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Import di prodotti agricoli più trasparente: sarà tolto il…

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Import di prodotti agricoli più trasparente: sarà tolto il segreto sui flussi

La questione era stata posta a un recente convegno della Coldiretti, presenti il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e alti dirigenti della Sanità. Il tema, strettamente connesso con la querelle dell’indicazione dell’origine in etichetta, è quello della secretazione dei dati relativi ai flussi di importazioni di prodotti agricoli dall’estero. Un segreto che, secondo l’organizzazione guidata da Roberto Moncalvo, è uno dei motivi che favoriscono il proliferare del falso made in Italy alimentare.

Primo segnale verso una maggiore trasparenza dei cibi

Ora dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è arrivato un primo segnale. L’impegno infatti, come si legge in una nota della Salute, è di rendere «pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per la produzione alimentare, dopo le proteste degli agricoltori sul Brennero e le molteplici iniziative di mobilitazione messe in campo da Coldiretti al fine di contrastare le aggressioni al Made in Italy conseguenti alla lavorazione nel nostro Paese di prodotti alimentari oggetto di importazione o di scambio intracomunitario e la successiva messa in commercio come prodotti autenticamente italiani».

Ma perché non è stato possibile fino a oggi fare trasparenza sugli acquisti di prodotti alimentari stranieri? La «colpa» è attribuita dal ministero a «una complessa normativa doganale che ha impedito l’accessibilità dei dati senza significative ragioni legate alla tutela della riservatezza».

Impegno a cancellare le norme doganali

Ma certo il cammino è ancora lungo. La selva di norme  andrà districata, ma non sarà un percorso facile. E infatti per ora c’è solo l’annuncio della costituzione di «un comitato presso il ministero della Salute composto da esperti della materia, incaricato di definire, in tempi brevi, le modalità attraverso cui saranno rese disponibili le informazioni relative alla provenienza dei prodotti agro-alimentari a soggetti che dimostrino un legittimo interesse all’utilizzo di tali dati».

Coldiretti: così si fa spazio alla legalità

Per la Coldiretti così si fa spazio alla legalità. «Dall’inizio della crisi – sostiene l’organizzazione da tempo sulle barricate per la tutela del made in Italy –  sono più che triplicate in Italia le frodi a tavola con un incremento record del 248% del valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterati, contraffati o falsificati sulla base della preziosa attività svolta dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013».  E sempre l’indagine dell’associazione  agricola sottolinea l’esplosione dell’import che nel 2013 ha raggiunto 40 miliardi con un incremento del 20% dal 2007. «Con il rischio concreto – spiega – che nei cibi in vendita vengano utilizzati ingredienti di diversa qualità come il concentrato di pomodoro cinese, l’extravergine tunisino, le mozzarelle taroccate ottenute da latte in polvere, paste fuse e cagliate proveniente dall’estero. Il risultato è che nel 2013 sono aumentati del 14% gli allarmi alimentari in Italia con ben 534 notifiche sulla sicurezza di cibi e bevande potenzialmente dannosi per la salute, sulla base del sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF), rispetto al 2007 in cui è iniziata la crisi» . La stessa Coldiretti conferma l’ottimo livello dei controlli in Italia, gran parte effettuati anche dalle stesse industrie alimentari tra le prime nel mondo per gli investimenti in controlli.

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