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Nel giorno dell'Oscar a Sorrentino arriva il Nobel della Gastronomia a Bottura

Dopo l’Oscar alla Grande Bellezza, arriva il Nobel a Massimo Bottura. Giornata perfetta per la creatività italiana. Mentre a Hollywood si continua a festeggiare la statuetta per il film di Paolo Sorrentino, a Stoccolma è appena sceso dal palco lo chef modenese, che ha ricevuto il White guide global gastronomy award, il Nobel della gastronomia, andato, prima di lui, a colleghi del calibro di Ferran Adrià e René Redzepi, i vertici della cucina mondiale.

Dopo le tre stelle Michelin e il podio dei 50Best

Non che Bottura sia da meno. Con la sua Osteria Francescana, che il prossimo anno si avvia a festeggiare il ventennale, ha guadagnato le tre stelle Michelin e dalla scorsa primavera è salito sul podio dei tre migliori chef al mondo (con gli spagnoli fratelli Roca e il danese Redzepi) nella classifica dei 50Best. Ora agguanta il premio svedese, ancora fresco (siamo solo all’ottava edizione) ma destinato a macinare fama e consensi, proprio come è avvenuto con la classifica dei 50Best ideati dalla rivista inglese Restaurant e sostenuti da San Pellegrino. A Stoccolma, invece, il parner è Electrolux.

Prima di Bottura – che al telefono appariva felice e frastornato dai festeggiamenti – il premio era andato, nell’ordine, a Ferran Adrià di El Bulli a Roses (2007); Charlie Trotter, dell’omonimo ristorante a Chicago (2008); Fergus Henderson del St. John di Londra (2009); René Redzepi di Noma a Copenhagen (2010);  Alain Passard de L’Arpège a Parigi (2011); David Chang di Momofuko, New York (2012) e Gastòn Acurio di Astrid y Gaston a Lima lo scorso anno. Un parterre de roi.

La motivazione del riconoscimento a Massimo Bottura recita così: “Per il continuo reinventare una delle cucine più amate del mondo (l’italiana) e per la sua elevazione a nuove dimensioni e prospettive da esplorare e godere. In costante dialogo con una ricca e tradizionale radice della cucina italiana, Massimo Bottura ha sviluppato un’arte culinaria straordinaria, che copre una vasta gamma di espressioni: dall’apparentemente semplice all’intellettualmente complesso. Riprogettando radicalmente la dimensione del pasto, secondo quello che dovrebbe e potrebbe essere, arricchendolo di storia e futuro, Nord e Sud, tecnologia e leggenda, ecologia e cultura, il tutto con la sensibilità di un artista e la passione, Bottura ha avuto un ruolo dominante nella evoluzione gastronomica italiana e nel passaggio dal fermo al ristagno all’effervescente melting pot di grandi tradizioni, di talento e innovazione che oggi è la cucina italiana”.

Il piatto come un gesto sociale

Lo chef modenese è stato definito da Achille Bonito Oliva il sesto rappresentante della Transavarguardia italiana, il movimento artistico degli anni Ottanta che annovera tra i suoi protagonisti Chia, Clemente e Palladino, ed ha rappresentato un crossover tra le tecniche pittoriche tradizionali e le filosofie moderniste. Proprio quello che ha fatto Bottura nella gastronomia, dove oggi rivendica “cultura, conoscenza, coscienza e responsabilità: il piatto come un gesto sociale”.

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