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Gelati Tonitto: un'etichetta "verde" a 360 gradi

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Storie di eccellenza

Gelati Tonitto: un'etichetta "verde" a 360 gradi

Come può competere il gelato made in Italy con le multinazionali regine nella grande distribuzione? Semplice, attingendo alle proprie competenze e alla propria tradizione. Perché nessuno fa il gelato genuino come noi.
Ora un’azienda tutta italiana ha deciso di fare un gelato ‘pulito’ dentro e fuori. Tonitto, nata a Genova nel 1939, ha da tempo adottato la filosofia della clean label, ovvero una dichiarazione trasparente, pulita e comprensibile dei prodotti alimentari, un’etichetta in cui termini incomprensibili e ingredienti artificiali sono banditi dalle liste ingredienti.
“Siamo rimasti fedeli allo spirito di semplicità e genuinità inaugurati da nostro nonno – spiega l’amministratore delegato di Tonitto Luca Dovo – e tutti gli sforzi dell’azienda hanno continuato a concentrarsi sulla filosofia della clean label e sull’orientamento verso i principi di alimentazione quanto più sana, equilibrata e naturale possibile”.

A occuparsi delle materie prime è Massimiliano Dovo, fratello di Luca e direttore della produzione, che tiene a sottolineare l’attenzione e cura con cui vengono selezionati gli ingredienti, oggi come alle origini quando al timone c’era il nonno Antonio Tonitto: “Solo latte italiano, uova fresche da allevamento a terra, frutta fresca e secca controllata lungo tutta la filiera produttiva, che permettono ai nostri gelati e sorbetti di fregiarsi di una preparazione semplice, solo con gli ingredienti essenziali, gli stessi che una mamma sceglierebbe se preparasse con le sue mani un gelato al proprio figlio”.

Una sede carbon-free

Ma non solo il prodotto deve rispondere a regole di salute e genuinità. Anche l’ambiente circostante deve essere ‘pulito’. Per questo è in progetto la nuova sede dell’azienda, concepita secondo una filosofia di sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico con strumenti e impianti a consumo ridotto e CO2 free. Ambiente e uomo al centro di un progetto da circa 20mila metri quadri – di cui 7mila coperti – che vedrà la luce nel 2018 nei pressi di Ovada, sulle colline dell’Alto Monferrato, tra vigne, orti e frutteti.
“La scelta di quest’area geografica – spiegano i fratelli Dovo – nasce dalla vicinanza con Genova, che è la nostra città di origine, e dal fatto che il Basso Piemonte ha un tessuto ricchissimo di imprese che operano nell’ambito alimentare e dolciario nello specifico. Inoltre, quest’area è logisticamente favorita: da Ovada infatti si raggiungono facilmente tutte le principali arterie autostradali del nord-ovest”.

Il sito produttivo – che andrà a sostituire quello attuale di Genova – è integrato nell’ambiente che lo ospita, costruito con materiali ecosostenibili, dotato di un impianto geotermico per la regolazione del riscaldamento e del raffreddamento degli ambienti di lavoro, coibentati per ottimizzare l’efficienza termica e limitare la dispersione di calore. L’impianto è pensato per una produzione sostenibile in cui sono garantiti i limitati consumi energetici nei processi, la riduzione degli scarti di lavorazione e degli sfridi, il limitato consumo di acqua reso possibile dal recupero delle acque meteoriche e delle acque di raffreddamento, di risciacquo e tecniche, e da una cogenerazione ad alta efficienza.
“Gli ambienti di lavoro, inoltre – proseguono i fratelli – saranno ‘a misura d’uomo’ in tutti i sensi: moderni e funzionali, sani e confortevoli con luoghi deputati allo scambio di idee per favorire nuove forme di interazione tra uomini, processi produttivi e macchine, e aree verdi aperte alla comunità locale”.

9 milioni di fatturato, export al 30%

Quello del gelato è un settore che, soprattutto in Italia, continua a produrre statistiche positive: nel corso del 2015 la vendita a volume ha raggiunto quasi le 152mila tonnellate di prodotto, di cui poco meno di 85mila per i porzionati e multipack e oltre 67mila per le vaschette. Il che si traduce, a valore, in oltre 876 milioni di euro totali, ripartiti in circa 565 milioni per i porzionati e poco meno di 311 milioni per le vaschette. La variazione percentuale sul volume (+7,6%) e sul valore (+6,2%) conferma il trend positivo vissuto dal comparto (Fonte dati Nielsen 2015). Anche Tonitto ha beneficiato del trend positivo, alimentato soprattutto dalla crescente attenzione del consumatore verso referenze con ingredienti più sani. Dei circa 9 milioni di euro del valore di produzione, Tonitto esporta il 30% in oltre 20 paesi tra Europa, Medio Oriente, Sudamerica e Giappone, oltre a Russia e Irlanda con le quali si è recentemente aperto un nuovo canale.

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