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Ogm, i ministri Ue non decidono, parola alla Commissione. Verso un…

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Ogm, i ministri Ue non decidono, parola alla Commissione. Verso un via libera al Pioneer 1507

Il Consiglio Ue non è riuscito a trovare una maggioranza qualificata a favore o contro l’autorizzazione alla coltivazione del granturco geneticamente modificato Pioneer tc1507, un vegetale resistente a parassiti come la farfallina piralide che ne devasta le colture.

In assenza di una decisione politica, la parola ora spetta alla Commissione Ue, che ha 24 ore per scegliere se autorizzare l’immissione in commercio per la coltivazione nell’Unione europea della nuova varietà di semente geneticamente modificata. L’Europa ha già autorizzato nel ’98 un altro Ogm, il mon810 della Monsanto.
Con ogni probabilità Bruxelles darà un parere positivo alla nuova varietà di granturco resistente alla piralide proposto dalla multinazionale Usa.

Il dibattito
Dopo un acceso dibattito fra i ministri dei 28, la presidenza greca ha interrotto la procedura di voto rinviando quella che è stata definita una «patata bollente» alla Commissione europea, la quale ora ha 24 ore per decidere se autorizzare la coltivazione del granturco. La prima richiesta di autorizzazione per il Pioneer 1507 risale al 2001.
Durante il dibattito, l’Italia ha confermato la posizione contraria all’autorizzazione, con il ministro Enzo Moavero Milanesi che ha invitato la Commissione a «riflettere sulla possibilità di ritirare la proposta se non c’é una maggioranza qualificata fra gli Stati».
In tutto, dei 28 paesi solo cinque si sono espressi a favore del prodotto Pioneer 1507 (Spagna, Regno Unito, Svezia, Estonia e Finlandia), quattro hanno annuncato di volersi astenere (Germania, Belgio, Repubblica Ceca e Portogallo) e 19, compresa l’Italia, hanno espresso l’intenzione di votare contro l’autorizzazione.
Il presidente di turno, Evangelos Venizelos, sentito il parere giuridico secondo cui la Commissione può «finché non sono avviate le procedure di voto» decidere di emendare o addirittura ritirare la proposta, ha sospeso il voto rinviando la decisione finale all’esecutivo. Il Commissario alla Salute e sicurezza alimentare, il maltese Tonio Borg, aveva però annunciato l’intenzione e l’obbligo della Commissione di autorizzare la coltivazione dell’Ogm: «ci sono stati in questi 13 anni ben 6 pareri favorevoli dell’Efsa, l’autorità sulla sicurezza alimentare Ue, e in assenza di una decisione politica dei 28 la Commissione deve basarsi sui pareri tecnici».

Che cosa sono gli Ogm
Il termine Ogm (organismo geneticamente modificato) è molto ampio e definisce un essere vivente a cui in modo artificiale è stato cambiato il codice genetico.
L’accezione è molto ampia – sono Ogm il frumento duro Creso sviluppato in Italia dal Cnr con cui si fa la pasta e i batteri che salvano i diabetici producendo insulina – ma oggi per Ogm si intendono soprattutto i vegetali destinati all’alimentazione umana o animale, vegetali ai quali è stata praticata non un’ibridazione bensì un’operazione intervento di ingegneria genetica per ottenere una varietà nuova che prima non esisteva, spesso aggiungendo un gene di una specie (animale o vegetale) del tutto differente.

Gli Ogm in Europa
La normativa europea dice che, superate tutte le prove e tutti gli studi, le varietà Ogm vengono autorizzate per tutta la Ue.
Finora è stato autorizzato solamente il granturco della Monsanto (Usa) denominato mon810; in arrivo il via libera per il Pioneer tc1507.
Altre proposte riguardavano la patata euflora, studiata per la produzione di carta (il progetto sarebbe stato ritirato dalla tedesca Basf) e varietà di granturco resistenti alla diabrotica, un coleottero di origine americana simile alla coccinella le cui larve danneggiano gravemente le radici del mais.

Come funzionano i due granturchi Ogm
Entrambi sono stati creati per essere resistenti al parassita piralide. La piralide è una farfallina bruna e poco appariscente simile al tarlo che posa le larve nelle piante del granturco. Le larve scavano gallerie e “cariano” i chicchi oppure gli steli. Oltre al danno diretto della larva, nelle gallerie si formano muffe che sviluppano aflatossine fortemente cancerogene. Per combattere questi parassiti si usano potenti fitofarmaci oppure, nella lotta biologica, si ricorre al nemico numero uno della piralide, il bacillo turinguiente. Nelle varietà Ogm è stato “inserito” nel codice genetico delle piante un gene che appartiene al bacillo turingiense. Secondo diverse associazioni ecologiste però dopo alcuni anni la piralide, per selezione naturale, sviluppi a sua volta una resistenza alla resistenza, e ricominci ad aggredire le piante Ogm come prima avveniva con le piante ibridate.

Il granturco della Pioneer
Nel dettaglio la proposta di decisione del Consiglio riguarda l’immissione in commercio per la coltivazione nell’Unione europea di sementi di granturco geneticamente modificato Zea mays L., linea 1507 chiesta ai sensi della direttiva 2001/18/CE dalla Pioneer Hi-Bred International in associazione con la Mycogen Seeds.

L’assoluzione scientifica dell’Efsa
Nel febbraio 2009 la Commissione aveva consultato il comitato di regolamentazione competente che non era stato in grado di esprimere una maggioranza qualificata a favore o contro il progetto di decisione di autorizzazione, nonostante il parere favorevole dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, l’Efsa di Parma.
L’Efsa, consultata più volte sul prodotto della Pioneer, il 18 ottobre 2012 ha formulato un parere favorevole, confermando in tal modo le sue precedenti valutazioni nell’ambito degli usi previsti del prodotto.
Il Consiglio ha avuto a disposizione tre mesi per deliberare; il termine il termine scadrà domani 12 febbraio.

Più libertà alle scelte dei Paesi
Continua però lo stallo nell’iter di approvazione della proposta di regolamento che modifica la direttiva 2001/18/CE per consentire agli Stati membri la possibilità di limitare o vietare del tutto o su una parte del territorio nazionale la coltivazione di un Ogm autorizzato a livello comunitario per motivi socio-economici, comunque diversi da quelli sanitari e ambientali contemplati nella procedura di autorizzazione europea.
Senza questo regolamento di modifica della direttiva 2001/18/CE che permetterebbe a ciascuno Stato membro di decidere per sé, la coltivazione del mais 1507 potrebbe essere autorizzata in tutti i Paesi Ue.

Le reazioni in Italia

Greenpeace – “Una possibile approvazione del mais Ogm, nonostante l’ampia opposizione politica e le preoccupazioni sulle conseguenze ambientali, sarebbe illegale”, afferma Greenpeace. “La Corte di Giustizia Europea ha negato lo scorso dicembre l’autorizzazione per la patata Ogm Amflora della Basf, resistente agli antibiotici, già approvata dalla Commissione Europea nel 2010. Secondo la Corte, la Commissione aveva sostanzialmente modificato la proposta originale di autorizzazione alla coltivazione della Amflora, senza ripresentarla al vaglio della commissione di esperti nazionali. Greenpeace rileva che la Commissione ha ripetuto le stesse infrazioni procedurali con il piano di approvazione del mais 1507 e ha quindi di nuovo violato le leggi europee forzando il processo di autorizzazione del mais Ogm”. L’associazione ambientalista aggiunge che “la Commissione non può ignorare le preoccupazioni di carattere scientifico, politico e legale provenienti da una vasta maggioranza di Paesi membri, dai due terzi del Parlamento Europeo, e da gran parte dei cittadini europei. È molto probabile che la Corte di Giustizia Europea annulli un’eventuale autorizzazione del mais 1507”.

Slow Food – «Accogliamo con soddisfazione la decisione dell’Italia, che si é schierata contro le coltivazioni di Ogm sul nostro territorio, ma questo deve essere solo il primo passo». Così Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia, che aggiunge: «Ciò nonostante, ancora una volta, non si é raggiunta una posizione chiara a livello europeo, quindi il problema é solo rinviato».

Legambiente - “Purtroppo grazie all’astensione della Germania non è stata possibile raggiungere la maggioranza qualificata richiesta. L’ultima parola spetta ora alla Commissione”, fa sapere Legambiente che, di fronte al no della maggioranza degli Stati membri e del Parlamento Ue nella sua risoluzione del 16 gennaio scorso, chiede alla Commissione di ritirare la sua proposta di autorizzazione alla coltivazione del mais transgenico 1507. “Diventa una delle priorità del prossimo semestre italiano di presidenza dell’Unione europea l’approvazione del regolamento di modifica della direttiva 2001/18, in modo da consentire agli stati membri il diritto di vietare sul proprio territorio la coltivazione di Ogm anche per ragioni socio-economiche. Un diritto imprescindibile per garantire la sicurezza e la qualità dell’agricoltura italiana”.

L’ex ministro De Girolamo - “Mi auguro che la Commissione europea e il commissario Borg si rendano conto che non esiste una maggioranza qualificata degli stati membri che sia favorevole all’approvazione della coltivazione del mais Ogm 1507. Il dibattito che si è svolto oggi in Consiglio affari generali ha dimostrato che molti Stati, compresa l’Italia, sono contrari all’autorizzazione della coltivazione di Ogm”, aggiuinge Nunzia De Girolamo, deputata Ncd e già ministro delle Politiche agricole.

 

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