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La cucina lombarda sul podio europeo (e i 50 anni di "Vittorio")

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La cucina lombarda sul podio europeo (e i 50 anni di "Vittorio")

Un grande evento per la ristorazione italiana e lombarda in particolare non poteva che essere il palcoscenico ideale per un nuovo progetto, che abbraccia una parte della regione. Nello storico monastero di Astino, si è festeggiato il 50° compleanno del ristorante Da Vittorio, mito per generazioni di gourmet, fondato a Bergamo Alta da Vittorio Cerea. Oggi è uno dei più amati Relais & Chateaux – gestito dalla moglie Bruna e dai cinque figli – a Brusaporto, pochi chilometri dal capoluogo. Una serata per 600 ospiti – appena rovinata dalla pioggia battente – e che ha aperto l’Anno del Turismo in Lombardia 2016-2017, salutato da una formidabile brigata di cuochi, tutti impegnati su un piatto legato al territorio. Anche perché nell’occasione è stato presentato il progetto Ea(s)t Lombardy, uno dei suoi punti di forza. Ea(s)t come gioco di parole tra il cibo e il punto cardinale che identifica le quattro province lombarde, da Milano verso il Veneto: Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova. Sono loro – insieme e questo ci pare un ottimo segnale – ad aver ottenuto l’importante riconoscimento comunitario come Regione Europea della Gastronomia per il 2017.

Una parata di stelle

La festa, organizzata dalla famiglia Cerea, è stata quindi la vetrina più luminosa della capacità dei cuochi della Lombardia Orientale, certificata dal fatto che la regione non ha rivali in Italia per numero di stelle Michelin: 58 con due Tre Stelle: il già citato Da Vittorio e un altro mito quale Dal Pescatore di Canneto sull’Oglio (Mantova). Quanto alle province di Ea(s)t Lombardy, i numeri della Guida Rossa dicono che Brescia è in testa con un totale di 13 stelle, davanti a Bergamo con 10 e Mantova con 5. Cremona ne è priva, purtroppo da tempo. E’ corretto ricordare tutti i cuochi presenti al Monastero di Astino: Paolo Benigni (Osteria della Brughiera), Gionata Bignotti (La Rucola), Verra Caffini (Aquila Nigra), Riccardo Camanini (Lido 84), Stefano Cerveni (Due Colombe), Marco e Vittorio Colleoni (San Martino), Daniel Facen (Anteprima), Massimo Fezzardi (Esplanade), Orietta e Maria Filippini (La Tortuga), Paolo Frosio (Frosio), Giuliana Germiniasi (Capriccio), Mariapaola Geroldi (Gambero), Philippe Leveillé (Miramonti l’Altro), Alfonso Pepe (Leon d’Oro), Roberto Proto (Il Saraceno), Pierantonio Rocchetti (LoRo), Romano Tamani (Ambasciata), Loredana Vescovi (Antica Osteria dei Cameli), Nadia Vincenzi (Da Nadia). Detto che Bobo e Chicco Cerea non sono rimasti con le mani in mano (ovvio), l’unica assenza ai fornelli è stata quella di Nadia Santini. Ma il “cardinale” Antonio non è mancato.

Con Ea(s)t Lombardy sul podio europeo

Perché una grande cena per celebrare il progetto? Ha risposto Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia. “Il cibo è identità e incontro, la grande cucina è frutto della creatività di chef geniali e di un legame forte con il territorio, oltre che con la tradizione. Celebrare i 50 anni di un grande ristorante significa sottolineare il valore di questo legame virtuoso ed esaltare le valenze turistiche”. L’idea appare sicuramente valida e il numero dei partner è elevato (Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova e le rispettive Camere di Commercio, la Regione Lombardia, l’Università di Bergamo, il brand di Explora-inLombardia), l’importante è non fermarsi alle cerimonie in pompa magna. Le potenzialità culinarie della Lombardia Orientale sono notevoli e qualsiasi analisi conferma che l’enogastronomia è uno dei motori principali, se non il numero uno, del turismo che arriva soprattutto dall’estero. Ne abbiamo bisogno, più che mai, in Italia e in Lombardia.

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