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Non solo bollicine sui Colli piacentini

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Non solo bollicine sui Colli piacentini

Il territorio dei Colli Piacentini, vocato alla produzione di vino per la provincia di Piacenza, è stato costruito nei millenni da 4 affluenti del Po che ne hanno delineato le valli: Val Trebbbia, Val Tidone, Val Nure e Val d’Arda.
Terra di grandi tradizioni enogastronomiche, di sapori e profumi: come non pensare alla coppa, alla pancetta, ai salumi ed ai formaggi, solo per fare alcuni esempi.

Nel piacentino si fanno vini da sempre, vi sono infatti almeno duemila anni di storia enologica: già i paleoliguri, gli etruschi, i romani nei secoli hanno piantato viti e vinificato. Anche svariati papi ed artisti, come Micheleangelo, se ne approvvigionavano, così come lo stesso Napoleone che, dopo averli provati a Piacenza nel 1798, li voleva a Parigi insieme a coppe e formaggi.

I Colli Piacentini sono un territorio dove, come in Oltrepò pavese, oltre ai vitigni internazionali, vi è sempre stata una tradizionale presenza di vitigni autoctoni, Barbera, Bonarda, Malvasia ed Ortrugo, solo per fare i primi nomi che mi vengono in mente. Le caratteristiche dei terreni hanno sempre portato alla realizzazione di vini di pronta beva, prevalentemente frizzanti, prodotti spesso con alte rese.

In realtà negli ultimi anni si sono individuate aree dove si possono produrre, con possibilità di ottenere buoni risultati, anche vini fermi atti ad un medio affinamento. Non a caso negli ultimi anni sono emersi parecchi produttori di dimensioni medio-piccole in grado di proporre vini interessanti e per certi versi anche coraggiosi. Oggi ne presento tre che secondo me appartengono proprio a quest’ultima schiera.

Badenchini – Ziano Piacentino (PC)

L’Azienda Vitivinicola Badenchini si trova a Ziano Piacentino, sul territorio collinare della bassa Val Tidone al confine con l’Oltrepò pavese e la Bassa padana, zona famosa per la Malvasia. Fin dai primi del Novecento il bisnonno Celeste coltivava uva, ma da tavola. E’ stato suo nipote Celestino, papà degli attuali conduttori, Paolo ed Andrea, ad ampliare l’azienda, ad impiantare filari di vite da vino, a costruire una cantina per dedicarsi alla vinificazione, producendo prima solo vino sfuso e poi, anni ’70, iniziando ad imbottigliare. Dal 1999 l’azienda è passata ai fratelli Paolo, che ne è anche l’enologo, ed Andrea, che continuano il percorso di miglioramento del papà: attualmente vi sono 16 ettari vitati, con una produzione di circa 50.000 bottiglie, a cui si aggiunge dello sfuso, ripartite su 10 etichette. L’azienda si impegna per l’ecosostenibilità dei propri prodotti: segue i disciplinari della lotta integrata, utilizza bottiglie non pesanti ed ha installato un impianto fotovoltaico ad uso aziendale. Ho assaggiato il loro Gutturnio Superiore.

Gutturnio Classico Superiore DOC 2013

Vino rosso fermo ottenuto con uvaggio di Barbera, 55 %, e Croatina, 45 %. I vigneti di provenienza sono del 1990, a Guyot, su terreni argillosi di medio impasto, capaci di conferire ai vini rossi una certa struttura e potenza. La produzione è di circa 5.000 bottiglie, con una gradazione alcolica del 13,5 %. Nel bicchiere il suo rosso rubino è deciso e brillante, al naso è vinoso, intenso, ciliegie in abbondanza. Fresco ed armonico in bocca, regala sensazioni gradevoli ed invita ad un secondo bicchiere. Perfetto con i salumi del territorio, arrosti e formaggi stagionati. Prezzo in enoteca: 5-7 Euro

Baraccone – Ponte dell’Olio (PC)

Siamo sui Colli Piacentini, all’imboccatura della Val Nure: Andreana Burgazzi è la titolare dell’azienda, aperta nel 1995 con il marito. La sua famiglia produceva vino da inizio ‘900 per parenti ed amici, ma Andreana, laureata in lettere con un lavoro nell’informatica, condivide con il marito una passione forte per la terra ed il vino e vuole farne più di un hobby. Ormai da anni è diventata la sua unica attività, con un’azienda arrivata a quasi 10 ettari vitati, 40.000 bottiglie di produzione annua, 5 etichette diverse. L’età dei vigneti va dai cinquant’anni dei più vecchi, piantati dai nonni, ai sei anni dei più giovani. Enologo è Stefano Testa, agronomo Roberto Abate. Curiosa l’origine del nome dell’azienda: in località Folignano di Ponte dell’Olio, dove sono situati i più vecchi vigneti aziendali, si fermavano in passato le giostre ed i circhi: Baraccone in dialetto piacentino significa proprio “giostra”. Per lo stesso motivo il marchio dell’azienda è un giocoliere stilizzato. Ho degustato il Gutturnio Colombaia.

Gutturnio Superiore DOC Colombaia 2011

Il nome è quello dei vigneti più vecchi della famiglia. E’ ovviamente un uvaggio di Barbera (70%) e Croatina (30%). Il tenore alcolico delle 9.500 bottiglie prodotte è del 14 %.
Dopo la vinificazione una parte affina in barrique, il resto nelle vasche d’acciaio. Dopo l’imbottigliamento, almeno 8 mesi di di riposo in bottiglia. Rappresenta la tipologia intermedia dei 3 Gutturnio prodotti dall’azienda: è un vino fermo che può essere consumato dopo due anni dalla vendemmia ma che regge anche un ulteriore affinamento. Di colore rosso rubino molto intenso, profumi di frutta rossa con forse una leggera striscia catramata o, come dicono quelli bravi, goudron. Di discreta eleganza e morbidezza in bocca, giusti i tannini, piacevole il retrogusto finale. Mi è piaciuto con secondi di carne e formaggi stagionati. Prezzo in enoteca: 10-12 Euro

Ganaghello – Castel S.Giovanni (PC)

Castel S.Giovanni si trova nella bassa val Tidone, tra le ultime pendici della fascia collinare e la pianura Padana. E’ l’ultimo comune emiliano prima della Lombardia, vicino alla riva destra del Po. La famiglia Losi fa vino da diverse generazioni: partiti decenni fa con 12 ettari vitati, attualmente ve ne sono 37, che consentono di produrre 150.000 bottiglie, vendere vino sfuso ed anche un po’ d’uva. Le etichette prodotte sono 16. Luigi Losi è il titolare, ma tutta la sua famiglia è impegnata nell’azienda: la moglie Susanna è la sommelier, il figlio Eric è enologo, ed ormai da diversi anni si affianca all’enologo storico dell’azienda, Aldo Venco, l’altro figlio Thomas si occupa del commerciale. Tra le curiosità storiche mi piace ricordare che il loro vigneto di Cabernet Sauvignon si chiama Campo dei Soldati perchè proprio lì si accampò con le sue truppe Napoleone Bonaparte nel 1798. Tra i tanti vini prodotti ho trovato veramente interessante il loro passito, l’Ultimo Sole.

Ultimo Sole 2013

Vino da uve passite di Malvasia di Candia aromatica, fermo, dolce. Le uve sono raccolte in cassette dopo appassimento naturale in vigna a tralcio tagliato. L’affinamento è solo in bottiglia. La produzione è di 1.000 bottiglie, con gradazione del 13 %. Giallo dorato con qualche riflesso ambrato. Profumi di buona complessità, note erbacee, rosmarino, frutta disidratata, miele, scorza di agrumi canditi e non solo. Gradevole in bocca senza essere stucchevole, mi piace il cedro. Morbidezza e persistenza lo accompagnano. L’abbinamento classico è con i formaggi stagionati e la pasticceria secca. Prezzo in enoteca: 16 Euro

DA NON PERDERE

Dal 29/11/2014 al 30/11/2014 – Piacenza Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti: Organizzato da FIVI – Federazione italiana vignaioli indipendenti a Piacenza Expo. Il Mercato dei Vini è un momento di incontro con le espressioni più diverse del vigneto Italia. 265 saranno i vignaioli indipendenti presenti, da 19 regioni.

Roma – Roma Food&Wine Festival. Grandi vini e grandi chef per un festival all’insegna del gusto e della qualità.

Dal 29/11/2014 al 01/12/2014 – Begamo, GourmArte. Le eccellenze enogastronomiche lombarde in scena.

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