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Mosso, giovane o amandorlato: le altre facce del Recioto

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Mosso, giovane o amandorlato: le altre facce del Recioto

Nei giorni scorsi ho partecipato ad un interessantissimo seminario-degustazione dal titolo “Le anime del Recioto”, organizzato dalla Cantina Valpolicella Negrar, e condotto dall’enologo e direttore generale della cantina, Daniele Accordini.
Oltre ad un accurato approfondimento storico sulle origini del Recioto, ho avuto la possibilità di conoscere e degustare per la prima volta diverse tipologie di questo vino, alcune così particolari da essere note quasi esclusivamente a Verona e dintorni, ma sicuramente meritevoli di essere raccontate: proprio per questo torno a scrivere del Recioto della Valpolicella a breve distanza dalla mia ultima visita.
E’ un vino passito rosso dolce, ottenuto con le uve Corvina Veronese (Cruina o Corvina), Corvinone e Rondinella, a cui se ne possono aggiungere altre in misura minore. Le uve vengono appassite almeno fino al 1° dicembre. La fermentazione degli zuccheri in alcool viene interrotta ottenendo un vino dolce.
Scrivevo che è uno dei simboli della tradizione vitivinicola veronese: ebbene ero decisamente riduttivo, il Recioto è l’anima di Verona, è il vino che si trova in ogni casa, che si offre agli ospiti in visita, che si beve anche con funzione medicinale e che tradizionalmente veniva regalato alle puerpere!

Tutti gli appassionati di vino conoscono il Recioto tradizionale, affinato in acciaio e commercializzato abbastanza presto per apprezzarne la gioventù del colore e dei profumi. Negli ultimi anni molti produttori hanno iniziato a produrre anche un Recioto affinato in legno per renderlo più adatto ai mercati internazionali.
Probabilmente molti però non conoscono altre tipologie di Recioto, come quello Spumante, quello Mosso, quello giovane del Palio e quello Ammandorlato, che voglio brevemente presentare, tutti meritevoli di essere assaggiati facendo magari una bella gita in Valpolicella.

Bollicine di Recioto

Il Recioto Spumante è una tipologia contemplata da sempre dal disciplinare di produzione, ma sono pochissime le cantine che lo fanno, in versione Charmat o metodo Classico. L’effetto dolcificante è ridotto dal contrasto tra anidride carbonica e zuccheri. Si caratterizza per le grandi note di piccola frutta rossa.

Il Recioto “Mosso”, o rifermentato in bottiglia, è di difficilissima reperibilità, le cantine che lo fanno sono ancor meno di quelle che producono lo Spumante, mentre è presente una ricca produzione familiare. Per ottenere una rifermentazione sicura si tramanda che si debba imbottigliare il Giovedì Santo in luna nuova. E’ il Recioto dell’accoglienza, la bottiglia che si apre quando arrivano gli amici, tagliandoci sopra qualche fetta di salame. Piace per la festosa e persistente schiuma violacea, i profumi di frutta rossa, una certa freschezza, l’ottimo equilibrio e la facilità di beva.

Il Recioto giovane del Palio è un vino appena ottenuto, spesso con la fermentazione ancora incompleta, con bassa gradazione alcolica ed elevato contenuto zuccherino. Viene imbottigliato appositamente per il Palio del Recioto, manifestazione che si svolge a Negrar nei giorni di Pasqua e Pasquetta, giunta alla 63° Edizione. Viene poi ripresentato alla festa del Primo Maggio a Pedemonte. L’ultima edizione del Palio è stata vinta dalla Cantina Valpolicella Negrar. Si può bere praticamente solo in queste 2 occasioni. Voglio anche ricordare che il 7 aprile del 1969 venne fondato il Sovrano Nobilissimo Ordine dello Antico Recioto (SNODAR): ogni anno, in occasione del Palio del Recioto a Negrar, vengono investiti i nuovi Cavalieri.

Quasi un Porto

Il Recioto Amandorlato, sconosciuto ai più, si può raccontare come una via di mezzo tra Recioto ed Amarone. E’ stato tolto come tipologia dal disciplinare: le pochissime aziende che lo producono lo presentano semplicemente come un Recioto, ma con il minor residuo zuccherino possibile. Alcuni lo paragonano ad un Porto: si caratterizza per una piacevolissima nota amarognola finale.

Di seguo approfondisco il Recioto Spumante e quello Amandorlato grazie a 2 aziende che li producono: Cantina Valpolicella Negrar e Montecariano

Cantina Valpolicella Negrar – Negrar (VR)

La Cantina Valpolicella Negrar viene fondata nel 1933 con il nome di Cantina Sociale Valpolicella. Nel 1936 fu protagonista della nascita più o meno casuale dell’Amarone: da una botte di Recioto dimenticata, in cui i lieviti non smisero di fermentare, il capo cantina Adelino Lucchese spillò un vino secco, di sapore eccellente, tanto da portarlo ad urlare con entusiasmo: “Questo non è un Amaro, è un Amarone”. Era nato il primo Amarone. Nel 1957 si fonde con la Cantina Produttori della Valpolicella. I soci sono 230, con 614 ettari di vigneti, per una produzione di circa 7 milioni di bottiglie. Collabora attivamente con diversi istituti universitari in progetti di ricerca e valorizzazione del territorio. Lorenzo Bighignoli è il Presidente, Daniele Accordini è il Direttore ed enologo. Di seguito presento il loro Recioto Spumante

Recioto Della Valpolicella Docg Spumante 2013 – Domini Veneti

Vino rosso spumante dolce, versione tradizionale spumantizzata del Recioto dolce della Valpolicella. Ottenuto da uve Corvina al 70%, Corvinone al 10%, Rondinella al 10% e Croatina al 5%. Le viti hanno 20 anni di età. La produzione è di sole 2.500 bottiglie, con tenore alcolico è del 13 %. La vendemmia con selezione manuale è nell’ ultima settimana di settembre: i grappoli raccolti vengono poi lasciati ad appassire per circa 120 giorni in fruttaio. Vinificazione a fine gennaio, a cui seguono 6 mesi di affinamento in acciaio. La spumantizzazione si effettua con metodo charmat lungo di 6 mesi sui lieviti.
Nel bicchiere è di colore rosso rubino intenso e vivace, con decisi riflessi violacei, solcato da un perlage di buona finezza, intenso e continuo. Al naso è un trionfo di frutta rossa, con prevalenza di ciliegia, fragola e cassis. In bocca è dolce ed elegante, si caratterizza per la grande corrispondenza ai profumi. Mi piace molto e penso che oltre al tradizionale abbinamento con il Pandoro possa essere un interessante aperitivo, anche grazie all’azione dell’anidride carbonica che va quasi a contrastare gli zuccheri, riducendone l’impatto dolcificante.

Prezzo in enoteca: 18,50 Euro

Montecariano – San Pietro in Cariano (VR)

Nel 1992 Mariella Gini, rimasta prematuramente vedova, con una laurea classica ad indirizzo archeologico, decide di occuparsi dei terreni di famiglia: nasce Montecariano. La sua passione è grande, tanto che anche i giovani figli Matteo e Marco la seguono e si fanno coinvolgere da subito nel progetto. Matteo si occupa delle vendite all’estero, Marco è l’enologo dell’azienda, che si è avvalsa anche della consulenza di Pietro Babini. Si parte con 10 ettari di vigneto, a cui seguono nuovi impianti per arrivare fino ai 22 attuali, e la costruzione della cantina. La produzione per ora si attesta sulle 25.000 bottiglie, con un aumento continuo di anno in anno. Parte dell’uva è conferita e parte del vino è venduto sfuso. La prima etichetta, un amarone, è del 2000. Producono 8 diverse etichette, tra cui 5 rossi della Valpolicella. Di seguito presenterò il Recioto Amandorlato, dato che Montecariano è una delle pochissime aziende a produrlo, ma voglio citare il loro Valpolicella Classico Superiore e l’Amarone, vini da non perdere.

Recioto della Valpolicella Docg Classico 2011 Amandorlato

Vino rosso dolce, ottenuto da uve Corvina e Corvinone al 70 % ed in misura minore Rondinella, Molinara e Pelara. La produzione è limitatissima: 900 bottiglie numerate, con una gradazione alcolica del 15,5 %. Vendemmia manuale e selezionata a settembre, a cui seguono oltre 4 mesi di appassimento. Ad inizio febbraio si effettua la pigiatura e la fermentazione in acciaio che dura 60 giorni. L’affinamento, di 36 mesi, è in legno. L’amandorlato era una tipologia di vino molto amata anche dal grande Quintarelli.
Il colore è in transizione tra il rubino ed il granato, ma sono i profumi che ti appassionano: grande presenza della frutta, sotto forma di confettura di amarena, ma anche di marasca sotto spirito; importanti le spezie, dalla cannella ai chiodi di garofano, ma anche cacao, caffè e tamarindo. In bocca continuano le dolci confetture, ben amalgamate ad una striatura di mandorla amara, più evidente che al naso, cifra caratteristica di questo vino. Il finale austero ed asciutto è di grande persistenza. Mi piace molto, vino da meditazione o, ancora meglio, se appassionati, da abbinare ad un sigaro leggermente aromatizzato.

Prezzo in enoteca: 35,00 Euro

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