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La guida dei cuochi europei: chef al centro e nessun punteggio

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La guida dei cuochi europei: chef al centro e nessun punteggio

E’ una guida “diversa” non solo per un modo di dire. La Guida Euro-Toques Italia 2016 – che riunisce 168 tra gli oltre 200 soci italiani dell’unica associazione voluta, riconosciuta e approvata dall’Unione europea – ha lo scopo di aiutare i cuochi che fanno parte dell’associazione (3mila in Europa) a promuoversi e farsi conoscere: una funzione ben diversa rispetto a quella che da anni svolgono le “guide” di settore con punteggi, recensioni e giudizi di qualità. La Guida Euro-Toques Italia quindi mette al centro il Cuoco – non per forza patron ma anche dipendente o consulente – e le sue esperienze professionali: ogni scheda presenta un primo piano del protagonista, corredato da un profilo professionale scritto ad hoc e da una foto di un piatto rappresentativo scelto dal cuoco stesso. In apertura non mancano gli eleganti ritrattini dell’illustratore Renato Missaglia.
La guida – realizzata tecnicamente da Italia a Tavola e acquistabile sia nella versione cartacea a 5 euro che su www.italiaatavola.net, gratuita nella versione digitale – è stata presentata all’Excelsior Hotel Gallia di Milano, con una cena di gala preparata da Chicco Cerea, Alessandro Negrini, Gianni Tarabili, Gaetano Trovato, Sandro e Maurizio Serva, Gianluca Fusto. Presente buona parte del gotha della cucina italiana, a partire da Gualtiero Marchesi, fondatore di Euro-Toques (insieme ai colleghi francesi Pierre Romeyer e Paul Bocuse) e attuale presidente onorario dell’associazione. Gran regista dell’evento è stato Enrico Derflingher, presidente di Euro-Toques International e Italia, nonché storico testimonial della cucina italiana nel mondo.

La guida raggruppa 168 chef, divisi per regione: per la cronaca ci sono tutti e otto i tristellati. La Lombardia è il territorio che ne esprime di più (62), seguiti dai 21 dell’Emilia Romagna e dai 16 della Toscana. A seguire, gli 11 della Sicilia, gli 8 del Lazio, i 7 del Trentino, i 6 di Umbria, Veneto e Campania, i 5 del Piemonte e della Sardegna, i 2 di Marche, Abruzzo e Puglia, fino a un solo cuoco per Friuli Venezia Giulia e Calabria. Inoltre, a questi vanno aggiunti i 9 chef italiani che lavorano all’estero. Soddisfatto Enrico Derflingher. «Abbiamo chiuso al meglio un anno molto intenso che è stato caratterizzato dalla presenza a Villa Lario per tutta la durata dell’Expo – ha spiegato – ora proseguiremo il cammino intrapreso nella difesa della qualità dei cibi, nell’attenzione verso le tipicità dei rispettivi territori e nella riduzione degli sprechi in cucina come è stato il tema portante dell’esposizione universale. Rispettando i dieci comandamenti della nostra associazione».

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