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Non solo artigianali, in Toscana le birre sono "geotermiche"

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Storie di eccellenza

Non solo artigianali, in Toscana le birre sono "geotermiche"

Una birra artigianale che si chiama Geyser? Un’altra Magma? Un’altra ancora Sulfurea? I nomi all’apparenza bizzarri hanno una spiegazione, visto che le tre birre sono prodotte nelle “terre fumanti” della Toscana che custodiscono il più antico complesso geotermico al mondo (quello della vicina Larderello), in uno stabilimento alimentato, appunto, col calore reso disponibile dal vapore geotermico.

Anche basilico fiori e formaggi con vapore geotermico

Le tre birre “rinnovabili al 100%” sono una rossa ambrata doppio malto (Magma), una pale ale con 100% malto d’orzo (Geyser) e una weiss di frumento con schiuma bianca e compatta (Sulfurea). Sull’etichetta, accanto alla scritta che rimanda al vapore geotermico, ci sono i loghi di Enel Green Power e della “Comunità del cibo a energie rinnovabili”, creata dal Consorzio sviluppo aree geotermiche (Cosvig) per riunire le aziende agricole locali che utilizzano il calore ricavato dal vapore geotermico per produrre basilico, fiori, formaggi, salumi o per condurre allevamenti. Le produzioni geotermiche si sono guadagnate anche la vetrina dell’Expo 2015 tra le “buone pratiche” selezionate dalla Toscana.

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