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Quando l'alta cucina diventa social eating

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Quando l'alta cucina diventa social eating

L’alta cucina fa social eating: al Cohouse, temporary restaurant allestito nella mensa dei ferrovieri di Roma, al Pigneto, sulla Casilina Vecchia, carrellata di chef stellati per una cena. Sold out (90 posti) per Andrea Fusco del Giuda Ballerino (Bernini Bristol) e il suo stile global: ha proposto capesante in tempura al nero di seppia, latte di cocco, guanciale e cipollina, guancia di vitello con purea di patate e fave di cacao tostate. Dolce in stile vegan con funghetti di crema bianca di latte di cocco, latte di mandorla, olio di oliva e cioccolato bianco. Lo ha seguito Lele Usai (Il tino di Ostia) con crudo di rossi di Mazara, melograno, zenzero e liquirizia, gnocchi al mandarino con trippa di baccalà e spinaci. Il locale è un club privato: per partecipare è necessario “affiliarsi” sul sito.

Chef stellati per una cena al Cohouse di Roma

In questi giorni, ai fornelli c’è Roy Caceres con il suo cevice, spalla d’agnello, cavolo, acciuga e cedro. Fra una settimana Giulio Terrinoni (Per me), poi Anthony Genovese (Il Pagliaccio). Nella cucina di Cohouse si è già espresso il romano Marco Martini (Stazione di Posta), Gianfranco Pascucci (Al Porticciolo) con il suo sandwich di rosole e gamberi, Riccardo Di Giacinto (All’Oro) con un superbo maritozzo con panna e tartufo nero, riassunto di carbonara, raviolini di mascarpone con ragout d’anatra e riduzione di vino rosso. Ha incantato i commensali la spagnola Alba Esteve Ruiz (Marzapane), duettando con Arcangelo Dandini (L’Arcangelo): bottoncino con coppa di maiale home made, senape e misticanza, lei, carote, meringa e il suo garum, lui.
Finale pop con cocktail e musica dal vivo anche per ballare. Organizza la Cultivar Media Agency.

Da Milano al Pollino, la cucina ispirata dalla sharing economy

Si radunano, scambiandosi pubblico, location e ricette i cuochi dello Chef sharing group: un incrocio di cucine dei territori da Milano al Parco del Pollino, in nome della sharing economy. L’idea è partita da Roma, dove Marco Maestoso con il suo supper club a Ponte Milvio riunisce colleghi per comporre menù a più mani, tramite facebook: la rete diffonde il messaggio e chi vuole si aggrega.
Sua la capasanta semicruda e la rivisitazione dell’amatriciana (gnocchi al posto dei bucatini, polvere di guanciale, vellutata di pecorino) in tandem con le patate in crema, battuto di lardo e biscotto a rosmarino di Carlo Andrea Pantaleo (Milano 37, a Gorgonzola), che rievoca le sue origini salentine preparando anche la finta frisella con crumble di curcuma, gambero rosso di Sicilia e pomodori essiccati al limone. Poi l’uovo floreale in tegamino, con erbe, spezie e cavolo viola. Torna la Puglia nei piatti di Roberto Cazzato che per il primo appuntamento gioca in casa, presentando nel suo locale romano, Il Salento in una stanza, la seppia nel granaio con acqua di pomodoro giallo e il carciofo brulé allo spumone di melanzane. Il prossimo evento è fissato per sabato 24 a Casa Maestoso.
L’ultima adesione al gruppo arriva dalla Basilicata: è quella dell’acclamato Federico Valicenti che cucina nel cuore del Pollino, a Terranova. Porta in tavola i piatti arcaici della sua terra – scapece, ciambotta, mosti cotti, carni speziate ed erbe aromatiche – con qualche sperimentazione: previsto per febbraio l’ evento romano.

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