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Il Sauvignon del Collio che piace a Bordeaux

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Vino

Il Sauvignon del Collio che piace a Bordeaux

Tiare, in friulano, significa terra. È con questa parola densa e carica di simboli che Roberto Snidarcig ha scelto di rappresentare la sua azienda vinicola, che oggi abbraccia con circa 10 ettari vitati un’area pregiata tra il Collio e l’Isonzo.

Trofeo speciale a Bordeaux

Parte dall’esperienza della terra la storia questa piccola realtà del Friuli Venezia Giulia che, con il Sauvignon Tiare 2013, si è aggiudicata il Trofeo speciale e la Medaglia d’oro alla 5. edizione del Concours Mondial du Sauvignon di Bordeaux nel 2014. Un successo bissato nel 2015, quando al Sauvignon 2014 è stata confermata la Medaglia d’oro al Concours francese.
In mezzo si sono accorti anche in Italia di questo vignaiolo riservato e schietto, che ha ottenuto i Tre Bicchieri del Gambero Rosso 2015 per il Sauvignon 2013 e l’inserimento nel Top Hundred 2015 del Golosario con il Sauvignon Empîre 2011.
Nel 2015 il Gambero Rosso ha segnalato Tiare anche come Miglior cantina emergente d’Italia, quasi un paradosso considerato che Snidarcig è praticamente cresciuto a pane e vigna. Infatti a Dolegna del Collio, nel Goriziano, si trovava anche l’azienda agricola della famiglia Snidarcig, dove Roberto ha mosso i primi passi, ha imparato a preparare le vigne e a scoprire l’anima del vino. È proprio in casa che matura il suo amore per il Sauvignon (che oggi rappresenta il 50 % della produzione in Tiare).

Sauvignon mon amour

Ancora giovanissimo individua, fra le uve che il padre acquista da altri contadini per vinificare, una vigna di Sauvignon che spicca sulle altre per il carattere particolare, un’uva il cui vino si evolve e migliora in modo sorprendente di anno in anno. Allora ne prende dei tralci, ne fa dei cloni e una caparbia selezione di marze, che pianta nel suo primo ettaro di vigneto, a Dolegna. «L’ho acquistato grazie a una piccola vincita al Totocalcio – rivela -. Era un declivio incolto e ho usato le macchine di mio padre per fare i terrazzamenti e piantumare. Per ripagarlo ho dovuto conferire per qualche anno la mia uva alla sua cantina».
Intanto però il primo passo è fatto. Perché Roberto Snidarcig non è un imprenditore di seconda generazione, dato che i vigneti di famiglia sono stati ceduti dal padre a un fondo qualche anno fa. E Tiare nasce dalla passione e da una caparbietà ostinata che traspare al primo incontro.

Dalla vigna alla cantina

Dopo il primo passo, Snidarcig acquista sempre a Dolegna altri terreni e vi impianta nuovi vigneti di Sauvignon, e poi di Ribolla, di Malvasia, di Chardonnay. Ma è soprattutto sul Sauvignon che si concentra, studiandolo, seguendone con passione e perfezionismo tutte le fasi, dalla campagna alla vinificazione e all’affinamento.
Fra i primi ad apprezzare i suoi vini c’è Luigi Veronelli, che lo segnala su L’Espresso nel 1996. Ecco che i premi a Bordeaux e i riconoscimenti del Gambero Rosso arrivano a coronare un lungo lavoro certosino, seguito personalmente dalla vigna alla cantina, producendo e affinando vini dalla personalità forte eppure votati a un pregevole equilibrio, con una mineralità intensa ma bilanciata da delicate note floreali.

Piccoli numeri, grande qualità

La produzione annua è di circa 80mila bottiglie complessivamente. La gamma dei vini spazia dagli autoctoni agli internazionali. Tra i bianchi spicca il Sauvignon (45% della produzione), poi Malvasia, Pinot Grigio, Ribolla Gialla, Friulano. I rossi sono Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon , Pinot Nero e Schioppettino. Tiare ha anche un metodo charmat, Bolle, blend di Ribolla Gialla (70%), Malvasia (25%) e Sauvignon (5%).
La curiosità di Snidarcig però non si ferma. Nella cantina, costruita fra le vigne con strumentazioni di ultima generazione, sta lavorando a un vintage pronto al lancio per la Primavera 2016: il nome è Il Tiare e il vinaggio è un bilanciato equilibrio di Sauvignon, Friulano e Ribolla gialla.

www.tiaredoc.com

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