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Metti uno chef, uno scienziato e una rockstar: in comune il premio Masi

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Vino

Metti uno chef, uno scienziato e una rockstar: in comune il premio Masi

«Questo 34° Premio Masi è espressione di una cultura anti convenzionale, capace di esportare i valori di un territorio in tutto il mondo con quella familiarità tipica del vino che ha saputo diventare glocal»: così Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola e vice presidente della Fondazione Masi, alla cerimonia della firma della Botte di Amarone, simbolo del riconoscimento. Quest’anno i premiati sono: lo chef Massimiliano Alajmo, la cantante Elisa, il fisico Carlo Rovelli l’enologo Giuseppe Martelli e la Marina Militare Italiana, rappresentata dal capo di stato maggiore Giuseppe De Giorgi. Alla Marina è stato riconosciuto l’impegno costante per il soccorso fornito a decine di migliaia di migranti.

«La firma della Botte di Amarone fa memoria di un rito antico – ha proseguito Boscaini – quando era usanza che i nobili siglassero i tini di vino prescelto. Oggi come allora il vino suggella l’autenticità di quei valori universali che identificano la nostra civiltà».

Foto di gruppo dei premiati

Per Isabella Bossi Fedrigotti, presidente della Fondazione Masi, organizzatrice del Premio: «Il 34° Premio Masi ben sintetizza lo spirito di questo tempo. La Fondazione ha il compito di evidenziare quegli interpreti che, nelle varie discipline, concretizzano il fare cultura».

Il 90% del fatturato dall’export

Masi Agricola è uno dei produttori italiani di vini pregiati più conosciuti al mondo, specie per i suoi Amaroni. Il gruppo è presente in quasi 100 Paesi, con una quota di esportazione che supera il 90% del fatturato. Nel 2014 Masi ha fatturato circa 60 milioni di euro con un Ebitda margin di circa il 30%. Nel primo semestre 2015 ha realizzato ricavi per 27,5 milioni (+4,7%), un Ebitda di 7,5 milioni (contro i 4,5 dell’analogo periodo 2014) e un utile netto di 3,1 milioni.

La posizione finanziaria netta è positiva per 2,8 milioni. Dallo scorso 26 giugno Masi agricola è quotata all’Aim Italia.

Boscaini si è detto «soddisfatto dei risultati ottenuti nel primo semestre 2015. Siamo cresciuti, registriamo una redditività con tassi tra i più elevati del settore e – anche non considerando i proventi ricavati dall’aumento di capitale realizzato con la quotazione all’Aim Italia – la gestione corrente ha generato cassa. Peraltro il commercio internazionale dei vini fermi risulta ancora in difficoltà e quindi lavoriamo in un contesto non favorevole: per questo dobbiamo cercare un contatto sempre più diretto con il consumatore finale e comunicare le distintività del nostro brand».

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