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Nero d'Avola e Grillo verso la Doc Sicilia: ecco tutte le conseguenze

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Vino

Nero d'Avola e Grillo verso la Doc Sicilia: ecco tutte le conseguenze

Nero d'Avola e Grillo, le due varietà di uva più note e rappresentative della Sicilia, sono destinate a lasciare l'Igt Terre Siciliane per approdare sotto il cappello della Doc Sicilia. Almeno questo è l'auspicio e il progetto del consorzio della Doc Sicilia. Sabato scorso una cinquantina di soci del Consorzio, che rappresentano il 70% del vino prodotto nell'isola, riuniti in assemblea ne hanno discusso a lungo e alla fine hanno avviato l'iter mettendo in moto la procedura per la modifica al disciplinare della Doc Sicilia puntando a recepire di fatto quanto è stato proposto per l'Igt Terre Siciliane. Si tratta, ovviamente, solo dell'inizio di un percorso burocratico in cui sarà successivamente coinvolto il Comitato nazionale vini, poi gli uffici di Bruxelles e ancora la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. «Ad ispirare queste scelte – scrive il giornale online Cronache di Gusto diretto da Fabrizio Carrera, che ha anticipato la notizia – probabilmente l'esempio del Veneto che sta facendo un percorso analogo col Pinot Grigio, ma anche i tentativi di Bruxelles (per ora stoppati) di liberalizzare l'uso del nome dei vitigni». Il cambiamento operativo dalla vendemmia 2017Se tutto andrà liscio dunque (se per esempio non vi saranno ricorsi dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale), con la vendemmia del 2017 chi vorrà produrre Nero d'Avola o Grillo e soprattutto dichiararlo in etichetta lo potrà fare solo come Doc Sicilia o delle altre Doc presenti. Un cambiamento di non poco conto perché in questo caso i produttori dovranno adeguarsi ai disciplinari e, se vi sono, alle erga omnes, le altre regole presenti nel disciplinare. In alternativa i produttori potranno sempre imbottigliare con l'etichetta Igt Terre Siciliane ma non potranno indicare se si tratta di Nero d'Avola o Grillo, rinunciando dunque al grande valore commerciale che hanno questi due vitigni. Una modifica non priva di conseguenze commerciali e industriali soprattutto per chi si occupa solo di Igt o vende vino sfuso: se passeranno le modifiche proposte chi oggi imbottiglia Igt Terre Siciliane a partire dal 2017 dovrà classificarlo come Doc Sicilia. E anche in questo caso non mancano le complicazioni: se l'azienda non è infatti tra quelle che a suo tempo hanno ottenuto la deroga per l'imbottigliamento fuori zona non potrà imbottigliare liberamente dove vuole e nel caso voglia continuare a lavorare con questi vini dovrà farlo in Sicilia. 24 milioni di bottiglie Doc SiciliaCerto rinunciare al business non è facile anche perché i numeri, forniti dall'Istituto regionale vite e olio che è ente controllore e certificatore della Doc Sicilia, parlano chiaro: nel 2015 la Doc Sicilia ha toccato 24.131.037 bottiglie con un incremento del 23,22% rispetto alle 19.583.963 bottiglie dell'anno precedente. Con l'Igt Terre siciliane nel 2015 sono state prodotte 178 milioni di bottiglie, quasi dieci milioni di pezzi in più rispetto al 2014 e un incremento del 5,88 per cento. Il solo Nero d'Avola prodotto con il marchio Igt nel 2015 (tra varietale e bivarietale) è arrivato a 67 milioni di bottiglie mentre il Grillo si è fermato, si fa per dire, a 15 milioni di bottiglie.

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