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La Cina avverte: così aumenteremo gli investimenti all'estero su agricoltura e produzioni alimentari

  • –di food24

Cic, il fondo statale cinese China Investment Corp da 650 miliardi di dollari, annuncia un imponente programma di investimenti in agricoltura e produzioni alimentari. Si tratta dell’ufficializzazione di una strategia ormai in corso da qualche anno, che ha visto l’acquisto di terre, soprattutto in Africa, e che ora sembra emergere come una delle priorità della nuova leadership di Pechino.

Le strategie del fondo statale

Il programma è stato esplicitato direttamente da Ding Xuedong, presidente di Cic, in un articolo sul Financial Times dove spiega che il fondo intende investire di più in agricoltura in giro per il mondo e “su tutta la catena del valore”. La Cina cambia strategia e rispondendo alle critiche montanti in molti Paesi contro il land grabbing annuncia di voler collaborare con i governi, le organizzazioni multilaterali e altri investitori istituzionali. Ding inoltre sottolinea la volontà di investire sulla sicurezza alimentare e contribuire al benessere dei paesi interessati con la creazione di posti di lavoro e crescita economica. In particolare, spiega, gli investitori cinesi si concentreranno sul miglioramento delle pratiche agricole (sistemi di irrigazione,trasformazione dei terreni, produzione di mangimi).

Comunque la strada è tracciata e il fondo affiancherà le aziende statali che in questi anni hanno compiuto ingenti investimenti oltre che in Africa in altri paesi asiatici e America Latina (e in Ucraina, prima della crisi politica che ha sconvolto il paese). Gli investimenti diretti all’estero nel settore agricolo (comprese pesca e selvicoltura) erano pari a 5 miliardi di dollari alla fine del 2012, quasi il doppio del 2010, secondo i dati del ministero del Commercio.

Gli investimenti in Usa

La maggiore acquisizione cinese in America è stato, l’anno scorso, l’investimento di Shuanghui International in Smithfield Foods, il principale produttore Usa di carne di maiale, acquistato per 4,7 miliardi di dollari. In Australia, un consorzio a guida cinese ha acquistato una piantagione di cotone da 200.000 acri, completa di quello che si dice essere il più grande sistema di irrigazione dell’emisfero sud.
Nel 2012 la Legend Holdings, la società madre dell’azienda produttrice di computer Lenovo Group, ha formato una società sussidiaria denominata Joyvio per coltivare frutta all’estero. La Joyvio ha investito nella coltivazione di mirtilli, kiwi e uva in Cile ed è alla ricerca di nuove operazioni in cui investire.

La domanda di materie prime alimentari

La Cina possiede il 20% della popolazione mondiale e solo il 9% delle superfici coltivabili. Troppo poco. E con seri problemi. Nel dicembre scorso, il ministero della Terra e delle Risorse ha rivelato i risultati di uno studio quinquennale (precedentemente tenuto segreto) da cui emergerebbe che 8 milioni di acri di terreni agricoli, ovvero circa il 2% della terra coltivabile del paese, sono troppo inquinati per l’attività agricola. Del resto gli scandali alimentari sono purtroppo cronaca, dalle angurie che esplodono al riso al cadmio. I suoi investimenti stranieri diretti nel settore che comprende l’agricoltura (insieme alla pesca e alla selvicoltura) erano pari a 5 miliardi di dollari alla fine del 2012, quasi il doppio del 2010, secondo i dati del Ministero del Commercio.

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