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Lugana, una storia di successo enologico minacciata dalla Tav

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Andar per vini

Lugana, una storia di successo enologico minacciata dalla Tav

Uno dei maggiori successi enologici degli ultimi dieci anni in Italia è rappresentato dal Lugana, vino bianco ottenuto da uve Turbiana, in un territorio situato al confine tra Lombardia e Veneto, a cavallo delle province di Brescia e Verona.

Siamo a sud del lago di Garda, su una piana morenica, anticamente una boscaglia paludosa, ora una zona in grande crescita e sviluppo, trainata dalle filiere del turismo e del vino, sempre più intrecciate, con la capacità di alimentarsi a vicenda.

Gli ettari vitati sono circa 1.200, numero destinato ad aumentare anche grazie ad alcune importanti aziende della Valpolicella che, quasi stregate dal progetto Lugana, hanno deciso di fare rilevanti investimenti nel territorio per impiantare nuovi vigneti ed inserire il Lugana tra i propri vini.

La tradizione vitivinicola si può far risalire addirittura all’Età del Bronzo: vinaccioli di Vitis Silvestris sono stati ritrovati presso le palafitte di Peschiera del Garda, vi sono storie e leggende relative al poeta Catullo e ad un re degli Ostrogoti, Teodato.

La minaccia al territorio ai giorni nostri non è però rappresentata dalle invasioni barbariche ma dalla Tav: la costruzione della linea ferroviaria ad “Alta Velocità”  Torino-Venezia sta per cancellare una significativa parte del territorio del Lugana (le stime più pessimistiche parlano di un quinto).

Il progetto Tav, del 1991, non è più adeguato alla realtà del territorio, che in questi 24 anni ha avuto un enorme sviluppo turistico e vitivinicolo. Il Consorzio per la Tutela del Lugana propone una soluzione di buon senso: che la Tav attraversi i 9 chilometri del loro territorio non sul tracciato in progetto, ma sfruttando un potenziamento della linea ferroviaria già esistente.

Nell’attesa di capire come si risolverà la questione, vi presento 2 delle aziende per me più interessanti: Le Morette e La Marangona.

Le Morette – Azienda Agricola Valerio Zenato – San Benedetto di Lugana (VR)
Siamo sulla sponda meridionale del lago di Garda, San Benedetto di Lugana è infatti una frazione di Peschiera del Garda, in quella sottile striscia di terra che porta al Laghetto del Frassino. Il nome dell’azienda è collegato proprio a questo laghetto, area di svernamento per molti uccelli acquatici: tra questi la Moretta, un’anatra tuffatrice.
L’azienda è stata fondata oltre 60 anni fa da Gino Zenato, per produrre barbatelle per la viticoltura. All’attività vivaistica Gino affianca la produzione di vino in proprio, sia per passione sia come prova delle sue barbatelle.
Nel 1981 la conduzione passa a Valerio, il figlio, che sviluppa la parte vitivinicola, non limitandosi a produrre vino sfuso ma iniziando anche ad imbottigliare: la prima bottiglia è del 1989.
Dal 2000 Valerio viene affiancato dai figli, Fabio, laureato in Scienze Agrarie a Milano, e Paolo, perito agrario.
La tesi di laurea di Fabio è incentrata sulle caratteristiche del vitigno Turbiana, ed è stata il punto di partenza per uno studio specifico per la caratterizzazione del biotipo Turbiana.
L’azienda si sviluppa in entrambi i settori, vivaistico e vitivinicolo, ma la parte vino diventa la più importante, tanto che dal 2013 tutta la produzione va in bottiglia.
Il 2013 è un anno importante anche per l’inaugurazione della nuova cantina, costruita con criteri di eco-sostenibilità.
Diamo qualche numero: 30 ettari di vigneto condotti seguendo i principi della lotta integrata, 400.000 bottiglie prodotte da suddividere in 8 etichette diverse, tre lugana, un chiaretto, un bardolino, due rossi e un passito.
Per la parte enologica si avvalgono della consulenza di Paolo Grigolli.
Ho degustato uno dei lugana, il Benedictus

Lugana DOC Benedictus 2013
Turbiana in purezza, ottenuto da uve provenienti dal vigneto più vecchio dell’azienda.
Vendemmia manuale, leggermente ritardata, nella seconda metà di ottobre.
La sua caratteristica è che mosto e bucce restano in macerazione insieme per 1-2 giorni per conferire carattere, struttura e note fruttate.
La vinificazione è in gran parte in acciaio e per il 15 % in tonneaux, utilizzando solo lieviti naturali.
Dopo 3-4 mesi di affinamento separato, avviene l’assemblaggio.
Produzione di 20.000 bottiglie, con un tenore alcolico del 13,5 %.
Nel bicchiere si presenta di un bellissimo giallo paglierino con decise sfumature dorate.
Di buona intensità i profumi, con decisa prevalenza di frutti esotici, mango e ananas soprattutto, sentori floreali, come i fiori d’acacia e d’arancio. Appena una striatura di speziato: penso ad un accenno di vaniglia e di pepe bianco.
Delizioso in bocca, delicatamente sapido, elegante, avvolgente, con una buona persistenza finale ed un piacevolissimo retrogusto.
Tra i tanti abbinamenti possibili, visto il territorio di appartenenza, concentriamoci sul pesce di lago.

Prezzo in enoteca: 10-12 Euro

Marangona – Pozzolengo (BS)
Siamo nella parte lombarda del territorio del Lugana, in una cascina seicentesca.
Il nome Marangona deriva da una delle campane della Torre dei Lamberti, a Verona, campana usata tradizionalmente per segnalare l’inizio e la fine delle attività lavorative.
La Marangona, condotta dal 2007 da Alessandro Cutolo, è stata fondata negli ’60 da Carlo Smorlesi, il nonno materno di Alessandro.
Originariamente si trattava di un’azienda agricola a tutto tondo, ora Alessandro si è invece concentrato solo sul settore vitivinicolo.
La Marangona è azienda a basso impatto ambientale e sta completando la conversione biologica.
Gli ettari vitati sono 25, 15 propri e 10 in conduzione, di proprietà di una zia.
Alessandro, pur vivendo a Verona, ha respirato da sempre l’aria dell’azienda: le estati veniva infatti a passarle sul lago e fin da ragazzo si è trovato coinvolto nella vendemmia. Crescendo non è più stato un gioco ma una scelta di studio prima, enologia, e di lavoro poi.
In azienda si avvale della collaborazione di due compagni di studio, l’enologo Paolo Posenato e l’agronomo Gianfranco Mistrorigo.
La produzione è di 60.000 bottiglie, 5 le etichette prodotte, 4 lugana e 1 chiaretto, in più vende parte delle uve e vino sfuso ad altri produttori.
Ho assaggiato il suo Lugana Vendemmia Tardiva.

Rabbiosa 2012 Lugana Vendemmia Tardiva DOC
Il nome dell’etichetta, decisamente originale, fa riferimento ad un’altra delle campane della Torre dei Lamberti, a Verona, ma vuole anche dare un segnale delle difficoltà che comporta fare questo vino.
Ottenuto da uve Turbiana di Lugana, provenienti da un unico vigneto di 45 anni d’età.
Vendemmia manuale a novembre, con i grappoli ormai botritizzati.
Vinificazione in acciaio, utilizzando solo il mosto fiore.
Affina per 1 anno in acciaio e per 1 anno in bottiglia.
Tenore alcolico del 12 %, se ne producono 1.300 bottiglie.
Nonostante sia una vendemmia tardiva, nel bicchiere rivela una grande freschezza e giovinezza fin dal colore, che è un deciso e brillante giallo paglierino.
Intensissimi i profumi, mi hanno colpito soprattutto le note agrumate, i delicati sentori balsamici e tutta la parte floreale.
In bocca è morbido e caldo, in ciò favorito anche dal residuo zuccherino, di grandissima persistenza, formidabile nel retrogusto, si caratterizza per la spiccata acidità e una delicata mineralità.

Prezzo dal produttore: 15-17 Euro

DA NON PERDERE

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