Food24

"Petizione in difesa dell'identità del vino italiano":…

  • Abbonati
  • Accedi
Vino

"Petizione in difesa dell'identità del vino italiano": è firmata Lorenzetti. Lo stesso della truffa sul Brunello?

La Guardia di Finanza e l’Ispettorato per il controllo della qualità del ministero per le Politiche agricole hanno tenuto il più stretto riserbo sull’identità del consulente (anche se almeno il cognome del soggetto indagato è filtrato), come su quello delle circa 10 aziende coinvolte, i protagonisti dell’ultimo scandalo fra i filari di vigneto nelle colline del senese. Guardia di finanza e Procura di Siena (le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Aldo Natalini) hanno infatti comunicato di aver sequestrato oltre 160mila litri di vino sfuso destinato ad essere commercializzato come Brunello o Rosso di Montalcino. Vino che avrebbe potuto riempire oltre 220mila bottiglie che però sul mercato non arriveranno.

Al tempo stesso sono state disposte misure cautelari (divieto di dimora nel comune di Montalcino) per un consulente di diverse aziende coinvolte che avrebbe falsificato dati e certificazioni, contrassegni di Stato (ne sono stati rinvenuti e sequestrati ben 2.350 falsi) e dichiarazioni di produzione, il tutto per trasformare in Brunello (o in Rosso di Montalcino) vino di scarsa qualità acquistato “in nero”.

La misteriosa identità del consulente–truffatore

Gli inquirenti, come accennato, hanno mantenuto il riserbo sull’identità del regista dell’ultima truffa. Tanto che non si riesce a capire come Assoenologi (l’associazione degli enologi ed enotecnici italiani) e il Conaf (quella dei dottori agronomi e forestali) abbiano potuto prendere rapidamente le distanze dalla vicenda chiarendo che la persona coinvolta non è in alcun modo un loro associato. Per molti il dibattito appare avvincente solo per un motivo: c’è da qualche mese on line una “petizione in difesa dell’identità del vino italiano” che ha fra i propri firmatari un certo Michele Lorenzetti, agronomo. Se le identità coincidessero la vicenda assumerebbe contorni anche grotteschi.

Consorzio del Brunello e regione Toscana saranno parte civile

Tornando alle indagini già da stamani sia il Consorzio del Brunello di Montalcino (attraverso il proprio presidente, Fabrizio Bidocci) che la regione Toscana (attraverso il presidente Enrico Rossi) hanno dichiarato che prenderanno parte al processo costituendosi (insieme anche al Codacons) «parte civile».
E che il consorzio del Brunello si costituisca parte civile è un atto dovuto visto che per il famoso rosso toscano si tratta di un ennesimo caso di frode che avrebbe potuto gettare una pessima luce su un’intera denominazione. «Fortunatamente però – ha detto il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – abbiamo evitato in tempo la truffa. Non è stata emessa sul mercato nemmeno una bottiglia. Il virus è stato isolato. Il sistema quindi ha funzionato e tutto il vino è sotto sequestro e quindi non potrà andare sul mercato».

Controlli: la burocrazia “batte un colpo”

Di fatto l’intera vicenda chiarisce una volta di più che il sistema dei controlli (un articolato meccanismo di garanzia nel quale oltre ai produttori e agli organi ispettivi è coinvolto un ente terzo di certificazione, Valoritalia) ha dimostrato di funzionare. «La frode messa in atto – spiega il responsabile della sede di Montalcino di Valoritalia, Maurizio Botarelli – comportava anche un importante tentativo di depistaggio. Il consulente infatti si era procurato probabilmente grazie alla involontaria collaborazione delle aziende, le password per entrare nel sistema di Artea, l’organismo pagatore regionale. In questo modo forniva ad Artea false denunce di produzione in modo da far quadrare i conti con le false movimentazioni di vino acquistato in nero e pronto ad essere trasformato in Brunello e Rosso di Montalcino. Ma fortunatamente le nostre verifiche non si fermano al piano documentale e nei controlli ispettivi che effettuiamo a campione presso le aziende sono emerse incongruenze nei dati dichiarati che hanno reso sospette le denunce fornite. Criticità che abbiamo segnalato alle autorità dando così avvio alle indagini».

© Riproduzione riservata