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Olio Dante: un fondo estero per aggredire il mercato Usa

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Olio Dante: un fondo estero per aggredire il mercato Usa

Grande potenzialità industriale ma scarso utilizzo degli impianti. Olio Dante ha cooptato due partner per coronare il sogno americano: prima la finanziaria pubblica Isa e ora il Fondo Trinity. Mancano soltanto l’amministratore delegato, il direttore finanziario e il direttore commerciale. L’ambizione di Olio Dante è quella di arrivare alla fine del quinquennio, nel 2020, con ricavi per 180 milioni, in crescita dell’80% rispetto ai 100 dell’anno scorso. I dipendenti dovrebbero salire da 100 a 120. Nel portafoglio brand dell’azienda controllata dalla famiglia Mataluni ci sono Dante, Topazio, Olita e Oio che fanno riferimento agli oli di oliva e agli oli di semi di girasole e di arachide.

Investimento da 20 milioni e obiettivo Usa

Il fondo internazionale Trinity Investments ha deciso di investire nell’azienda beneventana 20 milioni (la seconda metà da versare entro il primo semestre di quest’anno) per attuare un piano industriale focalizzato sulla penetrazione nel mercato americano e sul rafforzamento del brand in Oceania e nei mercati orientali, dove peraltro Olio Dante è presente da tempo.
«I 20 milioni – sottolinea l’azienda – verranno principalmente utilizzati per aumentare la liquidità del capitale circolante per finanziare la crescita del fatturato, soprattutto all’estero».

Inoltre al termine dei 5 anni il Fondo Trinity potrà uscire, ma non è una scadenza obbligatoria. Si valuterà, di comune accordo, in base all’evoluzione del piano. L’ingresso di un socio in Olio Dante spa non è una novità. Già nel dicembre 2014 l’Isa (che fa capo al ministero delle Politiche agricole) era entrato nell’azionario versando 15 milioni per una quota del 13,11% (a maggio 2015).
L’obiettivo dichiarato era di promuovere e sostenere progetti di sviluppo agroindustriale, soprattutto sui mercati esteri, al fine di spingere lo sviluppo commerciale nelle più importanti catene distributive e «raggiungere la saturazione della capacità produttiva degli impianti, attualmente (alla fine del 2014 ndr) sfruttata solo al 40%». Per Olio Dante spa nel 2014 il mercato italiano rappresentava il 90% delle vendite(il 40% nel Nord ovest, area Nielsen 1). Il 10% dell’export era frazionato tra Germania, Giappone, Svezia e Usa.
Nel 2014 erano stati siglati alcuni accordi di distribuzione con le catene commerciali Wal-Mart e Sysco negli Usa, Edeka e Kaufhof in Germania e AxFood in Svezia.

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