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Il Belgio produce San Marzano? La Ue prende atto e non difende la Dop

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Il Belgio produce San Marzano? La Ue prende atto e non difende la Dop

L’Unione europea disconosce il San Marzano dell’agro Sarnese Nocerino, pomodoro a denominazione di origine protetta dal 1996. E’ una varietà che “può essere coltivata al di fuori dell’aria geografica delimitata e non è appannaggio dei produttori italiani”, scrive il commissario europeo all’agricoltura, l’irlandese Phil Hogan, in risposta all’interrogazione dell’europarlamentare della Lega Nord Maria Bizzotto. La deputata nel mese di settembre aveva sollevato in commissione il problema della vendita di pomodori prodotti in Belgio e venduti sotto la denominazione San Marzano.

Chi difende il San Marzano?

Il pomodoro coltivato sotto il Vesuzio, tra Pestum e Pompei, “è una varietà conosciuta in tutto il mondo, sulla sua produzione si regge l’economia di 41 comuni delle province di Salerno, Napoli e Avellino”, ha sottolineato nel suo intervento la Bizzotto. E l’Unione, di fatto, non lo sta tutelando: il regolamento n. 2081/92, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli ed alimentari, prevede apposite sanzioni amministrative per tutti coloro che utilizzano impropriamente segni distintivi di un prodotto nella presentazione e nella commercializzazione.

Evocazione irregolare della Dop

Phil Hogan taglio corto, invece, affermando che ”sulla base delle informazioni a sua disposizione, la Commissione europea non può constatare se le etichette di pomodori prodotti fuori dall’Italia, commercializzati in Belgio ed etichettati ”San Marzano”, costituiscono una evocazione irregolare della denominazione Dop italiana, o un utilizzo lecito del nome della varietà. Appartiene essenzialmente alle autorità competenti degli Stati membri, far rilevare eventuali irregolarità al momento dei controlli effettuati”.

”La risposta della Commissione Ue è un segnale grave, che accresce la nostra preoccupazione – commenta Paolo De Castro, europarlamentare della Commissione Agricoltura – è evidente che ci troviamo davanti a un’evocazione della Dop ‘Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino’. E per questa ragione già lo scorso 2 settembre avevo presentato un’interrogazione al commissario Hogan, il quale ci aveva garantito adeguati e ulteriori approfondimenti”.

Secondo De Castro la posizione assunta dalla Commissione “preoccupa profondamente, perché conferma una linea di indirizzo che rimette in discussione gli schemi vigenti di tutela delle nostre produzioni di qualità, schemi che, come nel caso dei vini identitari, hanno dimostrato di funzionare con piena efficacia e per questo vanno mantenuti e difesi”.

“Vogliono sminuire le nostre eccellenze agroalimentari”

I produttori sono increduli e arrabbiati: “Qui il tentativo è di sminuire tutte le nostre eccellenze agroalimentari. Forse il commissario Hogan parla di argomenti che non conosce”, dichiara Edoardo Ruggiero, presidente di Danicoop, che riunisce 50 produttori. In 25 ettari, coltivano vero San Marzano, presidio Slow Food. Lo distribuiscono nel mondo in vetro e lattine. E in etichetta, totale tracciabilità.

Nessun marchio europeo per i pomodori stranieri

“Cosa dobbiamo pensare – si chiede Ruggiero – che diamo fastidio alle grandi industrie, che con la qualità dei nostri prodotti stiamo occupando spazi sempre più ampi di mercato? Noi non possiamo proibire ad altri di produrre pomodori freschi di qualsiasi tipo, ma se quel pomodoro poi finisce in bottiglia nessuna etichetta può definirlo San Marzano, men che meno può contenere il marchio della Comunità europea”.

Dal Belgio, dalla California e dalla Cina, i pomodori dell’italian sounding

Quello della tutela del San Marzano, del resto, è un tema sensibile da tempo: vittima del più spietato italian sounding, viene prodotto perfino in California e venduto negli Stati Uniti come made in Italy. E poi c’è l’ormai nota pummarola cinese utilizzata perfino nelle salse anche dall’industria del nord (tagliate fino al 70% le conserve destinate ai mercati inglesi e tedeschi, il 20% a quello italiano).
“Ora più che mai – conclude Ruggiero – pretendiamo una reazione forte da parte del Consorzio di tutela del pomodoro San Marzano”

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