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Expo: un indotto da 190mila lavoratori

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Mestieri del cibo

Expo: un indotto da 190mila lavoratori

Grande opportunità o specchietto per le allodole, vetrina del made in Italy o figuraccia internazionale, grandi appalti e problemi organizzativi, tra luci e ombre Expo si è aperta e con essa le opportunità di lavoro tanto ambite e altrettanto discusse.

14mila posti targati Expo

La sola manifestazione ha prodotto quasi 14mila posti di lavoro. Secondo le cifre fornite, Manpower ha raccolto 160mila candidature, per la maggior parte tra i 18 e i 30 anni, con mille persone reclutate e assunte in Expo 2015 Spa, e 150mila candidature per lavorare nei padiglioni. Inoltre, 4.000 posti di lavoro addizionali sono stati poi generati dai partecipanti e 9.000 dagli appaltatori. Di questi più di mille posti sono stati assorbiti dalla ristorazione, dai bar alla vendita di prodotti agro alimentari, per servire i milioni di visitatori durante i sei mesi di apertura dell’esposizione universale. Un’occasione che in qualche caso potrà anche trasformarsi a tempo indeterminato grazie alla nascita di progetti ad hoc. Come l’accordo tra comune di Milano e la società MyChef per l’inserimento di figure professionali nei ristoranti e nelle strutture di somministrazione presenti negli aeroporti milanesi in occasione di Expo.

“Le opportunità create grazie all’Esposizione Universale, possono contribuire a un rilancio dell’economia e dell’occupazione in questa fase di difficile crisi” è stato il commento di Erica  Corti, membro di giunta della Camera di Commercio di Milano, interpretando le speranze di tutti. E la portata di Expo, infatti, va ben oltre la manifestazione e i settori ad essa strettamente legati. «Per quanto riguarda il lavoro – prosegue Corti –, un ruolo di primo piano è rivestito dal turismo, dalla ristorazione, dai servizi e dal commercio. Tali settori dovrebbero registrare un incremento, dovuto all’afflusso di turisti, nazionali ed internazionali, che visiteranno non soltanto il sito dell’evento ma anche la Lombardia e il resto d’Italia».

Più di 190mila i posti di lavoro generati dall’indotto

Non solo Expo, l’indotto porterà 191mila unità di lavoro annue (ovvero, l’impiego di un lavoratore a tempo pieno per un anno), suddivise in circa 35mila unità di lavoro entro il 2014, di 67mila unità nel solo 2015 e di poco meno di 89mila unità in seguito, per un totale già rilevato di 191mila unità. Di queste 102.500 dovrebbero essere attivate in provincia di Milano, 26.600 nel resto della regione e circa 62mila in altre aree del paese.

Queste le previsioni della Camera di Commercio di Milano ed Expo2015 che hanno commissionato una ricerca sull’impatto economico diretto e legacy dell’evento, affidata a un team di analisti economici coordinati da Alberto Dell’Acqua professore SDA Bocconi. Il progetto ha portato alla realizzazione di un modello di stima economica dell’indotto dell’evento, a partire dal 2012 e con proiezione fino all’anno 2020.

Nell’intero orizzonte considerato dall’analisi (2012-2020) la maggiore occupazione è nel settore del turismo e della ristorazione (circa 39.400 unità lavorative), nei servizi alle imprese (circa 33.800 unità lavorative) e nell’industria (circa 28.700 unità lavorative). Solo 12.470 nell’agricoltura.

Nella fase di svolgimento dell’evento la più importante ricaduta occupazionale si ha sul settore del turismo e della ristorazione (circ 28.000 unità lavorative), sui servizi alle imprese (circa 10.400 unità lavorative) e sui servizi alle persone (circa 8.000 unità lavorative). Mentre l’agricoltura dovrebbe portare circa 3.430 unità. Post evento, turismo e ristorazione dovrebbero portare circa 8.533 unità che vanno a sommarsi alle 6.750 dell’agricoltura.

Oltre 2.000 nuove imprese rimarranno dopo Expo2015

«L’imprenditorialità incrementale e la creazione di nuove imprese – spiega Alberto Dell’Acqua, direttore del Master in Corporate Finance, SDA Bocconi School of Management e curatore della ricerca – sarà un lascito concreto e censibile dell’evento Expo, ma è riconducibile alla sfera immateriale degli effetti di lungo termine generati dall’iniziativa». Tanto più che all’interno dei “Tavoli Tematici Expo 2015” sono state avviate iniziative specificatamente dedicate al monitoraggio e al sostegno delle start-up che propongono progetti o prodotti innovativi da legare all’evento.

«È però plausibile – prosegue Dell’Acqua – che una moltitudine di neo-imprese nascano a livello nazionale per sfruttare le opportunità che Expo2015 e il suo indotto andranno a generare. Possiamo quindi sostenere che molte di queste imprese cercheranno di rimanere sul mercato anche dopo la conclusione di Expo 2015, riadattando opportunamente i propri modelli di offerta, ricercando nuovi mercati o allargando quelli esistenti, o ancora sviluppandosi attraverso aggregazioni o per tramite di processi di internazionalizzazione». E così, in base alle stime dell’equipe diretta da Dell’Acqua, dopo le costruzioni, il secondo settore maggiormente interessato alla creazione di nuove imprese sarà proprio quello delle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, con una stima di 2.021 nuove imprese, di cui 873 nella sola Lombardia (129 a Milano).

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