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Natale brindando con le bollicine dell'Oltrepò Pavese

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Andar per vini

Natale brindando con le bollicine dell'Oltrepò Pavese

In quel triangolo tra Piemonte, Liguria e Sud della Lombardia, oltre il fiume Po, che dal 1164 è ufficialmente chiamato Oltrepò Pavese, sono coltivati ben 13.500 ettari di vigneto. Per estensione è la terza denominazione italiana, la prima in assoluto per il Pinot Nero, con oltre 3.000 ettari. Questi numeri e la storia – nei pressi di Casteggio, teatro di una battaglia tra Annibale ed i Romani, è stato ritrovato un tralcio di vite di epoca preistorica – raccontano di un territorio che deve essere protagonista del mondo del vino italiano, ma che purtroppo spesso non ha saputo proporsi nel modo giusto, puntando per troppi anni sulla quantità e non sulla qualità.

Vi sono sempre state, naturalmente, delle singole eccezioni, che fortunatamente con il passare degli anni sono diventate sempre più numerose, segno di un’inversione di tendenza che sembra aver raggiunto un abbrivio sufficiente ad evitare inopportuni dietro-front. Proprio nell’autunno di quest’anno, infatti, i vini dell’Oltrepò, ed in particolare le bollicine, hanno trionfato sulle guide di settore, ottenendo riconoscimenti quanto mai era accaduto in passato: basta citare la segnalazione come Bollicina dell’anno per il Nature di Monsupello da parte del Gambero Rosso.

Il contemporaneo inasprimento dei controlli e qualche sanzione anche pesante nei confronti di chi invece puntava solo sui grandi numeri e sul basso prezzo, magari truccando anche un po’ il mazzo delle carte, devono essere visti come una grande opportunità per il territorio di sdoganarsi definitivamente e di procedere in modo univoco verso eventi importanti, come l’Expò, evento di prossimità per l’Oltrepò, temporalmente e per distanza.  Tradizionalmente in Oltrepò Pavese sono stati coltivati moltissimi vitigni, ad esempio è terra di vini vivaci, basti pensare alla Bonarda, che si trova sulle tavole di così tanti italiani, ma oggi, per mia passione e per il calendario, voglio dedicare il mio spazio alle bollicine, al metodo classico prevalentemente da Pinot Nero.

Fu il Conte Carlo Giorgi di Vistarino ad impiantare nella seconda metà del 1800, a Rocca de’ Giorgi, diversi ettari di cloni francesi di Pinot Nero, iniziando il percorso che ha reso l’Oltrepò Pavese una delle zone spumantistiche d’Italia, con il Trentino e la Franciacorta. Nelle righe successive vi parlerò proprio della cantina Conte Vistarino e di un produttore di dimensioni molto più piccole ma estremamente interessante: Rebollini.

Conte Vistarino – Pietra de’ Giorgi (PV)

Conte Vistarino Tenuta di Rocca de’ Giorgi è una delle aziende vitivinicole più rappresentative dell’Oltrepò Pavese: ha un’estensione di 826 ettari di cui 200 di vigneti. Il vitigno simbolo è ovviamente il Pinot Nero, che si estende su 140 ettari. Nei restanti 60 ettari trovano spazio sia varietà autoctone sia internazionali: Riesling Renano, Moscato, Croatina, Cabernet Sauvignon, Merlot, Barbera e Chardonnay. La produzione annua è di circa 400.000 bottiglie: la parte restante viene venduta come vino sfuso ad altre aziende spumantistiche e sul mercato estero. Già nei decenni passati infatti Conte di Vistarino forniva le basi spumanti a molte delle prime aziende spumantistiche italiane. Alla guida dell’azienda vi è ora Ottavia Giorgi di Vistarino, donna del vino, tanto determinata quanto affascinante, che si avvale della collaborazione di Giacomo Barbero, enologo interno, e della consulenza del piemontese Beppe Caviola. L’ingresso di Ottavia in azienda, dopo un po’ di sana gavetta voluta da papà Carlo, ha comportato dei cambiamenti sia dal punto di vista dei vini, su cui ha cercato di dare una sua impronta, sia nel rifacimento dell’immagine della cantina: nuove etichette, marchio, sito internet. I vini più rappresentativi di Conte Vistarino sono il Pinot Nero Brut 1865, il preferito da Ottavia, il Rȉes Riesling Renano e la Pernice, Pinot Nero vinificato in rosso. In essere il progetto della nuova cantina, con area didattica e museale: importante per riuscire ad intercettare i turisti della caccia: significativa è in zona l’attività venatoria. “Progetto” su cui Ottavia lavora da sempre è riuscire a trovare abbastanza tempo da dedicare a Guido, il marito, ed al piccolo Carlo, il figlio: amore e passione le parole d’ordine.
Andiamo ad assaggiare il 1865

Conte Vistarino 1865 Pinot Nero brut Metodo Classico

Il nome, 1865, rende omaggio all’anno in cui il Conte Carlo Vistarino, avo di Ottavia, iniziò a produrre il primo Metodo Classico italiano. E’ un uvaggio di Pinot Nero al 95 % con una traccia di Chardonnay pari al 5 %, dal tenore alcolico del 13 %. La produzione è di 7.200 Bottiglie. Da vigne di oltre trent’anni, parte del vino fermenta in barrique. Resta in catasta sui lieviti per oltre 64 mesi. Il colore è giallo paglierino, già dotato di tonalità dorate, raffinato nel suo perlage fine e persistente. Delicati i profumi, di grande ampiezza: subito il pan brioche, ma anche biancospino, ginestra, nocciola, ed infine i frutti gialli, la mela e la susina ed un sempre piacevole sentore di agrumi. Secco e deciso al palato, croccante la bollicina, sapido e di buon corpo. Complesso, elegante e seducente, piacevole nel retrogusto finale che sa di minerale ed è leggermente amarognolo. I miei amici dell’Ais, coordinati da Fiorenzo Detti, lo abbinano ai ravioli con ricotta di pecora e borragine: da provare.
Prezzo in enoteca: 25 Euro

Azienda Agricola Rebollini Bruno – Borgoratto Mormorolo (PV)

Borgoratto Mormorolo è un piccolissimo borgo, parliamo di meno di 500 abitanti, situato nelle colline dell’Oltrepò Pavese, a circa 35 km da Pavia, facente parte, nell’epoca longobarda, dei possedimenti dell’Abbazia di San Colombano di Bobbio. Da tre generazioni a Borgoratto l’azienda Rebollini produce uva e la trasforma in vino: oggi è condotta da Gabriele, enologo, e dalla sorella Raffaella. I 34 ettari vitati permettono di produrre 100.000 bottiglie, divise su 11 etichette. Devo ammettere che non conoscevo i vini di Gabriele: devo ringraziare il mio amico enologo Marco Bertelegni per la segnalazione, in particolare del loro Millesimato Brut Nature. Gabriele, pur avendo un approccio tradizionale, ha saputo sapientemente coniugare le consuetudini vitivinicole della famiglia con le esigenze dell’innovazione, realizzando negli anni un significativo ammodernamento della cantina, per macchinari e tecnologia. Si avvale della consulenza enologica di Leonardo Valenti. Un aiuto in azienda lo danno anche la mamma e la moglie Bruna, ma chi è destinato ad avere negli anni un ruolo decisivo è il figlio Francesco, 8 anni, attualmente in seconda elementare, che già scrive in un suo componimento: “…..Da grande mi piacerebbe fare l’imprenditore agricolo. E’ il lavoro del mio papà: ogni tanto lo aiuto. Mi sembra un lavoro divertente e interessante”. Mi sembra che francesco abbia le idee molto chiare!
Ho assaggiato il Metodo Classico Millesimato.

DOCG Oltrepò Pavese Metodo Classico Millesimato 2010 Brut Nature

E’ un uvaggio di Pinot Nero, 85 %, e Chardonnay, 15 %, prodotto solo nelle annate migliori. Gradazione alcolica del 13 %. Le bottiglie prodotte sono 10.000. Vendemmia manuale in cassette, l’uva viene trasportata in cantina con mezzi refrigerati. Si utilizza solo la prima parte del mosto, circa il 30 % del totale: vinificazione e primo affinamento di 3 mesi in acciaio. Rimane in catasta a maturare sui lieviti per almeno 36 mesi. Deciso e persistente il perlage di questo metodo classico dal colore giallo paglierino molto intenso, quasi dalle sfumature dorate. Piacevoli i profumi: delicate note floreali, di pesco, evidente la crosta di pane, riconoscibili i frutti, gialli come l’albicocca, da non tralasciare i gradevolissimi sentori agrumati, dal cedro al mandarino. In bocca è deciso, con una piacevole striatura sapida, una bollicina cremosa. Molto equilibrato, sa essere avvolgente e di lunga persistenza. Vino a tutto pasto, l’ho molto gradito con la carpa, pesce grasso che cucina ogni anno mia moglie Katia alla vigilia di Natale per rispettare le tradizioni della sua terra, la Polonia.
Prezzo in enoteca: 20 Euro

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