così come accade per lo Champagne francese: non è solo un territorio ma anche un brand.

Il Consorzio Franciacorta nasce nel 1990 e ad oggi riunisce 109 cantine.

Gli ettari vitati Franciacorta DOCG sono 2.800, a cui si aggiungono circa 350 ettari della DOC Curtefranca.

Parliamo di 15 milioni di bottiglie.

Il Franciacorta viene prodotto con uve Chardonnay in prevalenza, con una buona quantità di Pinot Nero e con un po’ di Pinot Bianco.

Nella mia gita per bollicine, voglio oggi raccontare due delle aziende di Franciacorta, diametralmente opposte per storia e dimensioni: Cà del Bosco, artefice fin dall’inizio del percorso Franciacorta, fra le più grandi, e Biondelli, una delle ultime nate, di dimensioni medio-piccole, ma decisamente fra le emergenti per qualità.

Cà del Bosco – Erbusco (BS)

Non credo di fare dei torti affermando che Cà del Bosco è una delle aziende simbolo della Franciacorta ed allo stesso tempo una splendida avventura imprenditoriale.

L’azienda guidata da Maurizio Zanella dispone attualmente di circa 180 ettari vitati, con una produzione annua di 1,5 milioni di bottiglie, divise su 15 etichette diverse.

Enologo dal 1985 è Stefano Capelli.

Tutto è iniziato nel lontano 1964 quando Annamaria Clementi Zanella acquista ad Erbusco in Franciacorta una piccola casa in collina, chiamata localmente “ca’ del bosc”: 2 ettari di terreno immersi in un fitto bosco di castagni.

Nel ’67 si decide di impiantare un vigneto e Maurizio Zanella, figlio di Annamaria, attuale Presidente di Ca’ del Bosco, inizia un percorso di crescita, ricerca, innovazione e poesia.

La scelta più intelligente è imparare dai migliori: una serie di viaggi in Champagne fanno si che Maurizio faccia proprie idee e tecniche quali  innalzare le fittezze dei ceppi per ettaro, impiegare diversi sistemi di allevamento,  effettuare il diradamento dei grappoli, costruire la sua cantina a 11 metri di profondità

La vendemmia del 1976 è quella dei primi spumanti.

Decisiva anche la scelta delle persone: recluta in Francia uno chef de cave il cui cognome parla da solo: Dubois (“del bosco”), André Dubois , a cui affianca anni dopo  Brian Larky, un enologo americano.

La crescita dell’azienda fino ai giorni nostri è incessante, con una perenne attenzione alla ricerca ed alla sperimentazione, sempre rincorrendo l’obbiettivo di un’irraggiungibile ma stimolante perfezione.

 

Cuvée Annamaria Clementi 2005 Franciacorta Riserva

E’ il Franciacorta più prestigioso dell’azienda, dedicato alla fondatrice di Cà del Bosco e madre di Maurizio Zanella, scomparsa nel maggio dello scorso anno.

La prima annata prodotta è il 1989.

E’ un assemblaggio di Chardonnay al 55 %, Pinot Bianco al 25 % e Pinot Nero al 20 %, dal tenore alcolico pari al 12,5 %.

Le uve provengono da 18 vigne “cru”, di età medie per i vari vitigni dai 22 ai 33 anni.

Solo il meglio delle uve selezionate e solo nelle annate migliori.

Vendemmia nell’ultima decade di agosto.

18 vinificazioni separate in piccole botti di rovere, a seconda del vigneto di provenienza:  solo il vino delle  migliori botti, dei 18 vini base di origine, viene spillato per dare origine alla Cuvée Annamaria Clementi.

Almeno 7 anni in catasta sui lieviti.

Il dégorgement avviene in assenza di ossigeno, utilizzando un sistema unico al mondo, ideato e brevettato da Ca’ del Bosco. Questo evita shock ossidativi e ulteriori aggiunte di solfiti.

Splendido nel suo giallo dai decisi riflessi dorati, solcato da un perlage finissimo, delicato, a giocose catenelle.

Parlante nei suoi aromi: pan brioche, piccola pasticceria, una sottile crosta di pane, a cui si susseguono la pesca, l’ananas, l’albicocca, gli agrumi, cedro soprattutto, note floreali d’acacia, arancio e ciliegio, sogni di macchia mediterranea.

In bocca è elegante, complesso, di gustosa cremosità ed anche di delicata beva.

Educatamente sapido, con un giusto tocco minerale, che dire, vorrei recensirlo più spesso!

Prezzo in enoteca: 78 Euro

 

Biondelli – Cazzago San Martino (BS)

Bornato di Cazzago San Martino si trova a sud del Lago d’Iseo, zona della Franciacorta caratterizzata da un terreno di origine morenica, definito “morenico sottile”, con un clima segnato da inverni rigidi ed estati calde.

Le alte escursioni termiche tra il giorno e la notte, provocate dalle correnti di aria fredda provenienti dalle Alpi  sono determinanti per la maturazione delle uve e la conservazione di acidità e profumi.

Biondelli è una delle cantine più giovani ed emergenti della Franciacorta: nata ufficialmente nel 2010, è condotta da Joska Biondelli.

La famiglia, di origini piacentine, arriva in Franciacorta durante il secondo conflitto mondiale: il nonno di Joska, Ambasciatore d’Italia, si trasferisce a Bornato a seguito del matrimonio con Clementina dei Conti Maggi di Gradella.

Il papà di Joska,  Carlottavio, si occupa delle attività agricole della famiglia, tra cui alcuni vigneti, ma è Joska, dopo aver completato i suoi studi in economia  a Milano, ed aver effettuato alcune esperienze lavorative a Londra, a decidere di fare del vino la sua professione.

Vincente è la scelta dei collaboratori di cui decide di avvalersi: Cesare Ferrari e Roberto Ravelli per la parte enologica, Diego Uberti per la parte agronomica, con tutto il suo sapere sull’agricoltura biologica.

L’azienda dispone oggi di 10 ettari di vigneto, tutti di proprietà, che permettono di produrre poco più di 40.000 bottiglie, divise su 3 etichette.

A queste si aggiunge, ancora “dormiente” in catasta, il primo Rosè di Biondelli, 100 % Pinot Nero, che sarà pronto nel 2016.

Lo slogan di Joska Biondelli è “Siamo viticoltori prima, e produttori di vino poi”.

Per questo ci si è dedicati alla conversione biologica dell’azienda, processo completato nel 2013.

La prima produzione risale alla vendemmia 2010.

Biondelli Franciacorta Brut DOCG

Trattasi di uno Chardonnay in purezza, dalla gradazione alcolica del 12,5 %.

La produzione è di 30.000 bottiglie.

Vendemmia nella prima metà di agosto dell’anno 2011, in due vigne differenti, “Nave” e “Paini”.

Vinificazione in acciaio.

Rimane in catasta a maturare sui lieviti per almeno 24 mesi.

Sboccatura della mia bottiglia nel settembre 2014.

Nel bicchiere mi conquista subito per l’intensità del suo giallo paglierino, che definirei allegro, e per il suo perlage finissimo ed incessante, da far credere che possa essere infinito.

Lieviti e crosta di pane al naso, passeggiata in un prato di fiori bianchi, piacevoli sentori agrumati, tra cui spiccano cedro e pompelmo, ecco la pesca bianca ed alla fine la mandorla tostata.

Molto gradevole in bocca, fresco, di buona beva, con una bollicina quasi cremosa, ottimamente persistente. Si confermano gli agrumi, anche canditi e, su suggerimento della mia amica Claudia Bondi, sommelier e responsabile della comunicazione dell’azienda, un’elegante chiusura alla liquirizia.

Prezzo in enoteca: 19  Euro

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