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Lecce-Wall Street e ritorno: da signora della finanza a maestra di "Stile Mediterraneo"

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. Così scriveva Pavese in “La luna e i falò”, frasi famose in cui tanti italiani migrati all’estero (o semplicemente in città) continuano a riconoscersi a distanza di 65 anni.

Da Wall Street a Lecce

Tra quegli italiani c’è la leccese Cinzia Rascazzo che si è trasferita da Harvard a Wall Street, per poi rientrare a casa e fondare una scuola di cucina in un palazzo nobiliare ereditato nel Salento. “Fa parte di una tenuta con frantoio e cantina, lo comprò mio nonno per insegnare come si fanno l’olio e il vino. Era nella finanza, andò in pensione da giovane ed ebbe questa lungimirante intuizione” racconta Cinzia con orgoglio. Allora è un vizio di famiglia, quello di lasciarsi alle spalle un mestiere di alto profilo e dallo spesso portafoglio per darsi alla vita bucolica?

“Guardia di Finanza, non “finanza” generica come me!” precisa divertita la 40enne Ceo e fondatrice di Stile Mediterraneo, che in realtà più che insegnare a far da mangiare si vota ad insegnare una filosofia di vita. Grazie soprattutto all’apporto di Marika, sorella maggiore di Cinzia e cardiologa che ha condotto e raccolto vari studi sulla salubrità delle nostre materie prime, spesso vanificata da metodi di cottura sbagliati. Insieme hanno messo a punto un vademecum a metà tra il libro di ricette e il manuale di self-help salutista che si chiama “The Cuisine of Southern Italian Women – Mediterranean Secrets for a Healthy and Happy Life”, e che viene consegnato agli alunni della scuola al termine dei corsi.

L’ebook è in inglese non tanto perché scriverlo in italiano sarebbe stato come predicare ai convertiti (“Nemmeno in Puglia è ormai facile trovare la vera cucina del Sud”), ma perché la clientela della scuola è praticamente solo anglofona. “Statunitensi e canadesi in testa, e poi australiani, tedeschi e brasiliani” spiega ancora Cinzia, che per lanciare Stile Mediterraneo ha fatto leva sull’“old boys’ network” della sua precedente vita professionale e da allora continua a rivolgersi a quella facoltosa nicchia di mercato. “Sono in gran parte 40-50enni, medici, broker, imprenditori. Soprattutto uomini, con qualche moglie al seguito. Per sette giorni di educational spendono 1.325 euro a testa, e possono scegliere se avere un pacchetto con ospitalità compresa o scegliere il self catering tra le strutture convenzionate. Imparano a fare la spesa al mercato, a distinguere gli ingredienti buoni da quelli cattivi, come usare i loro sensi per fare i confronti e diventare dei “consumatori coscienti” indipendenti dalle mode”.

Un pubblico di uomini (quasi tutti manager)

Ad esempio? “Beh, ora gli americani si dicono tutti intolleranti al glutine, e ne sono spaventati a torto: pasta e pane fanno bene. Quindi gli insegniamo la differenza tra grano tenero, grano duro, orzo e farro; come preparare le orecchiette in casa, e un sugo di pomodoro buonissimo e che fa bene… il segreto sta nel fare appassire appena la cipolla nell’olio extra vergine di oliva (non deve raggiungere il punto di fumo), aggiungere i pomodori con la buccia, preziosa riserva di licopene, e lasciare cuocere tutto lentamente, coperto. Una buona padella antiaderente dal fondo spesso e con un coperchio pesante è il migliore alleato in cucina”.

Un circolo virtuoso con i produttori

La vacanza-studio per adulti curiosamente non è offerta in agosto, il mese in cui tutto il mondo va in ferie. “Proprio per quello, non vogliamo far vedere la Puglia invasa dai turisti: lo scopo è farla conoscere al suo meglio” chiarisce la solare signora Rascazzo, che tra dicembre e gennaio torna sempre in America per promuove l’azienda e l’enogastronomia pugliese con corsi, seminari e workshop.

L’intento è infatti a largo spettro: racconta di come abbia sempre creduto che il problema dei prodotti italiani sia una pigra mancanza di marketing dovuta all’eccessiva fiducia nel nostro buon nome. “Ma basta che le persone li assaggino per non tornare più indietro. Stile Mediterraneo è un’ottima vetrina per i produttori che noi abbiamo selezionato perché meglio rappresentativi dell’eccellenza pugliese. Sia presso la nostra scuola che negli eventi all’estero vengono usati solo prodotti e ingredienti di alta qualità; i nostri clienti li fotografano e poi li comprano quando tornano a casa, spesso ordinandoli direttamente dal produttore. Stiamo lavorando per offrire ad altre regioni la stessa possibilità, per mettere in contatto la eccellenza italiana con il mondo attraverso un sito dove i prodotti da me selezionati verranno opportunamente spiegati e promossi, al fine di facilitarne la vendita”.

One-on-one marketing insomma: efficace, ma certo non quello che si dice “fare sistema a livello nazionale”. Per quello ci vorrebbero due o tre Cinzie Rascazzo per regione, che lavorano in squadra sotto un marchio unico, sostenute da una politica governativa ferma, ovvero che non spreca e allo stesso tempo non bada a spese per rafforzare l’immagine del made in Italy e far sì che l’italian sounding imploda e perda le sue deleterie quote di mercato.

Photo credit: Andrew Jenner (foto al mercato) e Cianzia Rascazzo

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