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Grappolo d'oro: le eccellenze della Valtellina enoica

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Andar per vini

Grappolo d'oro: le eccellenze della Valtellina enoica

Si è conclusa la scorsa domenica la 33° edizione del Grappolo d’Oro, manifestazione che si tiene da sempre a Chiuro (SO) e che rappresenta un’interessante vetrina di vino e tradizioni valtellinesi, grazie ad un ricchissimo programma che prevede spettacoli, camminate, degustazioni, convegni, dibattiti e momenti di puro divertimento, come la spettacolare corsa delle botti.

All’interno della manifestazione si è tenuta la quarta edizione del Concorso Enologico “Il Grappolo d’Oro”, in cui si confrontavano alla cieca 18 vini di diverse annate delle tipologie Valtellina Superiore DOCG e sottozone (Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella).

Valtellina e vino è un binomio che spesso viene definito “eroico”, per la viticoltura realizzata su superfici vitate strappate metro dopo metro con fatica alla montagna, realizzando terrazzamenti, per una lunghezza di quasi 2.500 km, con  muretti a secco. Fatiche fatte per poter coltivare il Nebbiolo di montagna, qui chiamato Chiavennasca, fatiche, valori e paesaggi protagonisti del film di Ermanno Olmi “Rupi del vino”.

Ogni anno partecipo volentieri al Concorso Enologico in veste di giudice principalmente per 2 motivi: in primo luogo è l’occasione per fare una “fotografia” dello stato dei vini valtellinesi, ed in secondo luogo per la formula del Concorso, originale ed innovativa.

Mi spiego meglio: vi sono 5 diverse Commissioni, ognuna rappresentativa di una categoria: i sommelier AIS, gli assaggiatori ONAV, la stampa, gli enologi/viticoltori e i consumatori/ristoratori. Ognuna delle commissioni, degustando alla cieca, premia un vino. Per l’assegnazione del premio principale, il Grappolo d’Oro, si forma una Commissione finale mista, composta da 2 membri di ognuna delle precedenti commissioni, che riassaggia e vota, sempre alla cieca, solo i vini che hanno ottenuto i punteggi più alti. Veniamo ai risultati del Concorso: quest’anno è stato un trionfo assoluto per l’azienda Ar.Pe.Pe di Sondrio: il suo Grumello “Buon consiglio”, annata 2007, ha vinto non solo il premio assoluto ma anche il premio di ben tre Commissioni: ONAV, stampa ed enologi/viticoltori.

La Commissione AIS ha premiato il Sassella “Le Barbarine 2009” dell’azienda agricola La Castellina della Fondazione Fojanini, mentre la Commissione consumatori/ristoratori ha premiato la”Riserva del Fondatore”, Valtellina Superiore del 2001 della casa vinicola Balgera.

Prima di raccontare la storia delle aziende vincitrici e i loro vini, voglio fare un paio di considerazioni finali sui vini in concorso, prendendo anche spunto dalle parole di Tiziano Maffezzini, sindaco di Chiuro, che ha parlato del valore del Concorso non tanto come gara di viticoltori, ma come “… un momento di confronto e un punto di riferimento per capire a che punto è la produzione”. La prima considerazione riguarda il livello medio dei vini presentati, su cui si poteva riscontrare una qualità media garantita: qualsiasi bottiglia un consumatore decida di acquistare, non c’è il rischio di rimanere delusi. La seconda riguarda le eccellenze riscontrate: su 18 vini in gara, almeno 6-7 erano di eccellenza assoluta. Due segnali importanti che testimoniano quanta strada abbia fatto il vino valtellinese negli ultimi anni, e soprattutto come questa tendenza si confermi e si rafforzi di anno in anno.

Andiamo ora a conoscere i vincitori del concorso.

Ar.Pe.Pe. – Sondrio (AO)

Alla conduzione dell’azienda, fondata nel 1984 da Arturo Pellizzatti Perego, prematuramente scomparso nel 2004, vi sono i figli Isabella, Emanuele e Guido. La famiglia Pelizzatti – il secondo cognome, Perego, materno, è stato aggiunto da Arturo – è legata a doppio filo alla storia del vino valtellinese: Giovanni Pellizzatti, ad esempio, produceva vino e lo vendeva in Svizzera già nel 1860. Il papà di Arturo, Guido, aveva dedicato la vita all’espansione dell’azienda di famiglia, portando i terreni vitati fino a 50 ettari di proprietà e costruendo una nuova cantina, ricavata nelle rocce del Grumello, inaugurata con la vendemmia del 1961. I problemi sono nati alla morte di Guido, nel 1973, con l’insorgere di insanabili contrasti familiari legati all’eredità: l’unica soluzione è stata vendere tutto, compreso il marchio Pellizzatti, a Winefood, gruppo a capitale svizzero-americano. Arturo per un certo periodo continua a seguire quelli che erano i suoi vigneti alle dipendenze di Winefood, ma la cosa non funziona e se ne va. Il richiamo delle vigne è però troppo forte: Arturo decide così di mettere assieme un po’ di vigneti, rientra in possesso della cantina realizzata sotto i vigneti del Grumello, in zona “Buon Consiglio”, e fonda Ar.Pe.Pe. Può così essere nuovamente protagonista, realizzando Nebbioli da lungo invecchiamento seguendo la tradizione per cercare di esaltare al massimo il terroir. E’ indubbio che Arturo ha rappresentato una delle figure di riferimento dell’enologia valtellinese, ed ha tracciato un percorso che i suoi figli stanno cercando di seguire con impegno: in primo luogo Emanuele, che si occupa dei vigneti e della cantina, poi Isabella per la parte commerciale ed infine Guido, che segue la comunicazione. Di grande fascino i nuovi locali per l’accoglienza, in cui si respira, come in tutta l’azienda, grande rispetto per l’ambiente ed una tensione emotiva verso l'”impatto zero”.

L’azienda ha 13 ettari di vigneti, di età media superiore ai cinquant’anni, con i più vecchi di anche più di ottant’anni. Si cerca di preservare il più possibile le viti vecchie, non estirpando, proprio perchè sono in grado di esaltare la complessità del Nebbiolo.

La produzione è di circa 80.000 bottiglie all’anno divise su 9 etichette. Prossimi ad uscire 2 nuovi vini, saranno presentati in anteprima entro fine anno: una nuova riserva di Grumello ed una nuova riserva di Inferno. Parliamo del Buon Consiglio 2007, che ha vinto il Grappolo d’Oro 2016 e ben tre su 5 dei premi di Commissione

Valtellina Superiore Grumello Riserva DOCG Buon Consiglio 2007

Vincitore del “Grappolo d’Oro 2016″ e dei premi delle Commissioni ONAV, stampa ed enologi/viticoltori.

E’ ottenuto da uve Nebbiolo – in Valtellina si chiama Chiavennasca – in purezza. Il nome indica dove sono i vigneti, ed è un omaggio alla Madonna del Buon Consiglio. La vendemmia, manuale in cassette, è stata il primo di ottobre. La vinificazione è tini di legno da 50 hl, a cui seguono 4 anni di affinamento in tini e botti di legno, un anno in acciaio e almeno 3 anni in bottiglia: è in commercio da fine 2015. Le bottiglie prodotte, circa 12.000, hanno una gradazione del 13,5 %.

Si presenta di color granato, luminoso e vivace. I profumi sono ampi e complessi, petali di viola e violetta appassiti accompagnano decise note di frutta rossa e nera in confettura, tra cui una convincente marasca, seguiti da spezie dolci, pepe nero ed un gradevolissimo tamarindo. Cuoio e un’appena accennata terra bruciata completano il bouquet, in cui stavo colpevolmente dimenticando una leggera striatura agrumata, forse di scorza d’arancia. Al sorso coniuga freschezza e morbidezza, sorretti da corpo e struttura, con una delicata trama tannica. Piacevolezza e persistenza chiudono l’assaggio.

Prezzo in enoteca:   € 37-45

La Castellina, Azienda Agricola della Fondazione Fojanini – Sondrio (SO)

La Fondazione Dott. Piero Fojanini di Studi Superiori nasce nel 1971 per iniziativa del Prof.Giuseppe Fojanini, eminente chirurgo, che, in memoria di papà Piero, decide di donare l’azienda agricola paterna all’Università Cattolica con lo scopo di costituire nella Provincia di Sondrio un centro didattico sperimentale di valenza universitaria per i problemi delle coltivazioni locali e più in genere dell’agricoltura alpina. La Fondazione ha come obiettivi la valorizzazione ed il potenziamento della ricerca scientifica nelle discipline agrarie ed ambientali, e l’assistenza tecnica in agricoltura in Provincia di Sondrio, anche con corsi di formazione e aggiornamento a cui accedono gli operatori interessati. I settori di attività sono: viticoltura, frutticoltura, foraggicoltura, alpicoltura, apicoltura, enologia ed ecologia alpina. A dirigerla attualmente sono il Presidente Flavio Bottoni ed il Direttore Graziano Murada.

Parte importante della Fondazione è l’Azienda Agricola La Castellina, situata a Sondrio. Dispone di

10 ettari di vigneto nel cuore del territorio di produzione del Valtellina Superiore DOCG Sassella. Sotto la guida di Adriano Cappelletti, responsabile del settore enologico della Fondazione, vengono prodotte circa 15.000 bottiglie, ripartite su 4 etichette diverse.

Il Sassella Riserva Le Barberine 2009 ha vinto il premio della Commissione AIS, Associazione Italiana Sommelier

 

Valtellina Superiore Sassello Riserva DOCG Le Barberine 2009

Nebbiolo – Chiavennasca – in purezza. Le bottiglie prodotte sono 5.200, con tenore alcolico del 13,5 %. Si effettua il taglio del tralcio in vigna alla maturazione ottimale e si lascia l’uva in appassimento in pianta per circa 30 giorni. La vinificazione è tradizionale in acciaio, a cui seguono due anni di affinamento in botti da 27 hl, poi altri 6 mesi in acciaio prima dell’imbottigliamento.

Nel bicchiere il color rubino non ha ancora ceduto del tutto il posto al granato, ad introdurre un vino ancora fresco, piacevole e di grande complessità. Fiori appassiti, confettura di frutti rossi, soprattutto fragola, pepe, forse anche zenzero, un chè di agrumato ed un leggero tocco balsamico, ed infine cuoio tabacco dolce. In bocca è decisamente morbido ed elegante, di buona personalità, equilibrato nei tannini, persistente e vellutato.

Prezzo in enoteca:   € 18 – 20

Balgera – Chiuro (SO)

Le cantine Balgera si trovano nel centro di Chiuro, a Palazzo Quadrio, appartenuto a Maurizio Quadrio, carbonaro, patriota e compagno di lotta di Giuseppe Mazzini. Pietro Balgera, detto Pedrin, vi ha fondato nel 1885 la propria cantina, iniziando una tradizione vinicola di famiglia, continuata da Leone e Gianfranco, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove l’amico Paolo Balgera è affiancato dalla moglie Paola e dalla sorella Daniela, che si occupano rispettivamente di amministrazione e di commerciale ed ospitalità, ma soprattutto dai giovani figli, Luca e Matteo, la quinta generazione di vinicoltori della famiglia Balgera. Con tutto il suo orgoglio di padre, Paolo spiega che Luca è enologo e si occupa di vigna, soprattutto, e cantina, mentre Matteo è una sorta di jolly tra cantina e vigna, ma sta imparando ad occuparsi di commercio estero, fondamentale per l’azienda che è arrivata ormai ad avere il 95 % del proprio fatturato oltre confine. L’inserimento dei figli in azienda ha fatto sì che Paolo negli ultimi anni facesse importanti investimenti, come il restauro delle cantine storiche, completato nel 2013, e l’inaugurazione del nuovo reparto di vinificazione del 2014. Cantina tradizionalista, i vini vengono messi sul mercato con annate storiche. Proprio quest’anno è iniziato il percorso di conversione al biologico.

Concludo con qualche numero: 4 ettari di vigneti di proprietà, alle cui uve si aggiungono quelle fornite da conferitori storici, da almeno 2 generazioni. L’insieme delle uve, proprie e acquistate, consente una produzione annua di circa 70.000 bottiglie, ripartite su 16 etichette: 12 rossi, 3 bianchi ed uno Spumante Metodo Martinotti.

Il Riserva del Fondatore 2001 ha vinto il premio della Commissione Ristoratori e Consumatori.

 

Valtellina Superiore Docg Riserva del Fondatore 2001

Etichetta dedicata a quel Pietro “Pedrin” Balgera che fondò la cantina nel 1885. Viene realizzata solo nelle annate migliori. Uve Nebbiolo, cioè Chiavennasca, in purezza, con cui si ottengono 7.000 bottiglie dal tenore alcolico del 13 %. La vendemmia manuale è stata verso fine ottobre. Vinificazione in acciaio ed un primo affinamento di 2 anni in botti grandi di rovere. Solo a questo punto si scelgono i migliori Sassella, Inferno, Grumello e Valgella e si effettua il “melange” (mescolanza), lasciando il vino così ottenuto per altri 24 mesi in barrique usate . Si aggiunge fino ad un 20 % di Sforzato. Dopo questi 24 mesi, a seconda delle esigenze di cantina, viene imbottigliato o torna in vasca. Prima di essere venduto fa almeno 10 anni di affinamento.

Il Riserva del Fondatore 2001 in concorso è stato imbottigliato ad inizio 2016. Lo Sforzato aggiunto è del 2013.

Vino di grande longevità, acuita dall’aggiunta dello Sforzato, ben evidenziata già dal colore, con sfumature rubino che caratterizzano il luminoso color granato. I profumi sono straordinariamente freschi, a partire dai piccoli frutti rossi, principalmente il lampone, subito accompagnati da petali di viola e violetta appassiti, spezie dolci, liquirizia, cuoio ed una sottilissima, ma piacevole nota eterea. Al sorso è elegante, morbido, direi anche accattivante, piacevolmente persistente.

Prezzo in enoteca:   € 33 – 43

DA NON PERDERE

Dal 17/09/2016 al 18/09/2016 – Franciacorta – provincia di Brescia

Settima edizione del Festival Franciacorta in Cantina : I visitatori avranno la possibilità di conoscere la Franciacorta percorrendo la Strada del Franciacorta con i suoi castelli e monasteri, attraverso i moltissimi eventi organizzati dalle cantine

Per info: http://www.italiadelvino.com/news.asp?id_news=1229

Dal 16/09/2016 al 18/09/2016 – Tirano (SO)

Eroico Rosso Sforzato Wine Festival 2016: Tre giorni unici tra degustazioni, visite guidate, musica e folklore per tutte l’età, alla scoperta del delicato gusto dello Sforzato e delle prelibatezze di Tirano

Per info: http://www.italiadelvino.com/news.asp?id_news=1230

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