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Il caffè nel mondo? È solubile (80% dei consumatori)…

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Il caffè nel mondo? È solubile (80% dei consumatori) e ora è anche firmato Lavazza

Lavazza inaugura un nuovo mercato: quello del caffè istantaneo. Per conquistare i consumatori internazionali, ma con un prodotto alto di gamma, in grado di sottrarsi all’inevitabile competizione, quando si parla di solubili, con il celebre Nescafè. Si tratta di Prontissimo! il primo caffè solubile premium di Lavazza. “Difficile trovare un vero competitor per questa a  referenza – precisa Mauro Mantovani, chief commercial officer del gruppo Lavazza – perché unisce la praticità di preparazione all’alta qualità di una miscela 100% Arabica, arricchita con il 10% di caffè tostato e macinato molto finemente. All’assaggio è davvero impossibile distinguerlo da un espresso”. L’innovazione è data dalle speciali tecnologie di lavorazione e trasformazione, in grado di trattare i chicchi di caffè per preservarne le caratteristiche e di mantenere intatte le note aromatiche della miscela.

Beve solubile l’80% dei consumatori mondiali

“E’ un prodotto che si combina bene con l’ormai inarrestabile processo di globalizzazione di Lavazza”, spiega Mantovani. Negli anni, infatti, l’azienda ha decisamente cambiato il proprio approccio alle geografie estere, aprendo consociate, facendo acquisizioni, in definitiva mutando il modello di business da sell in a sell out per il presidio dei mercati esteri. Al punto che il mercato nazionale oggi pesa meno della metà per l’azienda torinese, che tuttavia rimane leader in Italia. “Alla luce di questa situazione – prosegue Mantovani – Lavazza ha dovuto adeguarsi ai gusti dei Paesi in cui entrava e da esportatrice di espresso è diventata azienda italiana in grado di competere con le varie modalità di caffè preferite nei vari mercati. L’80% dei consumatori di caffè di tutto il mondo, infatti, beve il solubile”. Un business significativo e appetibile, con un valore totale di circa 1,3 miliardi di tonnellate e di circa 20 miliardi di euro (dati Nielsen, Euromonitor 2015). “Per fare un esempio in Gran Bretagna o in Australia il caffè solubile arriva al 70% del totale a valore delle vendite di caffè. Nell’est Europa e Paesi asiatici anche al 75 per cento. Senza questo prodotto, quindi, in certi mercati saremmo costretti a restare sempre una nicchia”.

Prontissimo! è stato concepito e sviluppato nel 2014 e dopo la prima sperimentazione nel Regno Unito (in oltre 150 punti vendita delle due principali insegne britanniche, Sainsbury’s e Waitrose), ora è in vendita anche in Italia,solo nel canale retail, declinato in due varianti: Classico, miscela morbida e bilanciata, con note di caramello; Intenso, miscela forte e corposa, con note decise di caffè tostato. Sarà una scelta azzeccata proporre un caffè solubile proprio nel Paese  dell’espresso? “Siamo convinti che un prodotto come Prontissimo!, caratterizzato da un’elevata qualità e da un gusto così diverso, possa attrarre nuovi consumatori e aumentare la penetrazione nel mercato del solubile, ridando vitalità alla categoria”, assicura Mantovani.

Il solubile in Italia vale 86 milioni

Il mercato del solubile in Italia vale circa 3.900 tonnellate e 86 milioni di euro (fonte: Nielsen MAT ottobre 2015), in flessione del 4% a volume e del 6% a valore. “In base ai diversi test effettuati – specifica Mantovani – siamo molto fiduciosi e positivi su come potrà essere recepito questo nuovo prodotto dai consumatori e crediamo possa avere un trend positivo rispetto al totale del comparto del solubile”.

Prontissimo! è il risultato di un lavoro congiunto fra il team ricerca&sviluppo del gruppo e quello del fornitore terzo che produce e confeziona per Lavazza il caffè. Il prodotto viene poi distribuito interamente da Lavazza. “Abbiamo deciso di appoggiarci a un fornitore terzo – conclude – perché in possesso delle migliori tecnologie di lavorazione e trasformazione del prodotto. Come tutti i fornitori di Lavazza, anche questo ha siglato il codice etico e il codice di condotta fornitori, con i quali Lavazza comunica a stakeholder interni ed esterni i propri valori e ne chiede il rispetto lungo la catena del valore, con particolare riferimento ai propri fornitori diretti”.

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