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L'Amarone, il vino che tutto il mondo ci chiede

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Andar per vini

L'Amarone, il vino che tutto il mondo ci chiede

L’Amarone è un vino rosso prodotto in Valpolicella, in provincia di Verona.
E’ un passito secco, il cui nome deriva dalla parola “amaro”, per distinguerlo dal Recioto della Valpolicella, vino dolce dal quale ha involontariamente avuto origine.
Si fa riferimento ad un episodio risalente al 1936: Adelino Lucchese, capocantina della Cantina Sociale Valpolicella, trovò una botte di Recioto dimenticata in cantina e spillando il Recioto Amaro dal fusto di fermentazione urlò: “Questo non è un Amaro, è un Amarone”.
Cosa era successo: per ottenere il Recioto la fermentazione viene interrotta in modo da avere un vino dolce, in questa botte dimenticata ciò non era successo e la fermentazione si era svolta fino in fondo, ottenendo di fatto un vino nuovo, non dolce ma secco.
Ho già parlato di Amarone 2 mesi fa, in occasione di Anteprima Amarone 2011, ma oggi voglio focalizzare la mia attenzione su 2 aziende in particolare, note in tutto il mondo per i loro vini, per la loro eccelsa qualità e vere bandiere della Valpolicella nel mondo: Quintarelli e Dal Forno.

Azienda Agricola Dal Forno Romano – Cellore d’Illasi (VR)
L’azienda Agricola Romano Dal Forno si trova in Val d’Illasi, una delle valli ad est di Verona che solca i Monti Lessini, facenti parte delle Prealpi Venete, quasi un ventaglio sulla città.
Cellore è a metà della valle, gode di sole abbondante ed è da sempre territorio vocato per il vino e l’olio.
Romano Dal forno, classe 1957, proveniente da una famiglia di viticoltori, inizia giovanissimo, insieme alla moglie Loretta, un percorso che lo porta ad essere uno dei produttori più apprezzati e ricercati negli Stati Uniti.
Ho avuto la possibilità di fare una chiacchierata con Michele, uno dei suoi 3 figli, in azienda attento prevalentemente alla parte commerciale, che ha voluto raccontarmi la loro storia.
L’incontro con Giuseppe Quintarelli a fine anni ’70 è stato determinante, perchè ha trasmesso a Romano idee per quegli anni quasi rivoluzionarie, su come lavorare in vigna ed in cantina per avere come unico obiettivo la ricerca della qualità e dell’espressione di un territorio, piuttosto che la semplice quantità.
I numeri aziendali aiutano a capire la filosofia di Romano: partito con 12 ettari di vigneto, ora è arrivato a 26, con una produzione di sole 62.000 bottiglie: quindi rese bassissime per ottenere il miglior prodotto possibile.
Tre sono i vini prodotti: il Recioto Vigna Seré, che Romano considera il vino di punta dell’azienda, realizzato in pochissime bottiglie e solo quando l’annata è straordinaria, cosa successa 6 volte in 32 anni; l’Amarone che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo e il Valpolicella Superiore.
La prima vendemmia è del 1983: Michele ci tiene a parlare anche dei suoi fratelli: Marco, che lavora prevalentemente nei vigneti, e Luca, presente soprattutto in cantina.
“Siamo stati cresciuti a pane e vino, nella quotidianità del lavoro dei campi – mi spiega Michele – e per ognuno di noi è stato spontaneo dedicarsi all’azienda di famiglia: nè io nè i miei fratelli abbiamo mai preso in considerazione l’idea di fare qualcosa di diverso”
Un aneddoto che racconta Michele riguarda i primi anni dell’azienda, quando non era ancora realizzata la nuova cantina e Romano faceva di necessità virtù, adattandosi a spazi piccoli: l’imbottigliamento era fatto a mano, spesso nel tardo pomeriggio ed in prima serata: la squadra di lavoro era così organizzata: papà Romano imbottigliava, mamma Loretta pensava alle etichette, senza dimenticare i 3 figli piccoli: Michele passava i tappi, Luca le capsule e Marco i cartoni !
Nel 1991 è stata ultimata la cantina, ingrandita e migliorata nel 2001.
Ho avuto la fortuna di degustare l’Amarone 2009.

Amarone della Valpolicella Monte Lodetta 2009
E’ un uvaggio di Corvina, 60 %, Rondinella, 20 %, Oseleta 10 % e Croatina al 10 %.
Le uve provengono da vigneti con età superiore ai 10 anni.
Vendemmia dal 20 settembre al 25 ottobre, selezione dei grappoli migliori, su cui si fa una cernita manuale per asportare gli acini meno pregiati.
L’uva raccolta è messa ad appassire in locali aperti e ventilati, fino alla pigiatura di metà dicembre.
Dopo la fermentazione in acciaio, si hanno 36 mesi di affinamento in barriques nuove: la presenza di un leggero residuo zuccherino fà si che nei primi 18 mesi riprenda una lentissima attività fermentativa.
Prima della messa in commercio, altri 24 mesi di affinamento in bottiglia.
La produzione è di 21.000 bottiglie, con tenore alcolico del 16,5 %.
Nel bicchiere è sinuoso nei movimenti, di colore rubino inchiostrato.
Complesso ed ampio nei suoi profumi: frutta rossa e nera, amarena e mirtillo, matura ma non in confettura, per passare alla vaniglia, al tabacco ed al cuoio. Da non sottovalutare le erbe aromatiche, quali menta e salvia, stupiscono alcune note floreali e la lavanda, a completare una trama di rara complessità.
In bocca è morbido e caldo, in evidenza i tannini, decisi a significare le potenzialità future di questo vino, che riassaggierò volentieri tra qualche anno, magari anche una decina.
Prezzo in enoteca: 250-300 Euro

Azienda agricola Quintarelli Giuseppe – Negrar (VR)
Silvio Quintarelli, con i suoi fratelli, fonda l’azienda a inizio ‘900, coltivando con i fratelli dei vigneti a mezzadria a Marano di Valpolicella.
Nel 1924 l’azienda si sposta nella vallata di Negrar, in località Cerè: fondamentale per Silvio l’aiuto della moglie e dei figli.
Negli anni ’50 subentra nella conduzione dell’azienda Giuseppe, il più giovane dei figli.
Sono anni importanti, con il rinnovamento dei vigneti, l’aumento delle botti, sempre nel rispetto assoluto della tradizione, dove al Recioto si affianca e diventa sempre più importante ed apprezzato l’Amarone.
L’azienda cresce, si rinnova, negli anni ’80 si acquistano nuovi vigneti, si usano nuove varietà di uva, come il Nebbiolo e la Croatina, tanto per fare 2 esempi.
Si identificano sempre più le caratteristiche dei vini del “Bepi”, Giuseppe, Quintarelli: sono predisposti a lunghissimi affinamenti, anche ventennali, mantenendo sempre una sorprendente freschezza e vivacità.
Ma chi, o meglio chi era, il Bepi, visto che ci ha lasciati il 15 gennaio 2012 ?
Molti direbbero una sorta di guru, che ha saputo tracciare una strada che tanti hanno cercato di percorrere, non sempre riuscendoci.
Io credo che fosse l’espressione più pura della sua terra, di quella razza contadina veneta predisposta al lavoro e al sacrificio, capace di cercare l’essenza più viva della campagna, volendone trarre il meglio prima per sè, per la sua soddisfazione, e poi per i suoi clienti.
Personaggio schivo, concreto, solido, direi riservato.
Al nipote Francesco, che porta avanti il lavoro del nonno con passione, chiedo come mai l’azienda non abbia un sito internet: “Perchè non ci piace apparire”, mi risponde.
Bepi era come un papà per il suo vino, tanto che in cantina gli parlava, lo coccolava, ma sempre critico, pronto a non imbottigliare se non raggiungeva le sue aspettative.
Fra i tanti personaggi di tutto il mondo che hanno assaggiato i suoi vini, Bepi era particolarmente orgoglioso di quando aveva regalato una botticella di recioto a papa Paolo VI.
Veniamo ad oggi: l’azienda è condotta da Fiorenza, una delle figlie, con il marito Giampaolo e i figli Francesco e Lorenzo, prossimo enologo.
Più di una persona rivede in Francesco il Bepi, per passione, atteggiamenti e amore per il vino ed il suo lavoro: credo che migliore augurio non gli si possa fare.
Prima di passare all’amarone che ho assaggiato, qualche numero finale: 11 ettari di vigneto, 60.000 bottiglie prodotte per 7 etichette che possono arrivare a 9 nelle annate eccezionali.

Amarone della Valpolicella Classico 2004
E’ un uvaggio di Corvina e Corvinone al 55 %, Rondinella al 30 %, Cabernet, Nebbiolo, Croatina e Sangiovese al 15 %.
Tenore alcolico del 17 %, 21.000 le bottiglie prodotte.
Vendemmia a metà settembre, le uve selezionate vengono messe a riposo per l’appassimento, fino a fine gennaio in cui si effettua la pigiatura.
Dopo la fermentazione, viene messo in affinamento in botti di rovere di Slavonia per 7 anni.
Passiamo finalmente a degustare: il colore è rosso granato, vivacissimo e brillante.
Nei profumi è entusiasmante: frutto rosso maturo ma non marmellatoso: marasca, lampone e mora. Lavanda e fiori freschi, tè nero e cannella, chinotto e tamarindo, timo e cacao.
In bocca è delicato, morbido, elegante ed equilibrato. I tannini sono vellutati, è di gran corpo, quasi masticabile, di grandissima persistenza.
Prezzo in enoteca: 250 Euro

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