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Milano gourmet: l'agenda delle nuove aperture

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Milano gourmet: l'agenda delle nuove aperture

Che sia il fenomeno coda lunga post Expo, che Milano sia la piazza più appetibile in questo momento in Italia, nonostante tutti i dati diano una lettura negativa e per i primi 9 mesi del 2015 si registra un saldo negativo tra aperture e chiusure (20.018 chiusure e 12.726 aperture, dati Fipe), Milan l’è (sempre) un gran Milan e sovverte tutte le previsioni, classifiche e aspettative, è lei la nuova capitale della ristorazione.
Dall’inizio del 2016 vi sono state numerose aperture, cambi chef, passaggi di proprietà e molte sono previste per i prossimi mesi, al limite tra il gossip e la verità, ecco le nuove aperture da segnalare:

Luca Marchini ha preso in mano la ristorazione del ristorante Pavarotti, all’interno del Seven Stars Hotel. Emiliano, una stella Michelin a Modena con L’Erba del Re, proporrà una cucina incentrata sui prodotti della sua terra e una proposta molto legata alla tradizione. Un ristorante come quelli di una volta, tributo al tenore Luciano Pavarotti, a cui il ristorante è dedicato e a cui è intitolato il museo al suo interno.
Gino Sorbillo si divide in due a Milano. Dopo l’apertura della pizzeria in Largo Corsia Dei Servi è arrivato il momento della pizza fritta in via Agnello, proprio alle spalle dello storico e temibile Luini, sempre a due passi dal Duomo. 3,50 euro per pizze preparate con farina biologica e lievito madre fresco, come Napoli comanda.

Felice Lo Basso lascia Unico, il ristorante più alto d’Italia ma rimane sui tetti della città, spostandosi nel centralissimo Town House Hotels, al ristorante Duomo 21, portando con sé la stella Michelin: sarà felice il proprietario Alessandro Rosso.

– All’Unico invece si è insediato Fabrizio Ferrari, pavese, classe 1965, stella Michelin al Roof Garden di Bergamo. Se la sua sfida è recuperare i sapori dell’infanzia e della tradizione, utilizzando i prodotti del territorio caduti in disuso, insomma, un vero e proprio ritorno alle origini, speriamo che qui trovi una certa pace, piantando le cosiddette radici.

Enrico Bartolini, uno e trino, ha aperto il suo ristorante al Mudec, il Museo delle Culture in via Tortona capitanato dal sous chef Remo Capitaneo con Sebastien Ferrara in sala. Contemporaneamente nasce il Casual a Bergamo, in Città Alta, coadiuvato da Cristopher Carraro e Marco Locatelli. Non contento però ha spodestato Alain Ducasse al resort maremmano L’Andana della famiglia Moretti, per la sua proposta alla Trattoria, cucina classica toscana con influenze dei viaggio di Enrico Bartolini.

– L’impero di Enrico Bonocore aumenta di giorno in giorno e la nuova creature è la Langosteria 10 all’interno del palazzo Excelsior in corso Vittorio Emanuele II, per gli amanti del pesce e delle cruditeè.

Luigi Taglienti ha finalmente trovato casa: è Lume, nel complesso degli edifici ricavati dal recupero post industriale dell’ex- fabbrica Richard Ginori W37. Nessuna dichiarazione se non che “si tratta di un progetto totalmente innovativo e che vi sorprenderà”.

– Gesto, fai il tuo. Un nuovo concept, non un ristorante, né un cocktail bar, ma l’armonica unione dei due, contornato da piccole tapas sfiziose (dai 3 ai 5 euro) e un’attenzione alla filiera corta e al basso impatto ambientale, Martina Luccatelli, ideatrice e proprietaria, dopo le esperienze di Firenze e Perugia sbarca a Milano.

– Da Pierre di Verrès a Droit De Bouchon Da Pierre. Non è uno scioglilingua per francesi, Jean Pierre Bettoni Colombo ha trasportato lo storico ristorante di Verrès in via Francesco d’Assisi a Milano dove propone interessanti incursioni di cucina valdostana e influenze francesi (taglierini freschi 30 tuorli al ristretto di arrosto, terrina di foie gras; rigatoni di gragrano mantecati con fave, la daube charolais, cioè brasato di manzo Charolais al vino rosso e verdure;  meringata ai frutti rossi e l’ ile flottante). Naturalmente – lo dice il nome – si potrà arrivare con la propria bottiglia.

– Si chiamava Ulmet, come vuole il dialetto vecchia Milano, ora si chiama Olmetto, il ristorante con gli chef più esperti di Milano, over 80, in contrapposizione con la giovane società di 6 soci. Pia Bonamici e Remigio Berton, coppia inossidabile nella vita e nella ristorazione, hanno preso le redini della cucina a Palazzo Brivio Sforza.

Stefano Cerveni, già stellato alle Due Colombe a Cortefranca (Bs) ed executive del ristorante che domina la vista su Parco Sempione, Terrazza Triennale, si è triplicato per il Vista Darsena, sui navigli, progetto del proprietario dello storico “Le Biciclette”, perfetto per la stagione estiva, con patio e dehors.

Giancarlo Morelli sbarca a Milano dal Pomirou di Seregno, 1 stella Michelin di Monza. La trattoria si chiama Trombetta, come il nome del socio, in largo Bellantani. Morelli promette una cucina di prodotto, basata sui prodotti lombardi, condita dal suo sorriso.

Fabio Baldassarre e Gianni Tota si sono trasferiti al Richmond Cafè, cambia guardia all’ex Gioia 69, unico ristorante a Milano con due executive chef di pari grado. Il ristorante gourmet riuscirà a imporsi rispetto alle proposte del lounge bar, degli spettacoli serali e della discoteca?

– Anche Sergio Mei ha trovato pace, dopo le cucine dell’hotel Four Seasons ha preso la direzione della Terrazza dell’ hotel Boscolo in largo Matteotti, sarà l’erede dell’esperienza di Giuseppe Iannotti e Christian Milone. Splendido skyline sulle guglie del Duomo e una cucina mediterranea, con un tocco di Sardegna.

Carlo Cracco non doveva aprire in Galleria Vittorio Emanuele II? La notizia è confermata e l’ex spazio Mercedes, battuto per più di un milione di euro di canone annuale, per oltre 1000 metri quadrati divisi in cinque livelli, sembra essere stato aggiudicato. Stiamo ad aspettare.

– Riapre a fine maggio Al Cortile in via Giovenale 7, zona Bocconi. Nato per un progetto temporaneo legato al periodo di Expo, cambia abiti e anima: si chiamerà “C’era una volta Al Cortile” e ha l’ambizione di riproporre le ricette degli emigranti italiani esportate nel globo, un progetto di ricerca antropologica oltre che culinaria. Un riappropriarsi delle proprie origini  e un abbraccio alla cultura globale. Le ricette esportate dagli italiani all’estero saranno più apprezzate di quelle di chi non è mai partito?

– Allo Chateau Monfort, l’hotel più romantico di Milano dedicato al mondo di Alice nel paese delle Meraviglie, la cucina è stata affidata alla famiglia Bisol e sarà firmata Venissa, chef in carica Andrea Asoli e in carta si trova tutta la tradizione veneziana, per un patto lombardo-veneto con la nuova capitale della ristorazione italiana.

– Incoronato Re del Cioccolato e conosciuto come implacabile giudice di Bake Off Italia, Ernst Knam metterà alla prova gli aspiranti pasticceri nella sua scuola di cucina, la Knam Experience- Cooking Class, all’ interno della sua pasticceria, in via Sciesa 15. Prima lezione il 28 maggio per 8 postazioni operative e 15 dimostrative: Knam coi numeri non scherza, “la pasticceria è una scienza esatta”.

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