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Robonica: così si coltiva sotto vetro

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Mestieri del cibo

Robonica: così si coltiva sotto vetro

Dai pomodori in balcone alla srl più promettente nel panorama delle startup. Come trasformare la passione per la botanica in un caso di successo? Basta avere 23 anni, una buona idea e il pallino per ingegneria e orticoltura urbana, anzi domestica. Così è nata Robonica, la prima realtà tutta italiana di coltura in idroponica casalinga e completamente automatizzata, vincitrice di diversi premi per start up, tra cui anche FoodTech contest promosso da Intesa San Paolo a ReInvent Food, e che sta suscitando l’interesse di non pochi addetti al settore, dal Politecnico di Milano alla Virginia Commonwealth University di Doha. Robotica è stata presentata ufficialmente al pubblico durante la manifestazione Seeds&Chips, il salone dedicato all’internet of food, svoltosi a Milano dal  26 al 29 marzo 2015.

Una cellula di coltivazione idroponica

L’inventore è Harald Cosenza, neolaureato del Politecnico di Milano che a fine novembre scorso, ispirato da alcuni corsi di Ingegneria fisica, ha messo a frutto gli insegnamenti botanici della nonna. In chiave 2.0, però. «Con il sistema Robonica – spiega Cosenza – le specie crescono più velocemente, senza sporcarsi e senza contaminazioni ambientali, come inquinamento e smog». Infatti, la sua invenzione è una cellula per coltivare in idroponica – ossia fuori dal suolo, grazie a irrigazioni con soluzioni nutritive -, completamente controllata da remoto, attraverso uno smartphone, senza necessità di interventi umani: il profilo di ogni pianta è già precaricato nell’app e si potrà scaricare dal web come se fosse una canzone di iTunes.

Harald Cosenza

Addio pollice nero! Si potrà raccogliere direttamente nella propria cucina l’insalata o il basilico da cucinare. Il vantaggio è che la macchina ‘impara’, ovvero è in grado di migliorare la coltura e inviare tweet sui progressi: una volta scaricata la scheda della pianta che si intende far crescere, il programma penserà a regolare nutrienti (già forniti con la box e i semi da piantare), pH, luce, temperatura, umidità… secondo uno schema preimpostato o il clima di casa, ma se i risultati non sono quelli attesi si possono modificare i parametri per migliorare la resa.

«Diciamo che l’intervento umano è limitato all’assaggio dei frutti per decidere quale caratteristica potenziare: maggiore dolcezza, colore più vivo, più antiossidanti ecc. La box fornirà alle piante i nutrienti necessari per sviluppare le caratteristiche richieste», assicura Cosenza.

Destinazione Usa

Una tentazione fortissima per tutti i patiti (ma negati) dell’orto in balcone. Ma dovrete attendere: al momento, Cosenza intende rivolgersi solo al mercato americano per il quale la sua neoazienda metterà a disposizione una scelta di piante studiate e decise dal marketing. Sì, perché la sua idea è già diventata una srl, la Robonica srl (www.robonica.it) appunto, con idee molto chiare sulla strategia da seguire: dopo aver costruito il primo prototipo, infatti, Harald è stato aiutato dallo zio Giacomo (Mimmo) Cosenza, che non a caso è tra i primi studiosi in Italia sull’intelligenza artificiale, guru di big data, machine learning e data visualization, a mettere in pratica il tutto. Il designer e architetto Giampiero Peia (l’autore dell’Oyster Pavillion di Doha), poi, ha disegnato la box: una struttura di forma esagonale, modulabile per creare una struttura multi-produttiva, adattabile dall’appartamento alla farm vera e propria. «L’idea sarebbe quella di creare una vera fattoria idroponica automatica – ipotizza Cosenza –, per il momento il modello più grande che abbiamo realizzato ha le dimensioni di un frigo». I prezzi? «Sicuramente da mass market, ma li stiamo mettendo a punto: l’idea sarebbe quella di replicare il modello Nespresso, dove il ritorno aziendale è fornito più dalla vendita delle capsule, nel nostro caso i semi, nutrienti e app, che dalla macchina in sé». Seguiremo lo sviluppo e… la maturazione di quest’idea.

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