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Firriato, viticoltura di mare a Favignana e svolta sulla sostenibilità

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Vino

Firriato, viticoltura di mare a Favignana e svolta sulla sostenibilità

L’ultima certificazione è di qualche mese fa e porta la firma del Dnv, ente certificatore considerato tra i più autorevoli: Firriato, l’azienda siciliana del settore vitivinicolo creata negli anni Ottanta da Salvatore Di Gaetano con sede a Paceco in provincia di Trapani, ha ottenuto il riconoscimento dell’ISO 14064 in materia di contenimento e riduzione dei gas serra. E’ solo una tappa di un’azienda che presta molta attenzione all’ambiente e che sta investendo molto sull’eco-sostenibilità. «Si tratta – spiega Federico Lombardo di Monte Jato, responsabile marketing dell’azienda – di un segno di coerenza: da diversi anni Firriato ha scelto di adottare in tutte le sue tenute agricole, il regime biologico certificato. Siamo diventati custodi di terroir di pregio che vanno tutelati e valorizzati rispettandone le caratteristiche pedoclimatiche e le inclinazioni produttive». Un percorso che si è concretizzato in una nuova linea dedicata ai vini biologici certificati, che si completa con l’olio extra-vergine d’oliva. Nuovi prodotti che sono stati presentati recentemente al Vinitaly. Tre i nuovi vini nati tutti nei vigneti di Firriato nel trapanese: il Cæles Nero D’Avola prodotto nella Tenuta di Dàgala Borromeo, Cæles Catarratto di Borgo Guarini e Cæles Syrah dal vigneto biologico certificato di Baglio Sorìa.

Fa parte di questa strategia anche il nuovo vigneto, considerato il “gioiello” di casa Firriato: a marzo è stato completato l’impianto di mille nuove piante a piede franco (Perricone, Grillo, Nero d’Avola, Zibibbo e Catarratto) nei terreni della Tenuta di Calamoni sul versante centro sud dell’isola di Favignana. «Siamo di fronte a una vera e propria viticoltura eroica del mare – dice ancora Federico Lombardo di Monte Jato – praticata in un contesto produttivo sorprendente per la natura del suo paesaggio e caratterizzata da condizioni pedoclimatiche estreme. Abbiamo realizzato nella Tenuta di Calamoni un piccolo campo sperimentale, mettendo a dimora una serie di esemplari a piede franco di vitigni autoctoni. La sperimentazione ha dato ottimi risultati, tanto da diventare la definitiva scelta agronomica adottata sull’isola. Una scelta motivata proprio dalle condizione estreme di questo contesto produttivo: l’alta sabbiosità dei terreni e la matrice salina preminente che caratterizza questo areale, continuamente rinnovata in superficie dalla duplice azione del mare e del vento».

A Favignana, spiegano dall’azienda, vengono realizzate produzioni limitate, di nicchia: i primi vigneti della Tenuta di Favignana sono stati impiantati nel 2009 e la scelta di impiantare la vite a piede franco, un unico individuo vegetale dalla radice all’ultima foglia, senza cioè il consueto porta innesto, consente di valorizzare la sperimentazione e la ricerca che si fa quotidianamente in questo particolare habitat. Tre elementi concorrono a creare una contesto produttivo che ostacola la filossera: la vicinanza del mare, i terreni sabbiosi e la salinità che caratterizza questo microclima. In particolare la composizione sabbiosa del terreno di Calamoni, rende infatti più difficile che il parassita, responsabile della malattia, attecchisca e distrugga le piante.

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